LA STORIA DI MAIANA
La storia di Maiana è tempestosa:
il suo corpo, la sua pelle e il cuore
conoscono le più atroci violenze d’ogni genere umano e disumano.
May, come tutti la chiamano, è sempre stata una ragazza silenziosa, taciturna e malinconica.
Preferiva essere un’esclusa, viveva nella sua oscura solitudine.
Fisicamente era una bella ragazza bionda, alta e snella, ma non aveva mai conosciuto l’amicizia e l’amore, nemmeno della sua famiglia.
La sua infanzia era costellata di case famiglia e di reparti di psichiatria.
La sua famiglia viveva in una roulotte e i suoi genitori erano spesso assenti e sempre ubriachi.
Da loro aveva appreso solo l’odio e la massima falsità: una bugia dopo l’altra.
May era sempre considerata l’indesiderata e un’amica sfigata: nessuno dei suoi coetanei la prendeva in considerazione, tutti la rifiutavano ogni volta con volgarità, disprezzo e discriminazione.
Maiana preferiva perciò vivere la sua quotidianità sola, sotto un grande salice piangente, perché lei così si sentiva moralmente piangente.
Non conosceva giochi e bambole, l’unico suo passatempo era guardare i fiori dei prati, le nuvole del cielo e il sole che sentiva scaldare il suo esile corpo infreddolito.
Era una ragazza molto riflessiva, credeva alle cose che pensava, ma che spesso la tradivano.
A quindici anni aveva conosciuto un ragazzino molto più grande di lei: Alexander.
Alexander aveva vent’anni, era scaltro e con qualche problema con la giustizia.
Aveva incantato May con il suo sguardo furbastro e malizioso.
Lei, sensibile e turbata da molte frustrazioni, si era innamorata di lui.
Lui la colmava di ogni cosa materiale, dal sesso alla droga, fino ad incastrarla in un gioco losco, clandestino di scommesse e ingiustizie mortali.
Una sera di fine luglio, Alex venne arrestato nuovamente e da quel momento la storia con May andò verso il declino totale.
Lui sparì dalla vita di Maiana e lei cadde nuovamente in una profonda e orribile depressione, al tal punto da non voler più vivere.
Da quel giorno per lei iniziò il calvario tra ospedali e strutture psichiatriche, sola come un animale abbandonato.
Maiana si chiedeva sempre più raramente che significato avesse la sua vita e si interrogava se Dio realmente esistesse: se c’era doveva mandarle un segno preciso da lei richiesto.
Due settimane dopo, le arrivò accanto una presenza inaspettata.
Conobbe Laira, sua compagna di camera e, con il passare del tempo, diventarono grandissime amiche, sorelle inseparabili.
May iniziò così a scoprire le cose belle: una vita sana e reale, i veri e gioiosi sentimenti, le forti emozioni. La sua vita cambiò totalmente, così tanto che non
si aspettava che Laira fosse quella sorella sgradita ai suoi genitori, nata prima di lei e di cui nessuno della sua famiglia voleva parlare.
Era una gioia talmente grande che, con la sorella accanto, affrontò e risolse ogni problema con il sorriso sempre stampato sulle labbra.
VAJONT
Sbalordita dalle immagini
di quel crocifisso regalato
galleggiante in acqua,
lo sbalzo d’acqua
da una diga non calcolata
con esattezza …
Vallate in frantumi,
paesi sommersi
corpi sparsi ovunque…
Chi scappava,
chi restava nel suo paese
con le mani strette al capo,
piagenti…
Finisce il film nel suo ricordo
alzo lo sguardo al cielo
pesando alle sue vittime
le mie lacrime escono a dirotto
sono tonnellate di crudeltà
non mi danno pace,
ricerco silente la verità….
LE STAGIONI
L’estate e la primavera sono create per la buona compagnia…
L’autunno e l’inverno invece sono state pensate per vivere una vita in pacifica solitudine…
Preferisco le stagioni fredde, ma non disprezzo nemmeno le stagioni calde perché entrambe mi fanno pensare e riflettere al percorso e al decesso dalla vita stessa…
LA NOSTRA FOTO
Guardo una nostra foto
quasi sbiadita dalle intemperie,
di anni accumulati di polvere
ma che del tuo ricordo
vive ancora d’intenso…
Guardo questa nostra foto
e ti penso con l’anima
ancorata alla tua mancanza…
Guardo la nostra foto
e profuma ancora
di quegli attimi profondi
di un’infanzia felice,
di noi bambine serene,
spensierate…
Guardo ora questa foto
con le lacrime dell’ingiusto
di quelle strade che si sono divise,
di te che ti cercavo ovunque
di te che volevo riabbracciare
di te che volevo incontrare…
Guardo questa foto
l’unico e ultimo ricordo di noi
ora che stai lassù…
Ora abbraccio tua mamma
per averti ancora vicino
per sentire la tua presenza
a sfiorare nuovamente
il mio cuore e dirti
che mi manchi,
mia piccola ma grande amica
del cuore!
