Paola Toniolo - Poesie e Racconti

A volte la testa ha ragioni che il cuore capisce un po’ dopo

 

Surplus

 

Mi manchi, ma non come l’aria

che senza di te posso vivere lo stesso. 

 

Manchi… 

come il tuffarsi in mare a febbraio

come la birra quando si è a dieta

come il verde lavorando in ufficio

come una vacanza ad agosto

 

Manchi…

come mancano tutte quelle cose di cui puoi fare a meno,

ma senza le quali non c’è gusto a sorridere

 

come mancano tutte quelle cose di cui puoi fare a meno, 

ma senza le quali non c’è gusto a essere dove si è 

 

come mancano tutte quelle cose di cui puoi fare a meno, 

ma senza le quali non c’è gusto a svegliarsi. 

 

Se io ti mancassi la metà 

allora ti mancherei come l’aria. 



A volte la testa ha ragioni che il cuore capisce un po’ dopo

 

Irrealizzato

 

Ti porterò

delle arance candite

tre girasoli

e una domanda.

 

Lo farò

per chiederti scusa di essere lì

per chiederti scusa di averci messo tanto

per chiederti una possibilità per entrambi 

 

Ti chiederò di abbassarti un po’, 

che fin lassù mica ci arrivo.

 

Avrai tre possibilità: 

farmi entrare per un po’ 

uscire tu

o non farmi uscire più. 

 

La quarta possibilità non esisterà. 



A volte la testa ha ragioni che il cuore capisce un po’ dopo

 

Dissonanze

 

Non sentire nulla 

se non l’acqua che si insinua tra scogli e pietre.

 

Non percepire nulla

se non la propria pelle che si scalda al sole, 

sempre di più. 

 

Non assaporare nulla 

se non il sale sulle proprie labbra, 

dopo l’ennesimo bagno in mare.

 

Non vedere nulla 

se non il rosso cieco del sole attraverso le palpebre chiuse.

 

Eppure il mio essere non condivide questa quiete.

Lo stomaco si attorciglia,

la mente continua ad aprire porte su stanze da poter vivere 

e poi le richiude.

 

Rimango immobile nella hall dell’albergo delle possibilità, 

incapace di muoversi. 



A volte la testa ha ragioni che il cuore capisce un po’ dopo

 

Vizi

 

Vorrei poterti viziare. 

Due bicchieri di bianco già versati al tuo ritorno

regalarti caramelle, anche se non mangi dolci

portarti in tutti i posti che preferisco

 

Vorrei potermi viziare. 

Godere di ogni secondo con te

farmi abbracciare dopo una doccia

trovarti che cucini cantando “Solea”

 

Vorrei poterci viziare. 

Progettare vacanze che mai faremo

visitare case che mai compreremo 

e fare l’amore, 

mai più come potesse essere l’ultima volta. 

 

Vorrei…

che vorrei diventasse voglio

che potrei diventasse posso

che farei diventasse ho fatto

 

Essere con te in un bar oscuro,

ma poter essere al centro di una piazza


E non farti sentire più ladro. 



A volte la testa ha ragioni che il cuore capisce un po’ dopo

 

Prospettive

 

C’è stato un periodo 

in cui mi sembrava di essere anni luce avanti a voi.

C’è stato un periodo

in cui mi sembravate bambine in confronto a me.

 

C’è ora un periodo 

in cui vi vedo donne, splendenti, felici, realizzate, mamme.

C’è ora un periodo 

in cui vi vedo anni luce avanti a me.

 

E vedo una me impacciata, indecisa, inconcludente

da sempre convinta di stare per realizzare tutti i miei propositi

ora invece li sgretolo per non si sa bene cosa.

 

Per capire me stessa.

Una me stessa che si è però sempre solo capita negli altri.



A volte la testa ha ragioni che il cuore capisce un po’ dopo

 

L’amore è un’altra cosa

 

Eppure ti credevo magico.

 

Un amuleto

che però funzionava soltanto con me.

Un’emozione

che però nasceva soltanto con me.

 

L’hai detto tu.

 

Eppure ora non lo sei.

 

Sei colui che mi sta facendo capire quale è il mio posto

colui che mi sta facendo capire che, in fondo 

si ha bisogno di complicità non di un amore da favola.

