Rita Antoniolli - Poesie

LA STORIA DI MAIANA

 

La storia di Maiana è tempestosa:
il suo corpo, la sua pelle e il cuore
conoscono le più atroci violenze d’ogni genere umano e disumano.
May, come tutti la chiamano, è sempre stata una ragazza silenziosa, taciturna e malinconica.
Preferiva essere un’esclusa, viveva nella sua oscura solitudine.
Fisicamente era una bella ragazza bionda, alta e snella, ma  non aveva mai conosciuto l’amicizia e l’amore, nemmeno della sua famiglia.
La sua infanzia era costellata di case famiglia e di reparti di psichiatria.
La sua famiglia viveva in una roulotte e i suoi genitori erano spesso assenti e sempre ubriachi.
Da loro aveva appreso solo l’odio e la massima falsità: una bugia dopo l’altra.
May era sempre considerata l’indesiderata e un’amica sfigata: nessuno dei suoi coetanei la prendeva in considerazione, tutti la rifiutavano ogni volta con volgarità, disprezzo e discriminazione.
Maiana preferiva perciò vivere la sua quotidianità sola, sotto un grande salice piangente, perché lei così si sentiva moralmente piangente.
Non conosceva  giochi e  bambole, l’unico suo passatempo era guardare i fiori dei prati, le nuvole del cielo e il sole che sentiva scaldare il suo esile corpo infreddolito.
Era una ragazza molto riflessiva, credeva alle cose che pensava, ma che spesso la tradivano.
A quindici anni aveva conosciuto un ragazzino molto più grande di lei: Alexander.
Alexander aveva vent’anni, era scaltro e con qualche problema con la giustizia.
Aveva incantato May con il suo sguardo furbastro e malizioso.
Lei, sensibile e turbata da molte frustrazioni, si era innamorata di lui.
Lui la colmava di ogni cosa materiale, dal sesso alla droga, fino ad incastrarla in un gioco losco, clandestino di scommesse e ingiustizie mortali.
Una sera di fine luglio, Alex venne arrestato nuovamente e da quel momento la storia con May andò verso il declino totale.
Lui sparì dalla vita di Maiana e lei cadde nuovamente in una profonda e orribile depressione, al tal punto da non voler più vivere.
Da quel giorno per lei iniziò il calvario tra ospedali e strutture psichiatriche, sola come un animale abbandonato.
Maiana si chiedeva sempre più raramente che significato avesse la sua vita e si interrogava se Dio realmente esistesse: se c’era doveva mandarle un segno preciso da lei richiesto.
Due settimane dopo, le arrivò accanto una presenza inaspettata.
Conobbe Laira, sua compagna di camera e, con il passare del tempo, diventarono grandissime amiche, sorelle inseparabili.
May iniziò così a scoprire le cose belle: una vita sana e reale, i veri e gioiosi sentimenti, le forti emozioni. La sua vita cambiò totalmente, così tanto che non
si aspettava che Laira fosse quella sorella sgradita ai suoi genitori, nata prima di lei e di cui nessuno della sua famiglia voleva parlare.
Era una gioia talmente grande che, con la sorella accanto, affrontò e risolse ogni problema con il sorriso sempre stampato sulle labbra. 


VAJONT

 

 

Sbalordita dalle immagini
di quel crocifisso regalato
galleggiante in acqua,
lo sbalzo d’acqua
da una diga non calcolata
con esattezza …
Vallate in frantumi,
paesi sommersi
corpi sparsi ovunque…
Chi scappava,
chi restava nel suo paese
con le mani strette al capo,
piagenti…
Finisce il film nel suo ricordo
alzo lo sguardo al cielo
pesando alle sue vittime
le mie lacrime escono a dirotto
sono tonnellate di crudeltà
non mi danno pace,
ricerco silente la verità….


LE STAGIONI

 

L’estate e la primavera sono create per la buona compagnia…
L’autunno e l’inverno invece sono state pensate per vivere una vita in pacifica solitudine…
Preferisco le stagioni fredde, ma non disprezzo nemmeno le stagioni calde perché entrambe mi fanno pensare e riflettere al percorso e al decesso dalla vita stessa…


LA NOSTRA FOTO

 

Guardo una nostra foto

quasi sbiadita dalle intemperie,

di anni accumulati di polvere

ma che del tuo ricordo

vive ancora d’intenso…

Guardo questa nostra foto

e ti penso con l’anima

ancorata alla tua mancanza…

Guardo la nostra foto

e profuma ancora

di quegli attimi profondi

di un’infanzia felice,

di noi bambine serene,

spensierate…

Guardo ora questa foto

con le lacrime dell’ingiusto

di quelle strade che si sono divise,

di te che ti cercavo ovunque

di te che volevo riabbracciare

di te che volevo incontrare…

Guardo questa foto

l’unico e ultimo ricordo di noi 

ora che stai lassù…

Ora abbraccio tua mamma

per averti ancora vicino

per sentire la tua presenza

a sfiorare nuovamente

il mio cuore e dirti

che mi manchi,

mia piccola ma grande amica

del cuore!


