Roberto Bertagnin

Poesie


Concerto d’estate

Ci cattura la sera
ci accarezza i tendini
vibrano in un corpo unico
quelle gioie scarne.
Pregna l’aria di suoni
un quartetto d‘archi
più frequenti quei piaceri
che abbiamo archiviato ieri
si muovono tornano a posarsi
e si scivola nel sublime.
Sera senza inizio senza fine
con iperboli e rime baciate
precessione di astri
alterazioni in chiave
dolci tonalità e battute
ritmate ascoltate e godute.

 


 

Nautico esistere

Marinai della vita,
ci tatuiamo l’anima.
A vele spiegate
verso nuove rotte,
con bonacce e tempeste
disegnano facce allegre e tristi.
Ci rinfranchiamo nei porti.
Richiamati dal profumo
di mare aperto torniamo
cullati da beccheggi e rollii,
di un oceano d’una baia
un golfo e un fiordo,
con schiuma d’onda,
visioni di Fatamorgana
e profondo blu
con tutti gli infiniti modi
che s’intreccia in noi
questo nautico esistere.

 


 

Un sabato andato

Frenesia di un sabato sera
dove si sommano
gli attimi che compongono
il giorno e la luce.
Ha già girato per le stanze
complice un pomeriggio
silenzioso e casto
pregno di tonalità
e un sole tiepido invernale
rende gli animi distratti.
Canzonette udite per caso
coccolano i languori
del primo buio.
S’accendono le luci in strada
sgocciola adesso il giorno
che non è stato mai abbastanza
senza rimpianto e senza ritorno.