Niente
Niente,
vuol dir nessuna cosa,
segna il nulla,
quel che non esiste;
eppur fa male
quando scende
in fondo al cuore
e un po’ si muore.
Le nuvole bianche….
Le Nuvole Bianche,
servono al Sole
per farlo giocare a nascondino.
Repentine muovono,
modellate dai venti
in curiose figure.
Le Nuvole Bianche
non portano pioggia.
Dolore
Dolor per morte
rassegnazione trova
e in angolo d’anima
scova rifugio
che porto diventa
a riposar pacato.
Dolor d’amor
non trova pace,
dilaga e devasta,
a gridar si sgola,
nessuno lo sente,
neppur lo si vede,
ma è forte, imperioso,
che mente insidia
e corpo travolge;
trafigge di luce
e oscurità regala.
La Notte
Dolce è la notte,
arrogante s’impone
e inebriante manto
t’avvolge fino a coprirti.
Gli occhi chiudono
al suo cospetto;
immagini, colori e suoni,
che bugiarda realtà
dolcemente regala.
Nostalgia
È come camminar
sulla battigia,
guardando il mare
fino all’orizzonte;
dove col ciel
si bacia e si confonde.
Così la mente
gode d’infinito,
e nel ricordo
penso e resto muto.
Giro il mio capo,
indietro, guardo e vedo,
che il mare ha cancellato
le mie impronte.
Mesto ritorno
sguardo all’orizzonte;
acqua che non cancella
il mio pensiero.
Sol che tramonta,
lento e cala in mare,
cuor che sprofonda
e all’anima il suo dolore.
Dopo la Pioggia
L’odor di umida terra
che quasi ne è sapore,
color della natura
che forte si ravviva;
e brezza investe rami
a muoverne le foglie
e fresche stille cadono
che scintillio n’è dolce.
A mio Padre
Se di tua voce paca
ancor ne sento,
non è solo ricordo,
è sentimento.
Passo del tuo ritorno
par di sentire e languo
e della tua figura
ancor tutto distinguo,
fino a scorger dolcezza
che netta in viso vedo,
fino a carpir sorriso
e adesso ti sorrido.
Del tuo valor conosco
che fiero dentro porto,
sicché d’affetto tuo,
semplice nobiltà sincera,
l’anima ancor si nutre,
e ripasso “Vita Vera”.
E ancora in te rifugio.
Volo di un falco
Dispiegate l’ali,
l’elegante volteggiar,
con esse tese,
come del gesto
preludio d’abbraccio
che non trovi.
Sol’aria a trascinar,
sempre più in alto
fino a sembrar
che il corpo tuo,
dolce scivolar
su azzurro cielo.
E pure il pensier mio,
così s’eleva ed oltre
che penetrare il cielo,
d’azzurro lui s’intinge,
sicché sapide stille
scorrono sul volto.
Pensiero
Leggi il mio pensier
che al tuo venir,
oh sera,
si fa più intenso.
Così Universo invochi
che in tuo soccorso,
dipinga il ciel dei sui colori
e mente mia distragga.
T’accorgi poi, sorpresa,
che volto Suo n’è il quadro
e tutti quei color
fan solo sfondo.
E allor comprendi
E mesta mi sorridi,
e stelle chiami
e pur la Luna.
Così dolce ne lasci
il passo tuo alla notte,
cullar nel suo silenzio,
il dolce pensier mio.
Non spegnere la luce
Non spegnere la luce,
lascia rimanga accesa,
non consentir che buio
tetro sopravanzi.
Non lasciare la mia mano,
conducimi lontano,
pur solo col pensiero,
portami più su delle nuvole.
Portami verso l’infinito,
lì, dove il Sole mai si spegne
e sempre splende e scalda,
sicché buio sia solo parola.
Non spegnere la luce,
lascia rimanga accesa,
non consentir che notte
mi sia precipitar nel vuoto.
Non spegnere la luce,
lascia rimanga accesa,
non consentir che vita
d’essenza più non senta.