INDIFESA

 

Una malattia che consuma

le membra,

le ossa in frantumi,

il fisico cambia

senza il tuo consenso…

Ti cambia,

ti sbatte impetuosa

a terra…

Mi ricerco, mi ritrovo

in un’ombra di un anziano

seduto amareggiato e solo…

Sì è proprio così 

una vita ingiusta e oscura

crudele e indifesa,

chiusa e rinchiusa

in una gabbia 

senza uscita.


NON È NIENTE

 

Niente,

non mi aspetto, niente

come se fosse fumo

come se fosse lampo

come se fosse temporale…

Non è il tempo di scherzare,

nemmeno di ridere,

non è il tempo di viaggiare

con i sentimenti altrui,

non è il momento opportuno

dell’abbandono,

non è l’occasione

di rincorrere

il tempo perduto…


NON È FACILE

 

Non è facile per me, vivere

se accanto non ho anche te,

il dolore della lontananza

l’ho provato,

così tanto patito…

Nei passi lenti della mia vita

ho bisogno anche di te,

della tua mano

per saltare l’ostacolo…

della tua spalla

per confidarti il terrore

della mia malattia…

alle volte di una tua spinta

per saper con coraggio

affrontare la solitudine,

l’immensa sofferenza,

spesso la mia finta timidezza…

Ho bisogno del tuo insegnamento,

di una tua delicata, sensibile sberla

per farmi capire, non sprecare

le ricchezze di DIO

che ci manda e ci dona

dal cielo per amore,

per darci calore…

Infine la tua presenza 

è come una lampada

sempre accesa…

Così tanto vorrei

che la mia strada, il mio cammino

sia sorretto, illuminato

dall’ardente tuo chiarore…

Vorrei tanto possedere

una fede salda,

credere, non vacillare

tenermi sempre unita

al mio Dio,

al nostro Dio…

Ho bisogno di un canto

della tua voce soave

per giungere, abbracciare

DIO.


SOLO CON TE

 

Solo con te

ho aperto totalmente

il mio cuore,

senza maschere,

senza barriere,

senza finzioni…

Solo con te

sono andata oltre

il dolore 

che mi opprimeva,

che mi schiacciava,

che mi distruggeva…

Solo con te

ho cercato di andare oltre

ai miei stati d’animo,

ai miei turbamenti

ai miei disguidi…

Solo con te, grazie a te

ho trovato un equilibrio

psicologico, sociale

poi emotivo…

Ora sto bene,

ho trovato la mia strada,

la mia casa,

la mia via,

la mia vita…

me stessa!


GIARDINO DI CASA MIA

 

Piccolezza agghiacciante,

adolescenza distruttiva,

sono cresciuta come un rosario

pungente e intrecciato…

Poi ho incontrato te 

che con le tue buone parole

ho potuto fiorire,

con la tua costante presenza

sono diventata la rosa

più bella ed emotiva 

del giardino di casa 

mia.


NON TI CONDANNO

 

Libera il tuo cuore,

vivi la tua vita

sprigiona il tuo dolore

senza temere la vergogna…

Sii pacifica, sii sovrana

non aver paura,

riprendi il tuo cammino,

prendi il volo…

Posa le tue ali

Se vuoi,

vieni da me…

ti prometto,

non ti giudico…

Confida a me

il sovraccarico

del tuo dolore,

salva la tua vita,

se vuoi vieni da me

che non ti

condanno…


SOTTO LA QUERCIA

 

Era passato accanto a me, era bello e biondo. Correva veloce e sfuggiva lontano, fui cosi folgorata da un raggio di sole. Abbagliata da una luce tiepida e soave, lui emetteva un profumo profetico, non conoscevo nè celebrità, nè la sua provenienza.

In un secondo mi addormentai e poco dopo all’improvviso mi risvegliai terrorizzata, infreddolita e angosciata.

