DONNA SEI
Donna
sei gioia coraggio
amore sacrificio infinito
Preziosa più di ogni cosa
Non hai bisogno di ricchezze
sapientemente finte.
Donna
sei sentimento
rispetto poesia espressi
con il mormorio del cuore
come un amante che risveglia
le tue emozioni
Donna
sei luce che illumina
la notte più buia con la
forza dei tuoi sogni liberi
senza nascondere le rughe
che ti trasformano
Donna
sei vita attraverso
l’arcobaleno dei pensieri
profondi sinceri racchiusi
in uno abbraccio d’amore
più caldo del sole.
VITA MIA
Gocce di sole
a poco a poco
inondano il tuo viso
scaldano il mio cuore
or che il velluto delle tue labbra
esplosione di desiderio
s’adagia sulle mie
di fervore colme
Le onde del mare
riccioli di capelli d’angelo
si sdraiano sulla riva
con soave fruscìo
quasi a temer noia
posarsi su di noi e
l’armonia delle tue parole
dolce malìa
accendono linfa vital
a illuminar gli occhi miei
la mia follia d’amor
Vita mia !
BANALITA’
Può essere qualcosa di comune,
conosciuta, scontata
quasi sgradevole.
Può darsi!
Però qualcosa si è perso
strada facendo
lungo il nostro percorso.
Siamo così impegnati ad apparire
al punto di ignorare
la parte più semplice
del nostro essere.
Quasi quasi
a sembrar banali!
IN QUESTA VITA SOLITARIA
In questa solitaria vita colma di dolor
Assorta, pallida dolente nella sua
fiamma immortale la mia anima vaga
muta e silenziosa in cerca del tuo calor
Dammi il tuo petto naufrago nel tumulto mar
Carico di aspre inquietudini or spazzati
all’improvviso dal vento rosso di passion .
Abbraccia la tua amata con labbra piagate
di splendido sapor come un fantasma
abbraccia l’eterna fiamma dell’amor.
Spunta l’arcobaleno magnetica creazione
Dalle sottili sfume di mille e mille colori.
Spumeggia il cor lungo la strada della
Speranza in attesa di un gesto silenzioso
Come un nastro d’argento sfiora e illumina
il nero mar nella notte buia e colma
l’anima mia di dolcezze e smisurato
tuo amor.
LA MANO
Bianchi petali di cotone
dipingono il cielo con chiazze sfumate
di lacrime consumate
Ognuno si attesta a sapienti sunti
ignorando la gente
che più non sa a chi credere
Appaiono belli, d’umiltà vestiti
e ti tradiscono con strali affilati
Si è perso, è andato lontano
Quel semplice gesto di darsi la mano
LUCE
Sui rami carichi di frutti e fiori
poggia la sua colorata ala la farfalla
rapita dai mille colori .
I deliziosi aromi della tua anima leggera
Inebriano il mio cor di ritrovata gioia
Spunta così all’improvviso da uno squarcio
di luce l’artiglio di vita a cicatrizzare
i tanti sospiri tra le bionde spighe .
Un soffio di vita disteso tra l’acqua
e il cielo scivola dalle tue sudate mani
giunge senza oblìo nella fronte affollata
di dolcezza assopita
Vive la vita la tua bellezza dal profumo
errante. Si posa leggera sul cor mio ansante di
notturna speme e profonda quiete a
sigillare l’umida fragranza potente forza
dell’anima amorosa con un bacio di corpi
nell’immenso sogno di perle rosate.
ALLA MIA TERRA
Qui tra le pietre sommerse
dall’acqua del mare
che sovrasta la sua
crosta scivolosa
e tagliente il tempo
si ferma si confonde.
Qui tra il cielo e l’orizzonte
tra il silenzio che attutisce il dolore
e annega nei ricordi, il tempo
congela le immagini smarrite
nel profondo del cuore
e negli abissi marini.
Qui il folle sentimento
in silenzio, nell’ombra
dei secolari ulivi
delle querce gravide di ghiande
mentre lo zephìro ti sfiora,
prende e dà senza chiedere.
LUCE DELL’ALBA
Vorrei
non si spegnesse mai
quel sorriso d’amore vestito
quegli occhi di luce di sole
quel corpo bagnato di mare
intanto che sotto gli ulivi
la terra profuma di vita
ignara che mani nemiche
la copra di veleni oscuri
intrisi di sporco denaro
Vorrei
che il tempo
ti portasse lontano
dove gemme bagnate
di rugiada sfiorano il tramonto
e le nuvole sospinte dal vento
ti facciano sentire
il profumo della vita
negli alberi in fiore
nell’abbraccio di un bimbo
nell’immensa luce dell’alba
che non avrà fine.
