Pasquale Roberto Cortese - Poesie

Il tempo non è finito



Di sera…
Davanti all’ardente fiamma del sontuoso camino,
sorseggio quel che resta nel nostro bicchiere.


Ancor sento l’intenso profumo delle tue labbra,
e le parole che fugacemente bisbigliavi e adesso…
nel rivederti immersa tra le luci della sera,

immagino, il nostro, un tempo infinito e impalpabile, qui
nella dimensione del sogno e del mondo antico,
che mai, mai potrà finire, finire…


Riflesse le luci che salgono dal piede montuoso,
e tra le rocce, tenute dal tarassaco e l’ortica estemporanea,
tutto sembra un incanto, un’estasi inattesa,

sento il pigolio degli uccellini ancora in alto al tramonto,
il vento che tra le foglie insinua un delicato e allegro tremore e
la notte, che poi, sfumata giunge tra le nubi e gli occhi del cielo.

 

C’è il nostro riflesso sul vetro appannato e piangente, sul monte.

E mentre stringiamo le mani, preghiamo… che il mondo non cambi mai.

Perché è il tempo nostro che mai, mai dovrà finire.


 

Se amare vuol dire…

 

Se amar vuol dire passione,
è la passione
che voglio incontrar.

Se amar vuol dire tormento,
è il tormento
Che voglio provar.

Se amar vuol dire follia,
è la follia
che voglio sposar.

 

Se amare vuol dire dolore,

è il dolore

che voglio provar.

Ma se amar

vuol dire felicità d’esistere,

allora con te voglio essere felice,

per continuare a viver.


 

Cattivo tempo

Soffia, soffia vien dal mare….

L’aria è dolce e sa di sale….

Soffia e brucia è forte il sole,

sotto il tetto, non brucia il petto.

La barchetta corre via

e c’è chi dice “…salutami zia”.

 

Ma forse è solo un buon guaglione,

che dice il tempo… sarà birbone.

 

E tutti.. “in coppa a la maliarda,

che “… o bucato fa e non se scansa…”

 

Aglio, fravaglio, fattura cà nun quaglia.

Corna, bicorna, capa e’ alice e capa r’aglio”

Con gli scongiuri e con l’amore…

il giorno è bello e torna il sole?

 

Noo… ma se non credi più alle fate,

prendi l’ombrello e vattene al mare.


Radio mitica

 

Quando vien la sera, ti aspetto,
seduto sul vecchio e rigonfio sofà.
Guardo la tua foto e penso,
“In fondo sono il tuo papà”.
Ma tu… sei grande e diverso…
Regole nuove, storie diverse…
Non c’è buio, non c’è sole ed io… son qui desto,
che fuori aspetto spiova e torni il sereno.
La porta è aperta e tu sei sempre quello,
“sei forte pà… che t’è successo?”
e poi veloce corri nella tua “grotta”
perché nessuno lì è ammesso.
“Ma senti… senti che poesia…
alla radio cantano i Rolling Stone,
Musica magica, è storia mia,
dei mitici del rock.”
Ma niente, nulla, è come lo smartphone,
i tuoi contatti, i tuoi post.
Nessuno è come Clementino,
che in fondo poi… gli assomigli un po’.
E la radio lascio a scaricarsi,
mentre seduto fuori ancor stento.
Sento ancor il tuo dolce abbraccio e
“sei forte pa … che t’è successo?”.


Potere sismico

 

Cosi…
il campo dopo l’onda di fumo.
I canneti ricoperti dalla cenere,
giù sulla rugiada soffocandola.
Intorno…
fango su rovine del cemento antico
Un mondo vivo sommerso dal tutto e..
le piazze, i ricordi, l’allegria.
Spenti,
dal faro oscuro della notte
Spenti,
da inutile assurda, realtà.
Adesso tremano appollaiati dal freddo
Tremano per un viaggio senza ritorno
Tremano per quei vagoni di sfollati.
E tremano per le genti dimenticate.
Qualcuno finge però, impotente.
Con la rabbia per una giornata storta,
Le labbra scolpite dai morsi,
E per quella luce soffocante e inutile
e sulle spalle portano un peso infinito.
Per una vita da ricominciare,
Per una terra da ricostruire.