 

Perché a volte, bestiolina, l’amore

quello che con un bacio ti risveglia dal sonno di un fuso

quello che con un ti amo fa rinascere una rosa

quello che con i raggi della luna da cigno su un lago ti fa principessa

a volte, bestiolina, quell’amore

non serve.

 

È una bell’incantesimo

ma destinato ad essere infranto.

È una magia

che può farti perdere la testa

ma a volte la testa ha ragioni che il cuore capisce un po’ dopo.

 


 

 

A volte la testa ha ragioni che il cuore capisce un po’ dopo

 

Dedalo

 

Non sentire nulla di ciò che ci si aspetta

Volerti lasciare e ritrovarti, invece

 

Sentirsi stranamente in equilibrio

Riuscire ad abbracciarti di nuovo

Dormire una notte intera per due notti

 

Possibile?

tutto il mio malessere sparito nel nulla 

esattamente come era comparso.

Sperare di averla risolta così, parlando

 

Eppure poi il telefono squilla

tutto ritorna.

 

Paura di far stare male te, una certezza

Paura di deludere lui

 

Forse potrei deluderlo e sopravvivere, stare male io per qualche giorno, mese 

poi… abituarmi.

Non so se potrei far stare male te, forse mi annienterebbe, non reggerei e tornerei sui miei pensieri.

Deluderei ancora di più.

 



A volte la testa ha ragioni che il cuore capisce un po’ dopo

 

Sopravvivere

 

Divisa

tra amare te e amare me.

 

Conscia

che amare te voglia dire abbandonare me.

 

Più ti amo più ogni cosa che dici ha peso

più ogni tuo commento ha effetto su di me


Conscia

che amare me voglia dire allontanare te.

 

Più mi amo più ogni cosa che dici mi fa arrabbiare

Più ogni tuo commento mi annulla.

 

Tornare amici

Meglio

Difficile



A volte la testa ha ragioni che il cuore capisce un po’ dopo

 

Autoconservazione

 

Rendersi conto di amarti

Senza mai dirtelo 

Perché sei difficile

Perché sei una sfida

Perché, per un pochino, 

mi hai fatto sentire la persona 

che sola poteva scalfire il tuo guscio

 

Eppure

 

Eppure ore sono esattamente come tutte 

tutte le altre di cui assieme ridevamo

 

 

Sono quella 

che forse 

un pochino potresti anche amare 

ma che continui a far sentire un nulla

Esattamente come dicevi mi stavano facendo sentire 

e non meritavo

 

Non sempre ciò che si ama è ciò che può farti star bene 


 

 ESSERE ANIMALE

Soggetto emotivo e oggetto di diritto

Paola Toniolo

 

 

 Introduzione

Lo studio delle emozioni è uno dei campi maggiormente interdisciplinari della filosofia del Novecento: psicologia cognitiva, antropologia, neuro- biologia, etologia sono solo alcune delle discipline che collaborano alla comprensione dell’emotività. Collante di questi approcci è la concezione dell’emozione: non è più percepita come appartenente alla sfera dell’ir- razionalità, bensì come reazione intelligente alla percezione del valore di un’azione; in tal modo essa non può essere esclusa dal ragionamento etico e relegata all’istinto.

Nel saggio ‘Che cos’è un’emozione?’ 1, William James rovescia la tra- dizione che intendeva le emozioni come semplici stati di coscienza accom- pagnati da modificazioni fisiologiche, affermando che esse siano piuttosto percezioni dell’attivazione corporea innescate da input ambientali. Più di recente, l’affermarsi della prospettiva cognitivista ha portato alla defi- nizione delle emozioni come risposte adattive dell’organismo agli stimoli ambientali, inserite in un sistema comunicativo individuo-ambiente 2. Klaus Scherer ha mostrato come le emozioni non siano semplicemente un resi- duo arcaico della nostra origine animale, ma rappresentino un’importante conquista evolutiva: con esse si soppianta la rigidità degli istinti e si apre una nuova e diversa prospettiva di adattamento e sviluppo. Le emozioni vengono allora a essere una potente interfaccia tra organismo e ambiente,

 

1 Cfr. W. James, ‘Che cos’è un’emozione?’ (1884), trad. it. di G. Fonseca, in G. Sta- race (a cura di), L’uomo come esperienza, Napoli, L’Ancora, 1999, pp. 167-186.

