Patrizia Pigna

Poesie


Eppure mi inventai una storia d’amore

Non credo alle combinazioni, ma a volte il vento tira verso casa.
Tutto sommato una presenza maschile poteva sgraffire le lunghe
lastre di ghiaccio che si sporcano di farina setacciata.
Per scegliere un amore, a seconda del modello ci vogliono
più di trenta minuti. Ma se il vento riprende a lamentarsi allora
i minuti aumentano. Le carte lasciate sul viale svolazzano lontano e
le gocce di pioggia sporcano le vetrate e l’oscurità si diffonde
senza farti più riconoscere le cose.
Il vento è così, senza condizioni,
senza la voglia del futuro.
Ma tanto eccitante da farti sciogliere lo chignon
raccolto fra i nastri.
Sentivo di ritornare all’inizio e il piatto di minestra sul tavolo
ormai non avrebbe più fumato.
Il vento aveva portato con sè anche il profumo.
Bisognava riattivare tutti i contenuti come in una cesta colma di mele.
Pensai!
Tutto si aggiusterà e finalmente potrò inventarmi una nuova storia!
Preparai in cinque minuti un purè fumante di spezie speciali,
in fondo un amore è un amore. Come poter rinunciare per colpa del vento.
Aumentò la sensazione di gelo e mi ritrovai senza candele
da poter nutrire le mie paure.
Imprigionai tutte le gocce che riuscivo a raccogliere dai vetri delle finestre.
Urlavo di dolore e nel silenzio volevo giustizia. Un amore, uno solo,
prima di addormentarmi, prima di spegnere quel sogno,
prima di svegliare tutti gli altri. In fondo non c’erano cartelli di divieto,
avrei immaginato così un amore.
Lento come come una lumaca spoglia, confuso come il mare in contrasto,
bello dagli occhi verdi cerchiati da mappe stradali.
Un amore sconfinato nel vento che aveva ripreso
a soffiare tra le cose ferme.
Appiccicoso e umido si infilava tra i capelli e
spostava le cose come le sensazioni
scordate di un pianoforte. Fu a quel punto che mi arrestai e
prima di addormentarmi nel mio letto singolo
tirai le coperte fino al collo,
il calore dei piedi arrivò presto al cervello
e l’odore di quell’uomo raggomitolato
alla fine delle mie gambe portò via anche
le ultime mosche nascoste dal freddo.

 


 

 

Il coraggio

Abiltà da acquisire. Nessuno ti insegna a smuoverlo,
ad immaginarlo, a crealo, a scoprire che senza puoi spezzarti
e cascare in voragini sensoriali.
E pur di avvertire quella sensazione di coraggio ci si avventura
dove il tempo non domina ma sfugge.
Il coraggio da avere! Per sfondare una porta, per nuotare nell’oceano,
per non calpestare le mine che come cacche seminano la strada.
Il coraggio! E’ la sostituzione ad un alternatore di un’automobile.
Perché quando ti trovi su una strada selciata devi avere coraggio,
devi saper leggere i cartelli che ti conducono a mete prescelte
e devi saper tornare a luci spente.
Il coraggio di avere il cuore grande del pachiderma,
di saper andare in bicicletta senza pedali di rinforzo,
il coraggio di vivere in fuga con il sorriso fra le labbra.
Ma di sapere che oltre quella rete ci hai solo provato.
Il coraggio!
Quando nasci nessuno ti dice avrai coraggio!
Sarai bella e felice ma senza il coraggio di amare.
Anche se non è domenica o solo giovedì, il coraggio di ogni giorno.

 


 

 

Siamo tutti in gara

Trenta minuti per il pollo al forno,
patate o carciofi, non importa.
Molli o crudi sei gara e ti tocca correre.
Sfide all’ultimo coltello,
ti devi assicurare un coperchio, una pentola,
un sedano tritato.
Decisamente farciti, pensati all’ultimo minuto,
di burro pepato , di crema alla vaniglia,
di rafano scottato.
L’importante è esserci, dietro ai fornelli,
nel frigorifero, sulla piastra,
nei taglieri di legno. Va bene così.
Senza emozioni ti viene meglio,
si suda meno e non devi stare ad asciugarti la fronte.
Le dita sì, è importante leccarle, è importante assaggiare,
è importante sporcarle.
E quel che sarà non sarà.
Si semplifica nel semplice e si aggiunge il sale.
I fuochi si accendono e si resta sul pezzo
fino all’ultima coscia.
Siamo tutti superati, siamo tutti veloci,
siamo tutti in gara.
Per la cloche più grande, per il grembiule rosso,
per la dispensa del re.
Si parte insieme, si arriva da soli
e tutti gli ingredienti della vita si toccano.
Se hai vinto o hai perso, sei in gara,
pollo fritto o impanato.