 

Liberamente

Se penso alla follia…
dico oggi sono santo.
Se penso alla normalità…
dico oggi sono pazzo.
Se penso alla stupidità…
dico oggi sono fatto…
Se penso alla bellezza…
dico oggi sono sbronzo.
Ma se penso all’amore,
quello vero con la A gi..gan..te…
ebbene sinceramente dico….
oggi sono innamorato.
Della vita….
naturalmente.
Baldanzoso e goliardico…
ovviamente.
Con le braccia spalancate, plananti…
sull’onda di uno scivolone.
Così da librare via via, capovolto…
sul tetto del mare.
Con i freni tirati, fumanti e magari…
sulla cacca di un cane.
Così…
Liberamente…


La vita è una cipolla

Talvolta serve fermarsi,
per non prendere una storta.
Talvolta serve arrabbiarsi,
per non sentir la colpa.
Talvolta serve cantare,
per farsi un pò ascoltare.
Talvolta serve ballare,
per farsi poi notare.
Talvolta serve pensare,
per non farsi imbrogliare.
Talvolta serve sognare,
per avere un pò successo.
Talvolta serve una finestra,
per respirare aria nuova.
Talvolta serve un’astronave,
per raggiungere un altro mondo.
Talvolta serve giocare,
per aprire un conto in banca.
Talvolta serve lavorare,
per non finir dentro la fossa.
Ma come disse Carl Sandburg
“La vita è come una cipolla,
la sfogli uno strato alla volta,
e qualche volta piangi”.


 

Il senso del vero

Tessere impazzite…
Colorate e confuse sul tavolo.
Scatti di vita..
Sorrisi…
Sul muro…
Incastonati l’un l’altro come addormentati.
Confusi in uno spazio breve,
fugaci,
arrotolati…
Dopo una tempesta di vento…
un terremoto violento…
scivolati giù… per terra.
E sono forze che esplodono dentro…
Un inferno violento…
e che trascinano l’insopportabile dolore della sconfitta.
Ed è lì sul muro che muoiono tutti i vecchi sogni,
nel tragico e atroce tormento di non comprendere più…
il senso del vero.


… cin cin con Apuleio

Vien la neve, su vette e valli,
e vien la barba bianca e riccia…
a chi s’impiccia.
Orsù…
guascone non ti sdegnare,
a lasciar la spada nell’arsenale…
La coppa è bella,
canta e danza,
a dar cazzotto… sul tavolo avanza.
La botte è piena del buon vin…
facciamo tutti un bel…
casin!
“Il primo bicchiere… per la sete,
il secondo.. per la gioia,
Il terzo… per il piacere,
il quarto… per la follia.(1)

Cin cin… con allegria.
(1) Apuleio


Cattivo tempo

Soffia, soffia vien dal mare….
L’aria è dolce e sa di sale….
Soffia e brucia è forte il sole,
sotto il tetto, non brucia il petto.
La barchetta corre via
e c’è chi dice “…salutami zia”.
Ma forse è solo un buon guaglione,
che dice il tempo… sarà birbone.
E tutti.. “in coppa a la maliarda,
che “… o bucato fa e non se scansa…”
“Aglio, fravaglio, fattura cà nun quaglia.
Corna, bicorna, capa e’ alice e capa r’aglio”
Con gli scongiuri e con l’amore…
il giorno è bello e torna il sole?
Noo… ma se non credi più alle fate,
prendi l’ombrello e vattene al mare.


LIVIA E’ MIA MADRE!

Livia mi accarezza,
mi guarda,
mi abbraccia,
mi ama…
Livia ha paura per me,
mi protegge…
Soffre per me,
mi cura..
LIVIA E’ MIA MADRE!
Livia è dolce e comprensiva,
capisce e perdona,
prega il Signore,
mi protegge dal male…
Livia aspetta alla finestra,
vuole scappare e scappare…
muove le braccia al cielo,
è una stella brillante.
LIVIA E’ MIA MADRE!
Dorme sul letto di marmo,
ascolta il mio lamento,
è bella e sorridente,
la prendo per mano
Accarezza il mio respiro,
è aria del mio cammino.
E’ luce viva nella mia mente,
è nella mia follia.
Perché…
LIVIA E’ MIA MADRE!


