Paolo Grassi

Poesie


Il canto delle balene

Ultrasuoni.

Suoni riecheggianti percorrono gli abissi.

Infrasuoni,
più lontani, più vicini,
Dopler ne andrebbe fiero.

Così dolci, zuccherati, soavi,
armoniosi, angelici…divini.
Colossali entità dal cuore sconcertante.

Due battiti,
un attimo,
otto colpi,
un tuffo,
35 fremiti,
sforzo immane.

E un sentiero tracciato nel nulla degli abissi
Ricade e ripete in egual modo,
qualsivoglia.

Correnti correnti,
e voi correnti,
attraverso il cinguettio vostro,
divulgate il vostro sé in riconoscimento.

Il vostro canto, il canto delle balene.

 


 

Paralisi notturna

Fui colpiti da oscurità notturna,
imminente volontà nell’avviarsi
e un’impossibilità paralizzante.

Pensier cosciente sceverommi realtà
Da sogno;
voce non promise un cenno e,
io,
attonito,
gelato,
non potei nulla se non chiudendo vista;

scorsi alternativo mondo del sogno,
attivo ancor;
riaprii ciglio e tutt’intorno tangibile;
al mancar della luce illusorietà continuò
e, al suo finire,
l’impulso abbandonò ingegno.

Impostosi su corpo,
movimento tornò,
illusione fuggì,
parola sibilò,
spago crebbe interiormente
e insonnia mi accolse.

Mai notte fu così preziosa,
pregevole, raffinata.

Notte di cristallo.

 


 

La forza del pensiero

Stavo seduto su un sasso dipinto sul muro,
crollò;

capii che mente fece dell’immago un sostegno.

Immaginazion conobbe il reale,
trasformò il piatto in palese,

e mi sedetti sui pensieri fuggenti,
correnti.

Quale desio,
quante trasmutazioni in un sol tempo.

Istante che replica ora,
itera ancora…
e adesso non è più il presente di allora.

Quanta memoria,
quanta applicazione.

Origina ancora quel masso
che, daccapo,
frana.

E succedersi dal principio.