INDIFESA
Una malattia che consuma
le membra,
le ossa in frantumi,
il fisico cambia
senza il tuo consenso…
Ti cambia,
ti sbatte impetuosa
a terra…
Mi ricerco, mi ritrovo
in un’ombra di un anziano
seduto amareggiato e solo…
Sì è proprio così
una vita ingiusta e oscura
crudele e indifesa,
chiusa e rinchiusa
in una gabbia
senza uscita.
NON È NIENTE
Niente,
non mi aspetto, niente
come se fosse fumo
come se fosse lampo
come se fosse temporale…
Non è il tempo di scherzare,
nemmeno di ridere,
non è il tempo di viaggiare
con i sentimenti altrui,
non è il momento opportuno
dell’abbandono,
non è l’occasione
di rincorrere
il tempo perduto…
NON È FACILE
Non è facile per me, vivere
se accanto non ho anche te,
il dolore della lontananza
l’ho provato,
così tanto patito…
Nei passi lenti della mia vita
ho bisogno anche di te,
della tua mano
per saltare l’ostacolo…
della tua spalla
per confidarti il terrore
della mia malattia…
alle volte di una tua spinta
per saper con coraggio
affrontare la solitudine,
l’immensa sofferenza,
spesso la mia finta timidezza…
Ho bisogno del tuo insegnamento,
di una tua delicata, sensibile sberla
per farmi capire, non sprecare
le ricchezze di DIO
che ci manda e ci dona
dal cielo per amore,
per darci calore…
Infine la tua presenza
è come una lampada
sempre accesa…
Così tanto vorrei
che la mia strada, il mio cammino
sia sorretto, illuminato
dall’ardente tuo chiarore…
Vorrei tanto possedere
una fede salda,
credere, non vacillare
tenermi sempre unita
al mio Dio,
al nostro Dio…
Ho bisogno di un canto
della tua voce soave
per giungere, abbracciare
DIO.
SOLO CON TE
Solo con te
ho aperto totalmente
il mio cuore,
senza maschere,
senza barriere,
senza finzioni…
Solo con te
sono andata oltre
il dolore
che mi opprimeva,
che mi schiacciava,
che mi distruggeva…
Solo con te
ho cercato di andare oltre
ai miei stati d’animo,
ai miei turbamenti
ai miei disguidi…
Solo con te, grazie a te
ho trovato un equilibrio
psicologico, sociale
poi emotivo…
Ora sto bene,
ho trovato la mia strada,
la mia casa,
la mia via,
la mia vita…
me stessa!
GIARDINO DI CASA MIA
Piccolezza agghiacciante,
adolescenza distruttiva,
sono cresciuta come un rosario
pungente e intrecciato…
Poi ho incontrato te
che con le tue buone parole
ho potuto fiorire,
con la tua costante presenza
sono diventata la rosa
più bella ed emotiva
del giardino di casa
mia.
NON TI CONDANNO
Libera il tuo cuore,
vivi la tua vita
sprigiona il tuo dolore
senza temere la vergogna…
Sii pacifica, sii sovrana
non aver paura,
riprendi il tuo cammino,
prendi il volo…
Posa le tue ali
Se vuoi,
vieni da me…
ti prometto,
non ti giudico…
Confida a me
il sovraccarico
del tuo dolore,
salva la tua vita,
se vuoi vieni da me
che non ti
condanno…
SOTTO LA QUERCIA
Era passato accanto a me, era bello e biondo. Correva veloce e sfuggiva lontano, fui cosi folgorata da un raggio di sole. Abbagliata da una luce tiepida e soave, lui emetteva un profumo profetico, non conoscevo nè celebrità, nè la sua provenienza.
In un secondo mi addormentai e poco dopo all’improvviso mi risvegliai terrorizzata, infreddolita e angosciata.