IL NOSTRO PARADISO

Il nostro paradiso è qui,
su questa collina tra le nuvole,
tra questi alberi, vallate
e fiori che tremano e bisbigliano.
Il nostro paradiso è qui,
nello scintillante sole sul prato,
e le gocce di rugiada che cadendo
vibrano una dolce melodia.
Il nostro mare è il paradiso
mutevole, immenso dio,
che afferra i nostri sogni,
trastulla e ci libera dal male.
Il nostro paradiso è il cielo,
specchio della nostra percezione,
mantello che ci riscalda,
fuoco ardente del sorriso.
Il nostro paradiso siamo noi, con
i nostri figli e i nostri animali,
gli amici che se ne sono andati,
e nel cuore vivono, non dimenticati.


Uno strano sogno (Tripoli 1/9/1969)

Se non fosse stata la Luna,
immensa e meravigliosa nel cielo.
Non fossero state le stelle,
così brillanti e massicce nel firmamento.
Se non fosse stato quel silenzio,
così irreale, imperturbabile e calmo,
e non fossero state le urla
che dal fuori giungevano…
Se non fossero stati gli spari
a farci nascondere sotto il cuscino,
e non fosse stata la bottiglia del latte,
ormai finita e urgente.
Se non fosse stato papà….
che rientrò a casa velocemente…
e non fosse stato l’inferno
che fuori era scoppiato… inaspettatamente.
Avrei allora pensato che quello…
quello non era un giorno vero,
come non era vera la nave che ci portò via,
e non era vera la nuova vita… nostra nel nuovo mondo…
Non era neanche un giorno quello,
ma semplicemente un sogno…
Uno strano sogno…
diverso!
(Poesia premiata con medaglia d’oro al Premio internazionale di poesia “Città di Varallo” 2018

 


Liberamente…

 

Se penso alla follia…

dico oggi sono santo.

Se penso alla normalità…

dico oggi sono pazzo.

Se penso alla stupidità…

dico oggi sono fatto…

Se penso alla bellezza…

dico oggi sono sbronzo.

Ma se penso all’amore,

quello vero con la A gi..gan..te…

ebbene sinceramente dico….
oggi sono innamorato.

 

Della vita….
naturalmente.

Baldanzoso e goliardico…

ovviamente.

Con le braccia spalancate, plananti…

sull’onda di uno scivolone.

Così da librare via via capovolto…

sul tetto del mare.

Con i freni tirati, fumanti e magari…

sulla cacca di un cane.

Così…

Liberamente…



Cattivo tempo

(con filastrocche napoletane)

 

Soffia, soffia vien dal mare….

L’aria è dolce e sa di sale….

 

Soffia e brucia è forte il sole,

sotto il tetto, non brucia il petto.

 

La barchetta corre via

e c’è chi dice “…salutami zia”.

 

Ma forse è solo un buon guaglione,

che dice il tempo… sarà birbone.

 

E tutti.. “in coppa a la maliarda,

che “… o bucato fa e non se scansa…”

 

Aglio, fravaglio, fattura cà nun quaglia.

Corna, bicorna, capa e’ alice e capa r’aglio”

Con gli scongiuri e con l’amore…

il giorno è bello e torna il sole?

 

Noo… ma se non credi più alle fate,

prendi l’ombrello e vattene al mare.


Il senso del vero

 

Tessere impazzite…   

Colorate e confuse sul muro.  

Scatti di vita..

Sorrisi…

Incastonati l’un l’altro quasi sognanti.

Confusi in uno spazio breve,

fugaci,

arrotolati…   

Dopo una festa…

Un terremoto violento…

Scivolati giù…

sul pavimento.

Forze che esplodono nel cervello,

un tuono  infernale… violento.

Che trascina insopportabile il dolore…

della sconfitta.

Lì sul muro…

muoiono tutti i sogni.

Nel  tragico tormento di non comprendere più…

il senso del vero.