Il punto fisso che non c’è
Sterpi e ossa
sulla battigia.
Tronchi contorti
levigati dalle carezze
dell’acqua.
Vengono da lontano,
non si sa da dove.
Il mare è infinito
e, di continuo,
porta e riporta.
Sanno di illusioni perdute,
di sogni infranti,
di esperienze vissute,
non volute,
non scelte,
che hanno, ormai,
consumato il tempo.
Un viaggio
che parte da lontano,
segue percorsi segnati,
va e ritorna,
s’incrocia e,
non si sa come,
trova, alla fine,
un punto fisso,
piccolo,
invisibile nella notte
e ancora più invisibile
nella luce del giorno.
Un naufrago,
in balia delle onde,
approda
in mezzo ai quei tronchi,
sfatti.
Un sospiro
poi,
con fatica,
scrive il suo nome
sulla sabbia.
Ma ecco,
arriva un’onda.
Subito,
l’onda impietosa
lo copre,
lo cancella.
È arrivato troppo tardi.
Il suo posto non è qui.
Non basta
quel piccolo punto fisso
per ancorarsi.
L’onda, impietosa,
ritorna,
con forza
lo trascina via,
lo trasporta
verso il canto
di altre sirene.
Allora il mare
s’incupisce,
si gonfia,
si agita,
s’infuria
mentre,
spumeggiando,
grida,
il suo dolore.
Una bomba originale
Al supermercato,
cerco il doppio concentrato.
Eccolo, leggo l’etichetta:
pomodoro nato e cresciuto
in una buona terra,
maturato al sole senza fretta,
ricco di polifenoli,
potassio e licopene.
E tutto questo è doppio!
Sì, è da prendere subito!
Ecco il superconcentrato
di frutta…..
il massimo del nutrimento…..
mi sta bene…lo metto dentro.
Detersivo e ammorbidente
superconcentrati,
e poi, lo sciampo, la ceretta,
l’anticellulite,
tutti superconcentrati.
Certo, lì dentro,
non si può sbagliare,
c’è il massimo
di quello che andiamo
a cercare.
Allora si prende,
si usa con cautela,
si consuma lentamente
come la cera
di una candela.
Poi, tra i prodotti dell’anima,
anche quella
è terra da coltivare,
c’è una coppia di piccole parole:
“Amore mio”.
Sono solo due
ma in loro
c’è la superconcentrazione
di disponibilità,
affetto,
stima e onestà,
simpatia, coraggio e verità,
dolcezza nascosta,
sensibilità mascherata
da modestia naturale,
desiderio di condivisione,
passione,
contatto profondo,
unico, vitale.
Questo prodotto
non si può
assolutamente lasciare.
È abbastanza raro,
se lo trovi,
tienitelo caro.
Però, è una cosa da consigliare,
tutti devono sapere
cosa vuol dire amare:
aprire il tuo mondo al sogno,
aprire le braccia ad ogni bisogno,
aprire il cuore a tutto il mondo.
E così frutterà gioia e serenità.
E sarà buono,
buono ad ogni età.
Nel tuo scaffale delle scorte
non deve mai mancare,
è il tuo tesoro nascosto,
solo tu lo puoi trovare.
È una bomba
energetica-originale,
è un superconcentrato
per chi vuole amare.
Ad occhi chiusi
Oggi sorrido alla vita….
Fermo il tempo.
Ho voglia di te!
Chiudo gli occhi,
ascolto la tua voce….
parole spontanee,
ridenti,
che accorciano
la distanza.
Sono solo battute,
un po’ in qua
un po’ in là….
Come gocce insistenti
scavano un solco,
infrangono la roccia….
Hanno trovato l’arenaria
e, facilmente,
formano un rigagnolo,
poi….
un lago immenso.
Sto affogando.
Salvami!
Ma la distanza
del tempo
non è colmabile.
Come un macigno
mi trascina giù,
fino al punto
del non ritorno:
la solitudine
dell’anima.
Non posso più sorridere
alla vita.
Ma la vita,
che cos’è?
Sono un attimo
da consumare
intensamente….
ad occhi chiusi.
Nel mio giardino
Una cascata
di piccoli grappoli dorati
si fa largo
tra il verde della siepe
e dei rami.
Tenere, spumose,
trasparenti palline,
preciso ricamo
di una mano
che, da sempre
e per sempre,
segue il suo progetto.
È un incanto
guardarle,
accarezzarle,
con delicato tocco,
scuoterle,
per sentire
un immaginario
tintinnio
di campanelle.
C’è, invece,
un sommesso
sussurrio
che invita a pensare
che in tanta bellezza,
in tanta precisione,
c’è la passione
e la grandezza
del nostro Creatore.
Una storia
Il pensiero
vaga nella notte,
senza luna,
senza stelle,
senza luce nel cuore.
Dove sei?