E TU
Nell’assenza
nel vuoto di ogni giornata
mi tuffo in un campo visivo
dove tu ignaro della mia
presenza
diroccato nelle tue abitudini
vivi la vita senza alcuna
corrispondenza.
Rimani rapito dalla tua stessa
sostanza
di voglia di nulla, di pigrizia innata
Ma ecco che un bimbo sorride
con gli occhi dell’innocenza
ti dice
– Sei il numero uno –
e tu
per incanto sollevi la testa
lo abbracci mentre le nuvole
cupe si librano nello spazio
fluenti di nuova freschezza
Fagiolino e i suoi poteri magici
Questa è la storia di un bambino molto intelligente e molto curioso di conoscere il mondo, ma soprattutto la storia di un bambino che possedeva dei poteri magici straordinari. Un bel giorno stanco e stufo di aspettare che qualcuno lo portasse con sé per fargli conoscere il mondo, decise che avrebbe fatto tutto da solo. Mise in atto uno dei suoi poteri magici , si trasformò in un fagiolino ed entrò nel pancino della sua mamma. “Che buio qui dentro “ disse appena mise piede,” bisogna accendere la luce ,” cercò l’interruttore , però non lo trovò ;” come posso fare sospirò, qui è buio e io non vedo niente , non vedo nessuno!” Stava quasi per mettersi a piangere. “I miei poteri magici non funzionano più , non riesco ad accendere la luce!” Cominciò ad avere un po’ di paura. All’improvviso sentì un rumore, era uno scroscio d’acqua che si avvicinava velocemente. “Mamma mia c’è un’alluvione ,” disse ad alta voce angosciato , alzandosi di scatto, cercando di capire cosa stesse succedendo davvero, cercando di mettersi al riparo in una nicchietta del pancino della mamma , ma non fece in tempo. Un’enorme massa d’acqua lo catapultò giù giù in basso dentro un tunnel lungo lungo . “ Accidenti disse, non finisce più … ahi … ahi …” gridò pestandosi il culetto tra una curva e l’altra. Era stata la mamma che aveva bevuto dell’acqua. “Possibile che qui non c’è nessuno,” si chiese.” C’è qualcuno? “ Gridò … silenzio … solo l’eco della sua voce. Ripresosi dallo spavento , con le mani dietro la schiena cominciò a passeggiare su e giù. Sempre più pensieroso e preoccupato perché si rese conto che aveva perso i suoi poteri e non riusciva più ad uscire da quel posto buio. Lui aveva pensato di entrare nel pancino della mamma , credendo che lei non ne se accorgesse e lo portasse a spasso per la città e per il mondo a farsi le vacanze , e quindi a curiosare dappertutto senza essere visto. Non aveva avuto la pazienza di aspettare di crescere un pochino! Sicuramente se avesse chiesto alla sua mamma lo avrebbe portato con sé di sicuro.
“ Prima o poi qualcuno passerà da qui ,” brontolava tra sé,” e… io me ne andrò con lui e girerò il mondo.” Così facendo nel frattempo , a forza di pensare non si rese conto e non si accorse di essersi infilato in un altro tunnel . All’improvviso vide davanti a sé una figura enorme: “ e tu chi sei?” Chiese sorpreso e spaventato nello stesso tempo Fagiolino;” Io sono Frasigone il custode di questo posto meraviglioso che tu vedrai se guarderai dietro le mie spalle,” e così si scostò per fargli vedere meglio.” E’ vero! “ Esclamo Fagiolino … vedendo un’enorme massa d’acqua dalla quale usciva un profumo dolcissimo e ti faceva sentire al settimo cielo, quasi quasi ti sembrava di volare. “ E’ meraviglioso ,” esclamò il piccolo, “ posso entrare? E come si chiama chiese ancora incuriosito .” – “Questo è il lago della Vita ,” rispose Frasigone ,” Io ho l’obbligo ed il dovere di vigilare che nessuno entri a sproposito. E’ un luogo molto ma molto speciale. “ Si , ma io ti ho chiesto come si chiama,” insistette ancora Fagiolino. “ E’ un segreto e se ti comporterai bene te lo dirò al momento opportuno. “- “ Va bene prometto che mi comporterò educatamente, posso entrare adesso “ a quel punto Frasigone si spostò e lo lasciò passare. Fagiolino s’immerse dentro quest’acqua e Uhmmm … che delizia ! non era salata come l’acqua del mare , anzi , al contrario era veramente dolcissima e buonissima. Da quel momento è stato come entrare nel Paradiso. Sentiva spesso la sensazione di una carezza, di un bacio, di tante chiacchiere del suo papà e della sua mamma, che si ponevano tante domande e tanti pensieri per questo piccolo Fagiolino che non riuscivano più a vedere ma