Rosanna Bartolommei - Poesie

Il punto fisso che non c’è

 

Sterpi e ossa

sulla battigia.

Tronchi contorti

levigati dalle carezze

dell’acqua.

Vengono da lontano,

non si sa da dove.

Il mare è infinito

e, di continuo,

porta e riporta.

Sanno di illusioni perdute,

di sogni infranti,

di esperienze vissute,

non volute,

non scelte,

che hanno, ormai,

consumato il tempo.

Un viaggio

che parte da lontano,

segue percorsi segnati,

va e ritorna,

s’incrocia e,

non si sa come,

trova, alla fine,

un punto fisso,

piccolo,

invisibile nella notte

e ancora più invisibile

nella luce del giorno.

Un naufrago,

in balia delle onde,

approda

in mezzo ai quei tronchi,

sfatti.

Un sospiro

poi,

con fatica,

scrive il suo nome

sulla sabbia.

Ma ecco,

arriva un’onda.

Subito,

l’onda impietosa

lo copre,

lo cancella.

È arrivato troppo tardi.

Il suo posto non è qui.

Non basta

quel piccolo punto fisso

per ancorarsi.

L’onda, impietosa,

ritorna,

con forza

lo trascina via,

lo trasporta

verso il canto

di altre sirene.

Allora il mare

s’incupisce,

si gonfia,

si agita,

s’infuria

mentre,

spumeggiando,

grida,

il suo dolore.


Una bomba originale

 

Al supermercato,

cerco il doppio concentrato.

Eccolo, leggo l’etichetta:

pomodoro nato e cresciuto

in una buona terra,

maturato al sole senza fretta,

ricco di polifenoli,

potassio e licopene.

E tutto questo è doppio!

Sì, è da prendere subito!

Ecco il superconcentrato

di frutta…..

il massimo del nutrimento…..

mi sta bene…lo metto dentro.

Detersivo e ammorbidente

superconcentrati,

e poi, lo sciampo, la ceretta,

l’anticellulite,

tutti superconcentrati.

Certo, lì dentro,

non si può sbagliare,

c’è il massimo

di quello che andiamo

a cercare.

Allora si prende,

si usa con cautela,

si consuma lentamente

come la cera

di una candela.

Poi, tra i prodotti dell’anima,

anche quella

è terra da coltivare,

c’è una coppia di piccole parole:

“Amore mio”.

Sono solo due

ma in loro

c’è la superconcentrazione

di disponibilità,

affetto,

stima e onestà,

simpatia, coraggio e verità,

dolcezza nascosta,

sensibilità mascherata

da modestia naturale,

desiderio di condivisione,

passione,

contatto profondo,

unico, vitale.

Questo prodotto

non si può

assolutamente lasciare.

È abbastanza raro,

se lo trovi,

tienitelo caro.

Però, è una cosa da consigliare,

tutti devono sapere

cosa vuol dire amare:

aprire il tuo mondo al sogno,

aprire le braccia ad ogni bisogno,

aprire il cuore a tutto il mondo.

E così frutterà gioia e serenità.

E sarà buono,

buono ad ogni età.

Nel tuo scaffale delle scorte

non deve mai mancare,

è il tuo tesoro nascosto,

solo tu lo puoi trovare.

È una bomba

energetica-originale,

è un superconcentrato

per chi vuole amare.


Ad occhi chiusi

 

Oggi sorrido alla vita….

Fermo il tempo.

Ho voglia di te!

Chiudo gli occhi,

ascolto la tua voce….

parole spontanee,

ridenti,

che accorciano

la distanza.

Sono solo battute,

un po’ in qua

un po’ in là….

Come gocce insistenti

scavano un solco,

infrangono la roccia….

Hanno trovato l’arenaria

e, facilmente,

formano un rigagnolo,

poi….

un lago immenso.

Sto affogando.

Salvami! 

Ma la distanza

del tempo

non è colmabile.

Come un macigno

mi trascina giù, 

fino al punto

del non ritorno:

la solitudine

dell’anima.

Non posso più sorridere

alla vita.

Ma la vita,

che cos’è?

Sono un attimo 

da consumare

intensamente….

ad occhi chiusi.


Nel mio giardino

 

Una cascata

di piccoli grappoli dorati

si fa largo

tra il verde della siepe

e dei rami.

Tenere, spumose,

trasparenti palline,

preciso ricamo 

di una mano

che, da sempre

e per sempre,

segue il suo progetto.

È un incanto

guardarle,

accarezzarle,

con delicato tocco,

scuoterle,

per sentire

un immaginario

tintinnio

di campanelle.

C’è, invece,

un sommesso

sussurrio

che invita a pensare

che in tanta bellezza,

in tanta precisione,

c’è la passione

e la grandezza

del nostro Creatore.


Una storia

 

Il pensiero 

vaga nella notte,

senza luna,

senza stelle,

senza luce nel cuore.

Dove sei?