2 Cfr. L. Mecacci (a cura di), Manuale di psicologia generale, Firenze, Giunti, 2001.

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in grado di mediare tra le situazioni costantemente mutevoli e le risposte comportamentali dell’individuo 3.

Su questa linea Jerry Fodor sostiene che le emozioni svolgano un ruolo di potenti mezzi di comunicazione atti ad assicurare la coordinazione con altri individui. Le emozioni hanno allora un ruolo fondamentale nell’adat- tamento delle specie poiché segnalano tempestivamente nuove priorità e predispongono il nostro cervello – quindi il nostro organismo – nel modo più appropriato alla situazione 4. Dacher Keltner e Jonathan haidt – e poi il costruttivismo sociale – sostengono infine che le emozioni abbiano anche funzioni sociali e, più specificamente, interpersonali: le emozioni non sa- rebbero esperienze private, ma insiemi – costituiti da regole – che si evolvo- no e assumono un diverso significato in relazione al contesto 5.

Se le emozioni riguardano anche la sfera interpersonale e il rapporto di scambio con l’altro, esse non possono allora essere estranee all’etica. Appa- re dunque chiaro come la formulazione di una teoria etica implichi lo svi- luppo di un’adeguata teoria delle emozioni, viste come strutture cognitive determinate dall’interazione del soggetto con l’alterità 6. Di quale tipo di al- terità stiamo però parlando? Una concezione cognitivo-etica dell’emotività deve prendere in considerazione sia lo scambio tra esseri umani, sia quello tra esseri animali non umani e ancora l’emotività eterospecifica. Per fare ciò occorre, seguendo Martha Nussbaum, concentrare la nostra idea di cogni- zione sulla capacità di percepire il soggetto nella sua possibilità di realizza- zione, nella rilevanza del benessere del soggetto stesso 7. Non essendo però l’essere umano in grado di comunicare, nell’accezione tradizionale, con l’a-

 

3 Cfr. K.R. Scherer, ‘On the Nature and Function of Emotion: A Component Pro- cess Approach’ (1984), in R. Klaus (ed.), Approaches to Emotion, hillsdale, Schererand Paul Ekman, 1984, pp. 293-317.

4 Cfr. J. Fodor, La mente modulare. Saggio di psicologia delle facoltà (1983), trad. it. di R. Luccio, Bologna, Il Mulino, 1988.

5 Cfr. D. Keltner, J. haidt, ‘Social Functions of Emotions at Four Levels of Analysis’ (1999), in Cognition and Emotion, Vol. 13, n° 5 (1999), pp. 505-522.

6 Cfr. M.C. Nussbaum, L’intelligenza delle emozioni (2001), trad. it. di R. Scognami- glio, Bologna, Il Mulino, 2004, in particolare pp. 117-175.

7 Per superare il formalismo e i limiti dell’approccio dei diritti viene proposta una nuo- va prospettiva delle capacità (elaborata in parallelo, ma con alcune differenze, da Amartya Sen e da Nussbaum). Nussbaum stila una lista di capacità minime che dovrebbero essere garantite per permettere a ognuno di vivere e non solo di sopravvivere. Il vero fine delle istituzioni politiche liberali dovrebbe proprio essere il garantirle a ognuno: «Garantire una capacità a una certa persona non è sufficiente a produrre stati interni di disponibilità ad agire. È almeno altrettanto necessario predisporre l’ambiente materiale e istituzionale in modo che le persone siano effettivamente in grado di funzionare», cfr. M.C. Nussbaum, Giustizia sociale e dignità umana: da individui a persone, trad. it. di E. Greblo, Bologna, Il Mulino, 2002, pp. 82 e ss.

 

Essere animale. Soggetto emotivo e oggetto di diritto

 

 

nimale, rimane dello scetticismo riguardo la possibilità per quest’ultimo di provare emozioni e la vita dell’animale viene ridotta ad azioni meccaniche compiute istintivamente.