sentivano essere lì vicino a loro, quasi quasi accanto e tra di loro. Il tempo scorreva velocemente, passarono alcuni giorni, alcuni mesi, e lì non era arrivato più nessuno. All’inizio un pò per la delusione un po’ per passare il tempo Fagiolino si mise a mangiare. Più mangiava e più grosso diventava. Più grosso diventava lui più il pancino della sua mamma cresceva. Cresceva così tanto che , poverina volle andare a fare un’ecografia per capire cosa stesse succedendo veramente. Sapete cos’è un’ecografia? E’ una foto speciale che fa vedere anche i posti bui e nascosti del nostro corpo. Ci si spalma una crema particolare , magica direi, che illumina tutto e si vede ogni cosa. Così un bel mattino papà e mamma andarono in ospedale e, con grande sorpresa videro che il loro Fagiolino si era nascosto dentro il pancino della mamma. Non c’era nient’ altro di preoccupante, anzi era una bella notizia, una meravigliosa notizia. Il loro piccolino era stato sempre lì vicino a loro. Riuscirono anche a vedere Frasigone e così lo supplicarono di dare a Fagiolino nuovamente i suoi poteri magici. Sicuramente a quest’ora aveva capito di aver sbagliato a scappare da solo. Fortunatamente non si era allontanato troppo. Senza rendersene conto, era rimasto in casa con la mamma. Lui era ancora piccolo, troppo piccolo per andarsene in giro da solo e di certo aveva imparato la lezione che non si scappa via così senza dire niente a nessuno, soprattutto alla mamma e al papà. Infatti essendo così piccino aveva sbagliato ad usare i suoi poteri magici. E adesso? Cosa si poteva fare adesso chiesero a Frasigone i due genitori preoccupati . Frasigone dall’alto della sua maestosa presenza , rassicurò mamma e papà. Si, Fagiolino aveva capito perfettamente la lezione. E’ vero che all’inizio non si preoccupò affatto dei sui genitori, dal momento che voleva girare il mondo a tutti i costi e subito, però se in quel posto si stava molto bene, direi divinamente, era anche vero che non aveva nessuno con cui parlare, chiacchierare e giocare. Non era quello che il mondo che voleva conoscere, non era così che voleva trascorrere il suo tempo e , negli ultimi giorni era diventato triste, molto triste. Si sfogava dando tanti calci al punto che la mamma si era preoccupata moltissimo. Frasigone lasciò passare qualche giorno ancora, volle dare il tempo ai due genitori di prepararsi ad accogliere Fagiolino. Nel frattempo ritornato nella sua torre di controllo, chiamò Fagiolino e gli chiese :-“ ti vedo molto triste Fagiolino non sei più contento di stare qui con me in questo mondo meraviglioso, sereno e dolce? “ – “ Si signor Frasigone, lo sono, ma sono anche molto triste perché mi mancano la mia mamma ed il mio papà. Sono stato monello a scappare senza dire niente a loro. Li ho sentiti spesso preoccupati ed in pensiero per me. Vorrei tanto andare da loro ed abbracciarli , dargli tanti bacini e tante carezze, così se mi perdoneranno anch’io avrò tanti bacini, tante coccole e tante carezze , ma non posso, non ho più i miei poteri magici e non so come uscire da qui. Non è che tu potresti aiutarmi a trovarli. Lassù quando li ho persi era molto buio e io non so trovare la strada giusta per andarli a cercare .” – Frasigone lo guardò intenerito e senza dirgli niente fece una magìa e gli restituì i suoi poteri , poi gli disse:- ” sei sicuro di aver perso i tuoi poteri definitivamente? Hai provato ad usarli ancora? Ti sei scoraggiato subito, provaci adesso.”
Fagiolino chiuse gli occhi , li strinse forte forte e urlò:
“ Mammina, Paparino voglio venire da voi, perdonatemi! Vi supplico aiutatemi ”
In quell’istante successe di tutto! Acqua,vento tremori, ogni cosa sembrava avesse delle convulsioni tremende. Tutto il tunnel si scosse … un po’ si allargava un po’ si stringeva, ad un certo punto Fagiolino non capì più nulla, si sentì scaraventato fuori esattamente come all’inizio del suo viaggio l’acqua l’aveva catapultato dentro quel tunnel nero e profondo. Tutto ad un tratto sentì una ventata d’aria fresca , aprì gli occhi e vide la sua mamma ed al suo papà che lo tenevano stretto stretto e lo sbaciucchiavano tutto felici e contenti e così rimasero per sempre.
La magia era perfettamente riuscita.