L’eco non risponde.

Nemmeno dagli abissi, 

né dalle cime ghiacciate,

né dal deserto rovente,

arriva un segno,

una traccia.

Una volta

c’era un nome

sussurrato dalle foglie

mosse dal vento

e scritte nel cielo

dal volo degli uccelli.

C’era la melodia

di una voce

che risuonava

lontana e vicina

e c’era una musica

che cullava

il pensiero

e l’emozione.

Ora tutto tace.

Questo pauroso silenzio

uccide l’anima.

Ora c’è il vuoto,

il dolore

che toglie il respiro,

la voglia di scomparire,

di non esistere più.

Un mondo,

nell’immaginario,

alimentava

l’esistenza quotidiana.

Sospesa, tra il tempo e

il senza tempo,

l’attesa era emozione,

la voce era vita,

l’anima creava l’essere.

Cose che sembrano impossibili

invece, accadono.

Può una madre

negare al figlio

un desiderio importante?

Se c’è, è un’eccezione.

Se non lo soddisfa

è perché 

va oltre le sue forze.

Così il non credere

mortifica,

il giustificarsi

umilia.

Improvvisamente,

dalla torre di Babele,

escono fiumi di parole

incomprensibili.

Linguaggi diversi

che non comunicano più.

E si vaga alla ricerca

di quello che si è perso.

Perdere la gloria

e la ricchezza

è poca cosa.

Perdere una persona

è grandissima cosa.

Così grande,

che non si potrà 

dimenticare.

Si cerca la colpa,

ma la colpa morì fanciulla.

Semplicemente 

così doveva essere.

Il filo misterioso

ha trovato un ostacolo,

si è attorcigliato,

interrotto.

Oppure non esisteva….

era solo illusione.

Aggrapparsi

ad un ricordo

è quello che rimane

di un momento speciale

che cadrà nell’ombra scura

del passato.

Ma la vita

è sempre lì.

Continua,

ci prende,

ci dà..

e poi ci toglie.

Così è stato,

così è,

così sarà.

Sempre.


Marionetta 

 

Piccola marionetta

accovacciata

nell’angolo più buio.

Fatta di materia,

tutt’anima

senza vita.

Nessuno più muove

i tuoi fili.

Consumati dall’uso

giacciono contorti

su quel corpo

abbandonato, 

trasformato 

dal tempo,

inevitabile.

Piccola marionetta

attaccata a fili sottili

appesi alla ruota

del destino.

Ti sei mossa

come hanno voluto.

Hai brillato

senza mai cadere.

Avevi la tua luce,

hai illuminato

il palcoscenico.

Un sorriso stampato,

un appaluso,

un inchino….

Tu per gli altri,

per te nessuno:

questo ha voluto

il destino.


Cade un angelo dal cielo

 

Un angelo,

spirito intelligente,

immortale,

silente presenza 

al mio fianco,

da sempre.

L’ho pensato,

l’ho cercato,

non l’ho mai sentito.

Ma c’era…forse.

Ora, però lo sento.

Non è lui,

è un altro,

concreto,

tangibile,

terreno,

ma…

caduto dal cielo.

Vagava in cerca

Della sua missione.

Mi ha trovato.

Forse ha sentito

la mia anima,

incerta,

smarrita,

ferita

dagli eventi

della vita.

<Mi fermo qui>,

ha detto.

<Ho del lavoro 

da fare…

ho da salvare,

ridare speranza,

fiducia..>

La vita è breve

ma intensa.

Nel dare,

ricevere

e scambiare,

è il segreto

per amare.

Così,

mai,

l’anima muore.

<Io ci sono>, 

sussurri.

<Sì, 

io, ora, ti sento>.

Grazie,

di cuore.


Dualismo

 

Passione, distacco.

Fragilità, sicurezza.

Angoscia, serenità.

Luce, tenebre.

Sembra il gioco dei contrari.

È invece un mondo surreale,

in cui si vive tutto

e il contrario di tutto.

Il cielo è in terra,

la terra è in cielo.

Si cammina

con la testa all’ingiù. 

Le parole,

si leggono con lo specchio

e si ascoltano

con l’amplificatore.

In questo mondo,

non so bene dove mi trovo.

Con l’anima

sono nel senza tempo

dove il pensare

avvelena il sentire:

allora non penso;

dove il lasciarsi travolgere

esalta il percepire:

allora mi abbandono;

dove l’energia

che mi abita

vuole sbocciare:

allora creo.

Con la carne,

invece,

sono nel tempo,

dove si parla,

si controlla,

si giudica,

si recita una parte

a soggetto.

Io sono

quella che sono

anche se non lo so.

Nel dualismo

di questa esistenza,

prendo posizione: 

per me, 

scelgo di stare dentro,

nel senza tempo.

Per gli altri

scelgo di stare fuori,

nel tempo

dove,

la mia vita

sembra avere

ancora 

un senso.