La sua immagine misteriosa e inquietante mi scorreva come razzi, proiettili, missili e nella mia visione compassionevole piansi disperatamente, angosciosamente, furiosamente in silenzio. Sola nella steppa oramai oscura della notte senza luna, non c’erano neppure le stelle, sentii brividi, tremolii e raffiche di vento gelido. Avevo sempre più paura, ero completamente sola e non avevo nemmeno un filo di voce per urlare in quel momento di bisogno , ero isolata nel deserto di Sonora. Da lontano, circa a quaranta passi da me avvistai un misero cartello arruginito che mi chiamava con il suono di un robot e sussurrava piano, piano ma molto lentamente il mio nome
Presi un enorme spavento, ero immobile, più rigida di quella statua che si trovava nel bel mezzo della città del Guatemala.
Assorta dai miei tremila pensieri, l’assurdo segnale urlava sempre più ad alta voce, a squarcia gola, sempre il mio stesso nome, ma la mossa più assurda e raccapricciante era lui! Il nostro caro, misterioso robot.
Il suo sospiro affannoso sempre più vicino alla mia presenza, avrei voluto scappare lontano, dove non mi poteva più raggiungere ma era già troppo tardi, troppo tardi.
Nell’istante che mi avvinghiò a lui ferocemente, mi svegliai sotto una grande quercia e nel frattempo che mi destai, nei pressi c’era una grande e festosa fiera dal curioso nome “coniglio dal muso nero”???
Nel secondo che mi alzai, all’improvviso intravedo una forte e robusta mano che dolcemente mi aiutò ad alzarmi per poi con lui proseguire. Era Giò quell’angelo che all’inizio mi spaventò. Era solo un sogno, purtroppo un sogno lontano dalla realtà.
UN PEZZO DI ME
Ero una vagabonda è cercavo la mia libertà, stesa o seduta giorno e notte in una panchina alla stazione a me più vicina…
Ho visto tanti treni passare, transitare e molte persone tristi, sguardi persi osservanti sul nulla che guardavano attraverso un finestrino opaco, arrugginito, sporco, oscuro…
Io, li ferma immobile cercavo lo sguardo, quel pensiero e la timidezza del suo cuore, l’immagine di quel volto invisibile…
Era così bello, profumava d’incenso era biondo e riccio, occhi azzurri come l’immenso…
Era un angelo, di nome “Angelico”, passava da me ogni mattina allo schioccare delle sette in punto…
Mentre passava, mi guardava, mi scrutava e dolcemente sussurrava: “tenerezza mia, buon giorno!!”
Poi nel mezzo del silenzio, tra la folla confusa e chiassosa, scompariva nel nulla, era l’amico invisibile, l’amico immaginario che dalla notte al giorno dal freddo al caldo mi teneva compagnia…
Non era l’unico amico immaginario, poi c’era Gino, lo spazzino. Un uomo tutto fare, era buffo, rideva con bontà, si sapeva far valere, nonostante la sua povertà e la sua mancata sdentatura ma cantava come un grillo…
Ho trascorso anni tra il camminare, sedermi in una panchina a pregare per poi lodare e ringraziare l’indomani, per poi incontrare finalmente il mio adorabile e dolce compagno. La storia finisce che: ci sposeremo!!!
VOGLIA D’AMARE
Non è facile vivere
nell’amore
ma vien più spontaneo
dare l’amore…
Non cerco l’attenzione
d’essere amata
nemmeno contraccambiata
ma vorrei solo amare
nel mio silenzio
liberatore…
L’amore non è tanto ricevere
ma più che tanto dare, donare
modo in cui ti riempie il cuore
e ti gratifica gratuitamente
l’anima…
Ho voglia d’amare!
(Dedicata a tutte quelle persone che porto nel cuore.
Che amo ogni giorno)
LA NASCITA DEL NOSTRO AMORE
La prima volta che ti conobbi
non la ricordo nell’immagine
dei miei pensieri,
forse a quel tempo
eri un colore tiepido,
poco vispo,
ma poi è arrivato quell’abbraccio
spontaneo, ma
vissuto con tenerezza,
nascosta timidezza…
Un brivido intenso lungo la schiena
e fu, la campana
dell’amore,
i miei occhi brillavano
di un’intensità infinità…
Tu, nello stomaco sentivi
il volo delle farfalle
io, donna ingenua,
stordita non capivo,
nemmeno intuivo…
Ero persa,
non facevo nient’altro
che vedere, stravedere
l’arcobaleno impresso
nell’ immenso
tuo unico splendore!
(Dedicata al mio compagno Michele, con immenso amore…).
