Roberto Mercogliano - Poesie e Racconti

SFACCETTATURE

 

Sono io coi miei dubbi e le mie convinzioni, sono io che l’età mi ha cambiato. Sono io che a parlare ho imparato per giustificare le mie decisioni, per combattere, per essere, per crescere. 

 

Sono io che mostro le mie insicurezze, io lontano da casa, io che a volte ho desiderato un altra strada. Sempre io a guardarmi allo specchio e scoprirmi diverso dal bambino riflesso. 

 

Ho costruito aerei di carta e disegnato la mia vita su fogli riciclati di ricordi impolverati. Io che cammino che non corro, io che non dormo. 

 

Sono io a improvvisarmi padre, io tra mille pensieri e ancora, sempre e soltanto io che ci provo, che spero, io che ero meta di me stesso, prima come adesso. 

 

Io che per me sono un mistero, io che non mi sento più straniero. Io fiero, insicuro, complesso. 

 

Io che mi sono concesso di accettare me stesso. 



FANTASIA IN RIMA

 

Quando mi viene l’ispirazione, che poi mi viene senza una ragione, devo ricordarla altrimenti rischio di non riuscire ad interpretarla. 

 

Lo faccio nel letto, lo faccio per strada, l’ho fatto anche in chiesa ed è una cosa rara. Lo faccio per gioco così mi diverto ma attenzione però, non è tutto uno scherzo. 

 

È così che i miei pensieri li invento e li scrivo perché rimangano come io lì vivo. 

 

Filastrocche distratte, rime baciate e versi imbrattati da una realtà spesso contorta ma non per questo, è una realtà distorta. 

 

La mia fantasia forse un poco lo è ma spero che sia anche bella com’è. 


 

LEZIONI

 

L’ho capito osservando il mare che l’orizzonte chiama terra ma che mai la potrà incontrare. 

 

L’ho capito guardando il cielo che volare richiede quel coraggio che solo la paura può affrontare. 

 

L’ho capito scrutando il buio che puoi guardare, ma non per questo per forza vedere. 

 

L’ho capito e non so come, pero me la tengo stretta la lezione. 

 

L’ho capito forse, chissà, me lo ripeto spesso che dipende dalla casualità. 

 

L’ho capito, no, non è vero, ed in testa mi rimane quel pensiero. 

 

Volontà sogno e desiderio, ho capito che si differenziano per criterio. Cosa vuoi e cosa fai realmente, ho capito che importa solo se sei coerente. 

 

L’ho capito e continuo a ripeterlo ma il concetto, è che devo viverlo per davvero, solo così potrò unire ciò che sono a ciò che ero.


 

GIUGNO 

 

Giugno mese importante, giugno mese allarmante, giugno mese estivo, giugno mese coattivo. 

 

A giugno signori succede un fatto, un fatto davvero davvero di impatto. A giugno chiudono le scuole, oh mamma mia proprio mi manca la fantasia. 

 

Un anno intero hanno aspettato, la cosa mi rende veramente agitato. Al suono ultimo della campanella, solo una è contenta ed è la bidella. 

 

Fuori le porte che si apron per finire, ci sono i genitori che vorrebbero abolire l’evento incombente, per loro è un evento molto molto avvilente. 

 

Da domani lo sanno bene, si apre la stagione che poco conviene. L’unica cosa che può salvarli, è il centro estivo a cui mandarli. 

 

Tutto l’anno hanno pianto miseria ma per il centro estivo, si taglierebbero pure un arteria.

 

Son lacrime serie, son mesi di macerie. Tutta l’estate devi aspettare per ritornare a respirare. Ma quando a settembre riaprono le scuole, puoi starne certo che poi sono io genitore che mi diverto. 



RECIPROCHE DIREZIONI 

 

Dissimulare senza utopia una ragione ovvia per far sì che la coscienza ne determini saggiamente i limiti emozionali,  razionalmente scontati quanto scientemente arrendevoli. 



TARA

 

Il brutto esalta il bello, la sconfitta esalta la vittoria, il tempo andato quello che ancora deve venire. 

 

Il maleducato quindi si contrappone all’educato, il pianto al riso, la pioggia al sole e la gratitudine all’ingrato. 

 

La felicità d’altronde non è una meta ma una direzione, prima bisogna prenderla però una decisione ma al netto di una scelta devi sommare una conseguenza. 

 

Come per la delusione, c’è l’hai soltanto quando è stata grande la considerazione.



TRASCURABILI IMPERFEZIONI 

 

Le cose più belle sono quelle imperfette, fuori dagli schemi. Programmare è razionale, è calcolare la probabilità che si possa o meno fare senza però considerare, l’improbabilità che un emozione è capace di regalare. 

 

L’imperfezione di per se rende unica quella stessa emozione, non è ripetibile, non di certo identificabile, assolutamente non omologabile. L’imperfezione non appiattisce ma da spessore, non ti relega ad una dimensione. 

 

È una stesura singola e definitiva, è un’esclusiva, riflessiva forse, è di prospettiva, un occasione, un eccezione che merita attenzione. 

 

Può farci sbandare certo o anche cadere ma solo una cosa ci definisce e ci identifica a dovere ed è la reazione, quell’accettazione che diamo alla nostra trascurabile imperfezione. 


 

INCONSAPEVOLI TEATRANTI

 

Siamo tutti un po’ artisti, Itineranti della vita, giullari di una corte infinita, menestrelli senza mestiere e poeti senza rime, acrobati senza una rete. 

 

Attingiamo dal passato e riscriviamo il nostro futuro perché niente è già deciso, tutto è indefinito. Forse è questo l’unico motivo per cui la vita è sempre a un bivio. 

 

Siamo l’opera prima, quella più ambita, quella più riuscita. Giù le maschere dunque signori, non imitiamo. 

 

Leali ed onestamente originali, ecco cosa siamo. 



AMICHE SILLABE

 

Da quando scuola ho cominciato, per me l’italiano non è più un reato. Scrivo, ricopio, leggo ed imparo così anche io non sarò più un somaro. 

 

Prima c’eran cose di cui ero ignaro ed è grazie alle sillabe se adesso le parole conosco in pillole. 

 

Scindere, polvere, nettare, folgore, anche le rime hanno un suono sublime, è così che l’ignoranza si sopprime. 

 

Adesso non sono più incompiuto, adesso sono pure risoluto. Imparando le sillabe il passo ho compiuto.



DISCORSI SILENTI

 

La complicità di uno sguardo, un messaggio non scritto, si nutre di silenzi, di verità nascoste. 

 

Si veste di consapevolezza, si spoglia di candida innocenza. 

Gli occhi non mentono, solo a loro è concesso mostrare l’ultimo angolo nascosto del nostro esser meno esposto. 

 

Possiamo dire ma sta ai fatti dimostrare mentre agli occhi basta solamente guardare. Chi lo incrocia quello sguardo, a chi lo legge per davvero gli si apre un mondo intero. 

 

Ma ci vuole un bel coraggio perché a volte quello sguardo, non ti lascia un bel retaggio e la sola cosa che puoi fare è rimanere lì a guardare anzi no forse a vedere

 

ciò che non a tutti è dato sapere.