Ciò che tenteremo di far emergere è invece l’esistenza, anche per l’ani- male non umano, di una ricca vita emozionale. Spunto per questa indagi- ne – prima che teorica pratica – sarà un parallelo tra le emozioni analizzate da Aristotele nel II libro della Retorica 8 e quelle osservate da Marc Bekoff in La vita emozionale degli animali 9; attraverso tali studi noteremo come molte delle caratteristiche proprie delle emozioni umane si trovino iden- tiche in quelle sperimentate dagli animali e come la vita emozionale possa essere un nuovo paradigma per l’attribuzione di diritto.

Questo genere di cose è più evidente se guardiamo l’età dell’infanzia; nei bambini, benché si possano vedere peculiari disposizioni che avranno svi- luppo in seguito, si nota tuttavia come il loro spirito, in questo periodo, non sia praticamente differente da quello degli animali selvatici, da che non è illogico dedurre che alcuni caratteri sono i medesimi in tutti gli animali. 10

Ciò è quanto scrive Aristotele nel VII libro de Vita, attività e carattere de- gli animali: historia animalium, dove approfondisce il tema sostenendo che nella maggior parte degli animali si trovano tracce di stati psicologici co- muni all’essere umano solo in grado minore. Lo stesso sosterrà poi Charles Darwin:

Se nessun essere organico tranne l’uomo avesse mai posseduto poteri menta- li, o se questi poteri fossero stati di natura completamente diversa da quella degli animali inferiori, non avremmo mai potuto convincerci del fatto che le nostre qualità superiori si sono evolute in modo graduale. 11

Ne segue che l’essere animale umano e l’essere animale non umano non so- no due realtà a se stanti, come ha invece voluto la tradizione maggioritaria dal cristianesimo in poi, bensì due realtà in continuazione ed evoluzione una nell’altra.

Due emozioni spesso indicate come caratteristiche dell’essere umano, ma che sono in realtà evoluzioni di emozioni già presenti negli animali, sono l’immaginazione e lo stupore. Per mezzo dell’immaginazione l’uomo

 

8 Aristotele, Retorica, in Opere, a cura di G. Giannantoni, Bari, Laterza, 1973, li- bro II.

9 M. Bekoff, La vita emozionale degli animali (2007), trad. it. e cura di M.C. Catala- ni, Bologna, Alberto Perdisa, 2010.

10 Aristotele, Vita, attività e carattere degli animali: historia animalium, libri VIII, IX, a cura di A.L. Carbone, Palermo, Duepunti edizioni, 2008, p. 37.

11 C. Darwin, L’origine dell’uomo (1871), a cura di F. Paparo, Pordenone, Edizioni Studio Tesi, 1991, p. 78.

Paola Toniolo

 

unisce idee creando risultati inediti, la prova migliore di questo potere è il sogno. Osservando il proprio cane dormire non si può negare tale capacità, è evidente dal movimento e dai versi prodotti nel sonno esattamente come accade all’uomo. Allo stesso modo anche lo stupore è riscontrabile negli animali non umani. Lo si può vedere banalmente in un cane che si stranisce al pianto di un neonato, oppure da testimonianze di esperti come quella dell’etologa-antropologa Jane Goodall, quando descrive la meraviglia di uno scimpanzé nel vedere una cascata. «Mentre procede verso una cascata uno scimpanzé ha i peli della testa dritti come segno di crescente eccita- zione e mentre si avvicina e aumenta il frastuono il passo si sveltisce e nel giungere all’acqua è capace di inscenare una coreografia e di arrampicarsi e dondolarsi da alcune liane» 12, esattamente come potrebbe fare un ragazzo che vede una cascata per la prima volta!

 

  1. emozioni a confronto

Partendo quindi dall’idea che sia l’animale umano che quello non umano possiedano un apparato emozionale comune, sarà ora nostra intenzione intraprendere il confronto precedentemente introdotto: in particolare ci dedicheremo a emozioni quali rabbia, amore, vergogna e riconoscenza.

