Roberta Messina

Poesie


“cosa sono io per te ?”
si alzò col lenzuolo avvolto sul suo morbido corpo e affacciandosi alla finestra, la quale faceva trasparire un raggio di sole attraverso le tende di raso bianche.
Rispose: “Sei come il mio giorno e la notte” disse voltandosi verso di lui “di giorno, quando è nuvoloso mi basta chiudere gli occhi e pensarti per un’instante, si un’instante solo, e come d’incanto spunta il sole, un raggio mi scalda il cuore attraverso le nuvole del cielo”
Continuò quasi sussurrando, senza togliere lo sguardo dai suoi occhi, “e la notte, la notte diventa buia, a volte, sai” voltandosi di nuovo verso il paesaggio oltre la finestra, s’affacciava sulla strada principale dell’albergo dove alloggiavano, ma in quel momento iniziò ad immaginare la spiaggia, le onde del mare mosso che divenne subito calmo, ricordando la bellezza marina di tanti anni fa. “Quando la notte diventa troppo buia” continuò “mi basta concentrarmi e vederti, vedere il tuo sorriso, il tuo sguardo, e tutto passa, tutto torna alla normalità, la notte non è più così pesante e buia” i suoi occhi iniziarono a luccicare, e si voltò verso di lui.
Si alzò dal letto e le andrò incontro, ma lei fece un passo indietro.
“ma, sai” le ritornò lo sguardo freddo, lei non piangeva nemmeno davanti a lui. “A volte, manchi così tanto, che fa così male che nemmeno l’immaginarti salva più il giorno nuvoloso, e la notte più buia”. La guardò dritta negli occhi, come sempre faceva e l’abbracciò, riportandola in quel mondo che stavano affrontando insieme, perché in quel momento lei non era sola.

 


 

Di notte le lacrime rigano il mio viso, senza fermarsi.
Di giorno si presentano invisibili, lacrime che nessuno può vedere; coperte da un sorriso finto. Lacrime che parlano, ma che nessuno sente.
L’aveva salvata la prima volta dandole la mano, ma l’aveva persa togliendola quando ne aveva più bisogno.
Quegli occhi marroni così profondi, pieni di sincerità, difficili da fissare e impossibili da non guardare.
Vorrei perdermi per sempre nei tuoi occhi come il sole si perde in un tramonto.
Ma, quel “per sempre” svanì come la nebbia si dissolve alla fine dell’inverno, in attesa della primavera. Una primavera grigia e vuota, una primavera che non arriverà mai.
Uno sguardo al passato, uno al presente e uno al futuro. Un futuro a cui non era più in grado di concentrarsi, un passato che non era in grado di dimenticare, un presente cancellato da una vita distrutta. Distrutta da un’amara verità, da quella verità, da quella verità che la spezzò per sempre. Da una verità che sembrava così irreale, perché ancora si chiedeva come poteva aver permesso che le accadesse.

 


 

Uno sguardo al passato, uno al presente, uno al futuro. Un futuro a cui non era più in grado di concentrarsi, un passato che non era in grado di dimenticare, un presente cancellato da una vita distrutta. Distrutta da un’amara verità da quella verità che la spezzò per sempre. Da una verità che sembrava così irreale, perché ancora si chiedeva come poteva aver permesso che le accadesse.

 


 

Si guardava allo specchio e vedeva se stessa come un fantasma,
un fantasma che viveva una vita che nessuno avrebbe mai voluto vivere.
Certo, c’è chi sta peggio di lei, ma ormai la persona che vedeva riflessa era vuota, con uno sguardo freddo. Che mai nessuno, più volte si ripromise, sarebbe riuscito a scaldare.
Il vuoto che provava le permetteva di andare avanti, di controllarsi, di alzarsi la mattina.
Permettersi di provare, un sentimento non era sua prerogativa; aspettava solo che un giorno quel fantasma smettesse di respirare; perché non era abbastanza coraggiosa da dargli una mano.

 


 

Sono lì, in coda per il check in, con le mie valigie e il mio biglietto aereo.
Per una meta decisa e voluta da tempo. Quella meta che mi allontanerà da te per molto tempo o forse per sempre. C’è molto casino, la gente parla, si saluta, chiama per dire che sono arrivati o che stanno partendo. Coppie innamorate che si promettono di rivedersi al più presto!
Io, lì, dopo aver salutato amici e famiglia, con il mio bagaglio, che guardo il mio compagno di viaggio, pronta alla nostra avventura insieme. Sto per imbarcarmi quando sento qualcuno che chiama il mio nome. Non ci faccio caso ma poi sento che chiama col nome abbreviato, come lo usi solo tu. Il tuo accento, inconfondibile, che sovrasta tutte le chiacchiere…
Guardo il mio compagno di viaggio, mollo le valigie e mi giro!
Sei proprio tu che vieni verso di me, non hai il biglietto ma puoi passare.
Allora corro verso di te, non voglio perderti, voglio salutarti, dirti che ti amo.
Ti raggiungo, ti abbraccio!
Non ti voglio lasciare un’altra volta; sarebbe troppo dura, ma sono felice che tu sia lì, mi fai il buon viaggio, mi dici di stare attenta, piango dalla felicità!
Ti chiedo solo di farti sentire e di esserci al mio ritorno. Dopo un po ci lasciamo, sappiamo entrambi che sarà un addio e non ci sarà mai un dopo.
Vedo svanirti pian piano, rimani come un’ombra che ritorna in continuazione… Mi sveglio con le lacrime agli occhi.
Non me ne rendo conto ma il nostro addio c’è già stato, e sarà per sempre.