La sua immagine misteriosa e inquietante mi scorreva come razzi, proiettili, missili e nella mia visione compassionevole  piansi disperatamente, angosciosamente, furiosamente in silenzio. Sola nella steppa oramai oscura della notte senza luna,  non c’erano neppure le stelle, sentii brividi, tremolii e raffiche di vento gelido. Avevo sempre più paura, ero completamente sola e non avevo nemmeno un filo di voce per urlare in quel momento di bisogno , ero isolata nel deserto di Sonora. Da lontano, circa a quaranta passi da me avvistai un misero cartello arruginito che mi chiamava con il suono di un robot e sussurrava piano, piano ma molto lentamente il mio nome

Presi un enorme spavento, ero immobile, più rigida di quella statua che si trovava nel bel mezzo della città del Guatemala. 

Assorta dai miei tremila pensieri, l’assurdo segnale urlava sempre più ad alta voce, a squarcia gola, sempre il mio stesso nome, ma la mossa più assurda e raccapricciante era lui! Il nostro caro, misterioso robot. 

Il suo sospiro affannoso sempre più vicino alla mia presenza, avrei voluto scappare lontano, dove non mi poteva più raggiungere ma era già troppo tardi, troppo tardi. 

Nell’istante che mi avvinghiò a lui ferocemente, mi svegliai sotto una grande quercia e nel frattempo che mi destai, nei pressi c’era una grande e festosa fiera dal curioso nome “coniglio dal muso nero”??? 

Nel secondo che mi alzai, all’improvviso intravedo una forte e robusta mano che dolcemente mi aiutò ad alzarmi per poi con lui proseguire. Era Giò quell’angelo che all’inizio mi spaventò. Era solo un sogno, purtroppo un sogno lontano dalla realtà.

                                                            


 

UN PEZZO DI ME

 

Ero una vagabonda è cercavo la mia libertà, stesa o seduta giorno e notte in una panchina alla stazione a me più vicina…

Ho visto tanti treni passare, transitare e molte persone tristi, sguardi persi osservanti sul nulla che guardavano attraverso un finestrino opaco, arrugginito, sporco, oscuro…

Io, li ferma immobile cercavo lo sguardo, quel pensiero e la timidezza del suo cuore, l’immagine di quel volto invisibile…

Era così bello, profumava d’incenso era biondo e riccio, occhi azzurri come l’immenso…

Era un angelo, di nome “Angelico”, passava da me ogni mattina allo schioccare delle sette in punto…

Mentre passava, mi guardava, mi scrutava e dolcemente sussurrava: “tenerezza mia, buon giorno!!”

Poi nel mezzo del silenzio, tra la folla confusa e chiassosa, scompariva nel nulla, era l’amico invisibile, l’amico immaginario che dalla notte al giorno dal freddo al caldo mi teneva compagnia…

Non era l’unico amico immaginario, poi c’era Gino, lo spazzino. Un uomo tutto fare, era buffo, rideva con bontà, si sapeva far valere, nonostante la sua povertà e la sua mancata sdentatura ma cantava come un grillo…

Ho trascorso anni tra il camminare, sedermi in una panchina a pregare per poi lodare e ringraziare l’indomani, per poi  incontrare finalmente il mio adorabile e dolce compagno. La storia finisce che: ci sposeremo!!! 


VOGLIA D’AMARE

 

Non è facile vivere

nell’amore

ma vien più spontaneo

dare l’amore…

 

Non cerco l’attenzione 

d’essere amata

nemmeno contraccambiata

ma vorrei solo amare

nel mio silenzio

liberatore…

 

L’amore non è tanto ricevere

ma più che tanto dare, donare

modo in cui ti riempie il cuore

e ti gratifica gratuitamente

l’anima… 

 

Ho voglia d’amare! 

(Dedicata a tutte quelle persone che porto nel cuore. 

Che amo ogni giorno) 


LA NASCITA DEL NOSTRO AMORE

 

La prima volta che ti conobbi

non la ricordo nell’immagine

dei miei pensieri,

forse a quel tempo

eri un colore tiepido,

poco vispo,

ma poi è arrivato quell’abbraccio 

spontaneo, ma

vissuto con tenerezza, 

nascosta timidezza…

Un brivido intenso lungo la schiena

e fu, la campana 

dell’amore,

i miei occhi brillavano

di un’intensità infinità…

Tu, nello stomaco sentivi 

il volo delle farfalle

io, donna ingenua, 

stordita non capivo,

nemmeno intuivo…

Ero persa, 

non facevo nient’altro

che vedere, stravedere

l’arcobaleno impresso 

nell’ immenso 

tuo unico splendore!

 

(Dedicata al mio compagno Michele, con immenso amore…). 