L’eco non risponde.
Nemmeno dagli abissi,
né dalle cime ghiacciate,
né dal deserto rovente,
arriva un segno,
una traccia.
Una volta
c’era un nome
sussurrato dalle foglie
mosse dal vento
e scritte nel cielo
dal volo degli uccelli.
C’era la melodia
di una voce
che risuonava
lontana e vicina
e c’era una musica
che cullava
il pensiero
e l’emozione.
Ora tutto tace.
Questo pauroso silenzio
uccide l’anima.
Ora c’è il vuoto,
il dolore
che toglie il respiro,
la voglia di scomparire,
di non esistere più.
Un mondo,
nell’immaginario,
alimentava
l’esistenza quotidiana.
Sospesa, tra il tempo e
il senza tempo,
l’attesa era emozione,
la voce era vita,
l’anima creava l’essere.
Cose che sembrano impossibili
invece, accadono.
Può una madre
negare al figlio
un desiderio importante?
Se c’è, è un’eccezione.
Se non lo soddisfa
è perché
va oltre le sue forze.
Così il non credere
mortifica,
il giustificarsi
umilia.
Improvvisamente,
dalla torre di Babele,
escono fiumi di parole
incomprensibili.
Linguaggi diversi
che non comunicano più.
E si vaga alla ricerca
di quello che si è perso.
Perdere la gloria
e la ricchezza
è poca cosa.
Perdere una persona
è grandissima cosa.
Così grande,
che non si potrà
dimenticare.
Si cerca la colpa,
ma la colpa morì fanciulla.
Semplicemente
così doveva essere.
Il filo misterioso
ha trovato un ostacolo,
si è attorcigliato,
interrotto.
Oppure non esisteva….
era solo illusione.
Aggrapparsi
ad un ricordo
è quello che rimane
di un momento speciale
che cadrà nell’ombra scura
del passato.
Ma la vita
è sempre lì.
Continua,
ci prende,
ci dà..
e poi ci toglie.
Così è stato,
così è,
così sarà.
Sempre.
Marionetta
Piccola marionetta
accovacciata
nell’angolo più buio.
Fatta di materia,
tutt’anima
senza vita.
Nessuno più muove
i tuoi fili.
Consumati dall’uso
giacciono contorti
su quel corpo
abbandonato,
trasformato
dal tempo,
inevitabile.
Piccola marionetta
attaccata a fili sottili
appesi alla ruota
del destino.
Ti sei mossa
come hanno voluto.
Hai brillato
senza mai cadere.
Avevi la tua luce,
hai illuminato
il palcoscenico.
Un sorriso stampato,
un appaluso,
un inchino….
Tu per gli altri,
per te nessuno:
questo ha voluto
il destino.
Cade un angelo dal cielo
Un angelo,
spirito intelligente,
immortale,
silente presenza
al mio fianco,
da sempre.
L’ho pensato,
l’ho cercato,
non l’ho mai sentito.
Ma c’era…forse.
Ora, però lo sento.
Non è lui,
è un altro,
concreto,
tangibile,
terreno,
ma…
caduto dal cielo.
Vagava in cerca
Della sua missione.
Mi ha trovato.
Forse ha sentito
la mia anima,
incerta,
smarrita,
ferita
dagli eventi
della vita.
<Mi fermo qui>,
ha detto.
<Ho del lavoro
da fare…
ho da salvare,
ridare speranza,
fiducia..>
La vita è breve
ma intensa.
Nel dare,
ricevere
e scambiare,
è il segreto
per amare.
Così,
mai,
l’anima muore.
<Io ci sono>,
sussurri.
<Sì,
io, ora, ti sento>.
Grazie,
di cuore.
Dualismo
Passione, distacco.
Fragilità, sicurezza.
Angoscia, serenità.
Luce, tenebre.
Sembra il gioco dei contrari.
È invece un mondo surreale,
in cui si vive tutto
e il contrario di tutto.
Il cielo è in terra,
la terra è in cielo.
Si cammina
con la testa all’ingiù.
Le parole,
si leggono con lo specchio
e si ascoltano
con l’amplificatore.
In questo mondo,
non so bene dove mi trovo.
Con l’anima
sono nel senza tempo
dove il pensare
avvelena il sentire:
allora non penso;
dove il lasciarsi travolgere
esalta il percepire:
allora mi abbandono;
dove l’energia
che mi abita
vuole sbocciare:
allora creo.
Con la carne,
invece,
sono nel tempo,
dove si parla,
si controlla,
si giudica,
si recita una parte
a soggetto.
Io sono
quella che sono
anche se non lo so.
Nel dualismo
di questa esistenza,
prendo posizione:
per me,
scelgo di stare dentro,
nel senza tempo.
Per gli altri
scelgo di stare fuori,
nel tempo
dove,
la mia vita
sembra avere
ancora
un senso.