Riccardo Montaruli - Poesie

Quadri d’Oriente

 

La sua danza era selvaggia;

una Baccante in rivolta:

libera e bramosa,

smodata e sensuale

nella ricerca folle

delle verginità recise.

 

Lineare il suo proclamare

le sospese appartenenze,

le segrete rigogliosità profuse

in posata armoniosa resa.

 

Le sue caste malie:

maestosità incerte e profumi;

cascate d’argento fresco;

Soli frantumati nel retaggio.

 

al mio amico Massimo B. (1973-1992)

Con amore fraterno.

 

da “Acqua Secca” (1995-1997)


 

 La Baccante

 

Venne la Sorella

Nero Vello

Decorato

Da perlacee pupille

In fiamme

E mi recluse

Nel suo grembo

Nutrendomi l’anima

D’etereo candore.

Notte.


 

 Divenire

 

La permanente lucentezza dello spazio

nell’occidua goccia oasi dell’oblio.

Danza col Sole.

 

da “Acqua Secca” (1995-1997)

 


 

Euridice

 

Deponeva in rifugi disvelati

l’oscura linfa ardente

del suo voluttuoso pianto;

 

e il suo occhio ravvivato

mostrò inattesi stupori:

dipinti immacolati;

ponti diramati;

lasciati naufragare

in grandiosi arcobaleni.

 

Voglio salire sull’antica barca

e passare il fiume di loto.

 

Voglio la benedizione delle tenebre

e varcare le sue fertili sponde

e lasciare le buie caverne scomparse.

 

C’incontreremo nella visione morta,

nell’ampiezza privata della luce.

 

da “Acqua Secca” (1995-1997)

 


 

 La Sposa Folle

 

Annegava la malinconia, tenera e casta

Come un giglio, vagando su prati di cielo:

Come il crepuscolo nel livido mattino

Serena danzava, fulgida e immensa.

 

Fluttuando leggiadri nella fioca brezza,

Sospiravano i veli di porporina luce;

Ammiravano taciti il nero specchio,

Sospeso immobile su foglie di stelle.

 

Una verde fragranza l’anima le invase;

Divini fuochi l’adornarono raggelandola.

Cullata d’iridescenti acque ora dorme,

 

Sognante in estasi il bacio infinito…

E l’avvolse, bianca e tremante, la Notte:

Gelosa e stupita al mistero degli amanti.

 

da “Strade e Preghiere” (2001)


 

Crocevia

 

Quando mite esplode il Mattino

e i prati raschia e rallegra

lasciando ogni perdita alla Notte:

— le fatue radiose sregolatezze. —

 

I suoi fulmini sfumanti in Stelle,

per sbevazzarne il latte fruttifero

bruciante in segreto vacuo accordo.

 

Quando anche noi c’imbarcammo

coi vecchi pescatori tropicali

sbucando nel baratro azzurro:

— Duomo di vetro triste e bello. —

 

Già ubriachi di viaggio e abbandono

e vino e amore e acqua lunare.

 

Nessuno è annegato.

Nessuno è sopravvissuto.

 

Tutto è in salvazione e vaga,

dolcemente,

accanto ai ghiacci.

 

da “Strade e Preghiere” (2001)


Terra del Sole

 

Schiena di marmo verde levigata al Sole;

sudore nei deserti ghiotti aridi di baci;

fiori di geometrie esplose di speranza;

città innaffiate da lacrime riarse;

rami di polvere intarsiati d’edera:

eccoti, nuda e forte, amata terra.

 

Torrida naturale gialla Africa,

ridesta urlando dalle acque il Sogno!

Suggella i fiumi d’ebano spaccati

dai cori tribali dei leoni.

 

Tutto è presente nel tuo ultimo orizzonte,

nel trascorso cammino del divenire ciò che sei.

 

Eccoti, nuda e forte, amata terra:

trionfale andatura

di troppo umani passi

che marciando si dirigono a Sud.

 

da “Strade e Preghiere” (2001)

 


 

 Operazione San Francesco

 

C’erano famiglie ammassate affamate

davanti ferrei cancelli caliginosi,

in attesa di sbranare piatti vuoti:

pasti scalzi di generazioni vittoriose.

 

Solo i fratelli accogliendone le suppliche

imboccavano le fosse fonde.

 

Piedi consunti e cotti dalla pioggia

riposano in scarpe senza suole:

solo il vento le incita e scuote,

avvolgendole in strade di cupezza.

 

Ma mai abbastanza stanche o arrese

intuendo il tracciato immanente

cui un futuro ancora incerto

nuovamente le distende e chiama.

 

Uno scricchiolio freddo d’ossa echeggia,

annunciandone il prossimo viaggio.

Un luccichio d’abisso s’aprì al passaggio.

 

da “Strade e Preghiere” (2001)

 


 

 A Song for Nanay

(Canto alla Madre)

 

Divenisti nuova Madre;

E il mio acerbo silenzio

Le tue antiche mani accolsero:

Pietas che l’Uomo al Cielo riunisce.

 

Non arrivai in tempo ad udire

Il lacerante canto del tuo andare

Incontro la grande Figlia liberata;

L’Eterna Madre dei tuoi Bambini.

 

Occhi muti schiusi al Sole di Manila

Celarono il suono del tuo respiro;

Voce perfetta nella sofferenza cantava;

 

Voce di nuovi mari in lontananza

E nuove terre di beatitudine inaudita.

E il tuo bacio a Rose illumino`: a sera.

 

da “Odi all’Amore Mortale” (2016)

 


 

L’Eternità ritrovata

 

Nego le Stelle:

terrestri e spente.

Non cerco Dio.

So solo me stesso

e la mia morte.

 

Non le tue piccole mani, figlia,

fresche di vita appena nata;

 

non le tue giovani mani, figlio,

fresche di vita appena cresciuta;

 

non le vostre bianche mani, figli,

custodi sapienti delle stelle.

 

Nego le stelle:

eteree di luce.

Non cerco Dio.

So solo di voi

e la vostra vita.

 

da “Odi all’Amore Mortale” (2016)