Iniziamo allora con l’ira: «desiderio, accompagnato da dolore, di una vendetta appariscente a causa di una mancanza di riguardo relativa alla propria persona o a un componente del nostro gruppo, non essendo meri- tato tale disprezzo» 13. Palesemente attendere per giorni di incontrare una persona che precedentemente ci ha danneggiato per poi aggredirla è un comportamento del tutto umano che esprime ira e desiderio di vendetta; non è forse la medesima situazione riportata da Bekoff? Un uomo aveva investito con la propria auto un babbuino, uccidendolo; in seguito il bran- co della vittima si è appostato per tre giorni al bordo della strada finché lo stesso autista non è ricomparso. Non appena l’uomo si è trovato nei pressi del gruppo, i babbuini hanno scagliato pietre verso l’auto in corsa, infran- gendone il parabrezza e costringendo l’uomo alla fuga 14.

La possibilità di esperire rabbia sia per l’uomo sia per l’animale è previ- sta anche biologicamente, esiste una condivisione di neuromediatori, come il testosterone, e di alcune strutture cerebrali, come l’ipotalamo, importanti

 

12 J. Goodall, The Schimpanzees of Gombe: Patterns of Behaviour, Boston, harvard University Press, 1986, cit. in M. Bekoff, La vita emozionale degli animali, cit., p. 79.

13 Aristotele, Retorica, cit., p. 68.

14 Cfr. M. Bekoff, La vita emozionale degli animali, cit., p. 82.

 

Essere animale. Soggetto emotivo e oggetto di diritto

 

 

per l’espressione e il sentimento della rabbia, dell’aggressività e della ven- detta 15.

Ovviamente, come è esperibile l’ira, è altrettanto possibile che anche gli animali provino amore. L’amore è, secondo la definizione di Aristotele,

«il volere per qualcuno le cose che si ritengono buone ai suoi fini e non per altro scopo e l’essere disposti ad attuare queste cose; amico è quindi colui che ci ama e che è ricambiato di amore» 16. Nell’uomo e nell’animale si riconosce l’amore quando si preferisce la stretta compagnia di un altro, lo si cerca, quando lo si vuole proteggere e prendersene cura; anche in questo caso studi scientifici stanno riscontrando che la neuroanatomia e la neuro- chimica che ci permettono di provare il sentimento dell’amore sono molto simili tra uomo e animale.

Passando a esempi pratici è significativo l’amore materno dell’elefan- tessa Echo narrato da Cynthia Moss, direttrice dell’‘Amboseli Elephant Research Project’ 17. Echo, dopo aver partorito un figlio con una rigidità alle giunture carpali tale da impedire il movimento, ha rischiato la propria sopravvivenza – e quella di una seconda figlia – abbandonando il branco partito per l’annuale migrazione e aspettando che la paresi del cucciolo si riducesse. Questo evidenzia chiaramente un attaccamento materno, ma anche il senso di famiglia degli elefanti in quanto viene coinvolta anche un’altra figlia di Echo, che si comporta esattamente come avrebbe fatto una sorella; ma come per l’uomo oltre all’amore materno esiste anche quello coniugale, è il caso di Tika e Kobuk 18, una coppia canina. Kobuk, maschio fortemente dominante, interrompe la sua continua tendenza a sottomettere la femmina solo quando a quest’ultima viene diagnosticato un tumore e, anzi, inizia a occuparsi di lei, lasciandola sola il meno possibile. È grazie a tale comportamento che una notte Kobuk riesce ad avvisare la padrona dello shock che Tika aveva in corso, salvandole la vita.

Passiamo ora a un’altra emozione che spesso l’essere umano prova e che, in alcune popolazioni 19, viene considerata come una delle caratteri- stiche di maggior differenziazione tra uomo e animale: la vergogna. Anche gli animali possono sperimentare tale emozione: «un dolore o un turba- mento relativo a quelle colpe che sembrano condurre alla disistima o dei presenti o dei passati o dei futuri; ci si vergogna quindi per quelle cose che

 

 

15 Cfr. F. Cimatti, Mente e il linguaggio negli animali, Roma, Carocci, 2002.

16 Aristotele, Retorica, cit., p. 76.

17 Cfr. M. Bekoff, La vita emozionale degli animali, cit., p. 64.

18 Cfr. ivi, p. 76.

19 Cfr. M. Douglas, Antropologia e simbolismo: religione, cibo e denaro nella vita socia- le, a cura di L. Leonini, trad. it. di E. Bona, Bologna, Il Mulino, 1985.