NON TI DIMENTICARE

 

Questo pomeriggio sotto il cuscino
ho trovato un libro
di un scrittore sconosciuto, ma da me
tanto stimato e apprezzato.
Al suo interno
una rosa profumata,
di una bellezza incantevole
tra i suoi petali
un sottofondo musicale
che richiamava
la massima attenzione.
La musica, il fiore
quel libro di disegni
di incantevoli favole,
poesie e pensieri…
È stato l’attimo più neutro
dove ricordavo
la mia infanzia, la mia adolescenza
la mia più grande energia trascritta
e poi riscritta
in una grande poesia,
la mia poesia…
Al suo interno, un biglietto
con su scritto:
“non ti dimenticare!”.

(Dedicata al gruppo di lettura

“Prendiamoci il tempo”). 


SEI TU, IL MIO SOGNO

 

Tra missione e buona compagnia

incontro la mia migliore amica

condividendo emozioni e melodie

incise eternamente

nel cuore e nella mente

per poi diventare l’unità

la sorprendo continuamente

realizzando un mio primo sogno

che la commuove continuamente…

Tra dispiaceri e problematiche

per dieci anni purtroppo

ci siamo allontanate

alla fine ritrovate.

Tra una parola e un forte abbraccio

giocando a nascondino

in seguito a girotondo

nasce un altro sogno

ti ho scelto alla mia sinistra

per renderti mia sorella.

Mi contempli pazzoide, coraggiosa

eppure ironica,

benvenuta nella mia famiglia

tra il ridere e il coraggio

ci sta di mezzo,

la mia allegra simpatia.

(Dedicata a DANIELA, la mia comare). 


La mia malattia la “FIBROMIALGIA”

 

Oggi potrei giocare come domani potrei dormire…

Oggi potrei stare bene come domani potrei stare male…

Oggi potrei ridere e sorridere come domani potrei piangere…

Oggi potrei scegliere come domani potrei rinunciare…

Oggi potrei vivere come domani potrei morire…

Oggi e domani potrei vivere “serenamente”… 

sotto questo cielo stellato

sotto questo sole splendente

sotto questa stella luminosa

sotto questa luna silenziosa

senza poter nascondere

l’assurdità di questa malattia

che non mi fa germogliare

come un ramo di un bel ciliegio

come il profumo di un fiore di pesco 

come il calore di un ramo intrecciato

come il rumore di un salice piagente

come la vita che realmente vorrei…

Vivere o piangere senza nascondere

il silenzio di questo snervante dolore

il sospiro di questo toccante calore

il grido di questa atroce ferita

il pianto di questa dolorosa realtà…

Vorrei anche io vivere

la mia sconosciuta bellezza

seppur tanto sofferta ricchezza!

(Dedicata a tutte le donne che ogni giorno lottano contro questa rara e incurabile malattia)


MAMMA

 

Non ti ho mai pensato

così intensamente

oggi ti regalo

non solo il mio cuore,

fiorellini e cioccolatini

per ogni momento

che ci sei stata,

per ogni perdono da te ricevuto

per ogni carezza, nonostante

le ferite che ti ho provocato

per ogni bacio in fronte

nei momenti di solitudine.

Con tutto questo

rinchiuso nel mio intimo, 

ti voglio urlare:

MAMMA, TI VOGLIO BENE! 

(DEDICATA A MIA MAMMA) 


IL BENE DI MIO PADRE

 

Mentre ero abbracciata a mio padre

gli chiesi con delicatezza

se mi voleva bene

ci fu solo un assordante silenzio

nessuna parola se non

il battito del suo cuore

e delle sue folti ciglia…

Lo salutai intimorita

pensai alla mia ingenuità

come sempre

pensai di sbagliare

mentre mi incamminai

verso casa,

mi resi conto con stupore

del “dono”

che mi aveva fatto.

Osservai l’orizzonte

guardai l’azzurro del cielo

tutto ciò che lui era

quello che faceva per noi,

era solo, solo,

il suo più grande

gesto d’amore,

non poteva avere

altre parole.

(Dedicata a mio papà) 


ROSA BLU

 

Stanotte la luna

rifletteva dalla finestra

un assoluto splendore

mente l’osservavo

mi sei entrata nel cuore

con un immenso chiarore

per farti un regalo speciale, 

ti dono una preziosa

rosa blu, 

un piccolo foglietto rosso

dove ti presento 

i pensieri che trattengo

strettamente nel cuore

nel suo interno

bisbigliano uniche

parole. 

(Dedicata a Patrizia, una vera amica)