Pietro De Leo

Poesie


Rivivere il tempo

Non riesco più tra la nebbia
di ogni giorno che passa
a distinguerti come una volta
anche se lucido e attento cerco
di comprenderne il senso.
Inutili balzi nel tempo passato
non mi danno conforto
il tempo che vivo non mi appartiene
di questo son certo.
Questo tempo è degli altri
di chi legge pagine e pagine
ma non ha un foglio scritto
di chi dialoga con migliaia di amici
senza conoscerne il volto.
Amo il mio tempo passato
amo il contatto, amo vederti
anche ingiallito e toccarti
e quando lo faccio rivivere il tempo
di quando ti ho letto.

 


 

Morte di un Emigrante

– Prima di esalar l’ultimo respiro
ha chiesto di tornare
dove vide per la prima volta la luce. –
Ogni risentimento più non mi appartiene,
luogo amaro dei miei giorni più belli.
Ti lasciai gridando vendetta,
ora ti desidero come il padre mio
che non mi ha mai visto crescere,
come il pane quando la fame
infetta il cervello,
come un giaciglio dopo fatiche estenuanti.
Vi prego placate la mia sete
che non ho mai avuto il coraggio
di soddisfare da solo,
vi prego fate in modo che le mie ossa
diventino terra con la mia terra,
secca, amara, piena d’inganni
ma la mia terra.

 


 

La penna

Corri corri tra le bianche righe
per imprimere i tuoi segni
tra le mani di chi ti regge,
chi lo fa perché è studente,
chi per obbligo di servizio,
chi il suo nome deve scrivere a fatica,
chi ti abbraccia dolcemente,
e ti nasconde vicino al cuore,
chi a volte la cerca e non la trova.
Poi ci sono i pensierosi,
che ti mordono la testa,
poi ancora gli studiosi,
che ti consumano come il pane,
e i Poeti, che non riescono
a stare senza te tra le mani.

 


 

Il dono

Non conosco la tua specie
ma la tua forza il tuo coraggio
ammiro.
Stanca e fiera su ruvide rocce,
al sole su tegole rotte,
in mattoni squadrati,
da dove sei uscita?
T’invidio!
La tua cocciutaggine vorrei possedere
anche solo un giorno
per ottenere quello che
giunta sera più non serve.
Ostinata a ogni primavera spunti,
anche se brevi saranno i tuoi giorni
è da te umile sconosciuta
ultima tra le specie viventi
traggo filosofici insegnamenti:
nascere, crescere e vivere
anche un solo giorno è l’immenso dono
di apparire a questo mondo.

 


 

Il vagare della morte

La strada tu non trovi,
per te una vale l’altra,
davanti ad ogni porta
ti fermi per sostare,
poi riprendi il tuo cammino
cercando l’uscio dove entrare,
spesso sbagli direzione,
ma per te non è un problema,
sempre sola più di un cane,
sempre nero il tuo vestito,
tu sei l’unica che non ha amici.
Di tutti le lacrime conosci,
di te sappiamo che sei distratta
e quando vai da qualche parte
non ti aspetta mai nessuno,
ma poi arriva la notte
e riposi a casa di qualcuno.