Paola Toniolo

 

ci sembrano turpi o a noi o a persone di cui ci preoccupiamo» 20. Come definire, se non vergogna, l’atteggiamento di un macaco che dopo essersi accoppiato, mentre cammina impettito, cade accidentalmente in un fosso e, rialzatosi, controlla immediatamente di non essere stato visto da nessuno?

Solitamente le persone di fronte alle quali si farebbe a meno di fare gaffe sono coloro per i quali nutriamo ammirazione e riconoscenza. La ri- conoscenza è il sentimento per cui si ha gratitudine verso qualcuno per un atto non dovuto compiuto nei propri confronti. Anche ciò è ben visibile negli animali, chiunque abbia adottato un cane o abbia fatto volontariato in una struttura di ricovero per animali non può non averlo percepito. È chiara la riconoscenza che si legge negli occhi di animali salvati da maltrat- tamenti; almeno è quello che sostengono i componenti di un team di subac- quei che nel 2005 liberò una balenottera rimasta impigliata nella fune di un verricello. Non appena l’animale poté riportare lo sfiatatoio in superficie essa strofinò il muso attorno ai suoi salvatori dando dei colpi di coda; ciò che affermò uno dei soccorritori fu: «[…] la cosa mi fece sentire come se lei volesse ringraziarci, rendendosi conto che lei era libera e che noi l’avevamo aiutata» 21.

 

  1. conioni

È da questa espressione, ‘rendersi conto’, che emerge il nucleo fondamen- tale di questo contributo. Si è oggi più propensi di un tempo ad attribuire emozioni agli animali, come abbiamo cercato di mostrare, ma si prova ancora difficoltà ad affermarne la senzienza, cioè la capacità di rendersi conto, di progettare, di avere capacità intellettive e di auto-percepirsi. Ciò che qui intendiamo avvalorare è l’idea per cui non importa sapere cosa gli animali conoscono, poiché il loro benessere è dato da ciò che essi provano all’interno del loro mondo percettivo 22.

La tesi conclusiva, che vorrebbe anche essere provocatoria, è l’inesi- stenza di differenze costitutive tra esseri animali non umani e bambini in fa- se neo-natale o persone adulte incapaci di intendere e di volere, i cosiddetti ‘casi marginali’. Non si esita ad attribuire diritti a quest’ultima categoria a prescindere dalla loro volontà e non sussiste questa titubanza perché i neonati potenzialmente saranno persone dotate di senzienza ed emozioni

 

20 Aristotele, Retorica, cit., p. 83.

21 M. Bekoff, La vita emozionale degli animali, cit., p. 81.

22 Cfr. J. Von Uexküll, Ambiente e comportamento (1934), trad. it. di P. Manfredi, Milano, Il Saggiatore, 1967.

 

Essere animale. Soggetto emotivo e oggetto di diritto

 

 

e perché la persona incapace di attività mentale ne è però stata capace, ma soprattutto perché si conviene sul fatto che entrambi provano dolore ed emozioni. Lo stesso discorso vale per gli animali: nulla garantisce che essi non abbiano capacità cognitive, anzi un numero sempre maggiore di studi sembra propendere per il contrario, e tutto concorre a dimostrare che han- no emozioni, che sperimentano dolore; allora perché non sarebbe logico attribuire e rispettare anche i loro diritti?

Se il potere giuridico tarda così tanto a mettersi d’accordo con le evi- denze scientifiche, è perché – dice Jean-Marie Coulon, primo presidente onorario della Corte d’Appello di Parigi – riconoscere il dovuto rispetto all’animale minaccerebbe le nostre libertà 23. La linea che divide gli esseri degni per loro stessi di considerazione morale e giuridica, da quelli che non lo sono, non passa attraverso la ragione o la capacità di parlare; se così fosse, allora anche i casi marginali verrebbero esclusi; ciò che si deve indivi- duare è la caratteristica che rende gli uomini soggetti morali. Per limitare la morale agli esseri umani occorrerebbe trovare una qualità che appartenesse a tutti gli esseri umani e solo ad essi, ma – come l’etologia ci mostra – tale ruolo non può essere svolto né dalla ragione, né dal linguaggio, né dalla ca- pacità di autodeterminarsi. L’esperire emozioni è invece una caratteristica che accomuna tutti gli esseri umani, normali o marginali che siano, ma essa è condivisa anche dagli animali.