NON TI DIMENTICARE
Questo pomeriggio sotto il cuscino
ho trovato un libro
di un scrittore sconosciuto, ma da me
tanto stimato e apprezzato.
Al suo interno
una rosa profumata,
di una bellezza incantevole
tra i suoi petali
un sottofondo musicale
che richiamava
la massima attenzione.
La musica, il fiore
quel libro di disegni
di incantevoli favole,
poesie e pensieri…
È stato l’attimo più neutro
dove ricordavo
la mia infanzia, la mia adolescenza
la mia più grande energia trascritta
e poi riscritta
in una grande poesia,
la mia poesia…
Al suo interno, un biglietto
con su scritto:
“non ti dimenticare!”.
(Dedicata al gruppo di lettura
“Prendiamoci il tempo”).
SEI TU, IL MIO SOGNO
Tra missione e buona compagnia
incontro la mia migliore amica
condividendo emozioni e melodie
incise eternamente
nel cuore e nella mente
per poi diventare l’unità
la sorprendo continuamente
realizzando un mio primo sogno
che la commuove continuamente…
Tra dispiaceri e problematiche
per dieci anni purtroppo
ci siamo allontanate
alla fine ritrovate.
Tra una parola e un forte abbraccio
giocando a nascondino
in seguito a girotondo
nasce un altro sogno
ti ho scelto alla mia sinistra
per renderti mia sorella.
Mi contempli pazzoide, coraggiosa
eppure ironica,
benvenuta nella mia famiglia
tra il ridere e il coraggio
ci sta di mezzo,
la mia allegra simpatia.
(Dedicata a DANIELA, la mia comare).
La mia malattia la “FIBROMIALGIA”
Oggi potrei giocare come domani potrei dormire…
Oggi potrei stare bene come domani potrei stare male…
Oggi potrei ridere e sorridere come domani potrei piangere…
Oggi potrei scegliere come domani potrei rinunciare…
Oggi potrei vivere come domani potrei morire…
Oggi e domani potrei vivere “serenamente”…
sotto questo cielo stellato
sotto questo sole splendente
sotto questa stella luminosa
sotto questa luna silenziosa
senza poter nascondere
l’assurdità di questa malattia
che non mi fa germogliare
come un ramo di un bel ciliegio
come il profumo di un fiore di pesco
come il calore di un ramo intrecciato
come il rumore di un salice piagente
come la vita che realmente vorrei…
Vivere o piangere senza nascondere
il silenzio di questo snervante dolore
il sospiro di questo toccante calore
il grido di questa atroce ferita
il pianto di questa dolorosa realtà…
Vorrei anche io vivere
la mia sconosciuta bellezza
seppur tanto sofferta ricchezza!
(Dedicata a tutte le donne che ogni giorno lottano contro questa rara e incurabile malattia)
MAMMA
Non ti ho mai pensato
così intensamente
oggi ti regalo
non solo il mio cuore,
fiorellini e cioccolatini
per ogni momento
che ci sei stata,
per ogni perdono da te ricevuto
per ogni carezza, nonostante
le ferite che ti ho provocato
per ogni bacio in fronte
nei momenti di solitudine.
Con tutto questo
rinchiuso nel mio intimo,
ti voglio urlare:
MAMMA, TI VOGLIO BENE!
(DEDICATA A MIA MAMMA)
IL BENE DI MIO PADRE
Mentre ero abbracciata a mio padre
gli chiesi con delicatezza
se mi voleva bene
ci fu solo un assordante silenzio
nessuna parola se non
il battito del suo cuore
e delle sue folti ciglia…
Lo salutai intimorita
pensai alla mia ingenuità
come sempre
pensai di sbagliare
mentre mi incamminai
verso casa,
mi resi conto con stupore
del “dono”
che mi aveva fatto.
Osservai l’orizzonte
guardai l’azzurro del cielo
tutto ciò che lui era
quello che faceva per noi,
era solo, solo,
il suo più grande
gesto d’amore,
non poteva avere
altre parole.
(Dedicata a mio papà)
ROSA BLU
Stanotte la luna
rifletteva dalla finestra
un assoluto splendore
mente l’osservavo
mi sei entrata nel cuore
con un immenso chiarore
per farti un regalo speciale,
ti dono una preziosa
rosa blu,
un piccolo foglietto rosso
dove ti presento
i pensieri che trattengo
strettamente nel cuore
nel suo interno
bisbigliano uniche
parole.
(Dedicata a Patrizia, una vera amica)