Possiamo dunque ritenere che gli animali siano destinatari di doveri diretti da parte dell’uomo e non soltanto beneficiari indiretti di rapporti morali tra uomini; si apre così la strada verso una giustizia interspecifica. È da notare però che gli animali sono da ritenersi soggetti morali passivi e non attivi, sarebbe assurdo attribuire loro dei doveri nei confronti degli altri animali o degli uomini; dubito che connotarli come soggetti attivi di diritto – umanizzandoli – implichi una migliore protezione del loro inte- resse. Occorre piuttosto insistere sulla valorizzazione della differenza, non fare dell’animale un animot; è a nostro parere più utile per gli animali non umani che l’uomo abbia il dovere di proteggere la loro dignità, piuttosto che avere, essi stessi, il diritto a essere rappresentati nella loro salvaguardia da tutori umani.

 

 

23 Cfr. l’intervento accademico di J. Marie Coulon in occasione del convegno La sof- ferenza animale, dalla scienza al diritto, organizzato dalla Fondation droit animal, éthique et sciences a Parigi (18-19 ottobre 2012).

Paola Toniolo

 

BiBliografia

Aristotele, Retorica, in Opere, a cura di G. Giannantoni, Bari, Laterza, 1973.

Aristotele, Vita, attività e carattere degli animali: historia animalium, libri VIII, IX, a cura di A.L. Carbone, Palermo, Duepunti edizioni, 2008.

  1. Bekoff, La vita emozionale degli animali (2007), trad. it. e cura di M.C. Catalani, Bologna, Alberto Perdisa, 2010.
  2. Cimatti, Mente e il linguaggio negli animali, Roma, Carocci, 2002.
  3. Darwin, L’origine dell’uomo (1871), a cura di F. Paparo, Pordenone, Edizioni Stu- dio Tesi, 1991.
  4. Douglas, Antropologia e simbolismo: religione, cibo e denaro nella vita sociale, a cu- ra di L. Leonini, trad. it. di E. Bona, Bologna, Il Mulino, 1985.
  5. Fodor, La mente modulare. Saggio di psicologia delle facoltà (1983), trad. it. di R. Luc- cio, Bologna, Il Mulino, 1988.
  6. Goodall, The Schimpanzees of Gombe: Patterns of Behaviour, Boston, harvard Uni- versity Press, 1986.
  7. James, ‘Che cos’è un’emozione?’ (1884), trad. it. di G. Fonseca, in G. Starace (a cura di), L’uomo come esperienza, Napoli, L’Ancora, 1999, pp. 167-186.
  8. Keltner, J. haidt, ‘Social Functions of Emotions at Four Levels of Analysis’ (1999), in Cognition and Emotion, Vol. 13, n° 5 (1999), pp. 505-522.
  9. Klaus (ed.), Approaches to Emotion, hillsdale, Schererand Paul Ekman, 1984.
  10. Mecacci, (a cura di), Manuale di psicologia generale, Firenze, Giunti, 2001.

M.C. Nussbaum, L’intelligenza delle emozioni (2001), trad. it. di R. Scognamiglio, Bo- logna, Il Mulino, 2004.

M.C. Nussbaum, Giustizia sociale e dignità umana: da individui a persone, trad. it. di

  1. Greblo, Bologna, Il Mulino, 2002.

K.R. Scherer, ‘On the Nature and Function of Emotion: A Component Process Approach’ (1984), in R. Klaus (ed.), Approaches to Emotion, hillsdale, Schererand Paul Ekman, 1984, pp. 293-317.

  1. Starace (a cura di), L’uomo come esperienza, Napoli, L’Ancora, 1999.
  2. Von Uexküll, Ambiente e comportamento (1934), trad. it. di P. Manfredi, Milano, Il Saggiatore, 1967.

 

 

Pubblicato in: 

Emotività animali. Ricerche e discipline a confronto – A cura di M. Andreozzi, S. Castignone e A. Massaro http://www.ledonline.it/index.php/Relations/pages/view/irene-series