Sabato Molinari - Poesie

I nostri mondi

 

 

 

Nei nostri mondi 

franano emozioni

in grandi imbuti

seppellendo vissuti;

Nei nostri mondi 

strumenti a fiato 

annunciano disfide.

Si va all’assalto come soldati

contro nemici nascosti 

o schierati.

nei nostri mondi,

troppi sogni 

si nutrono di vento

che turbinando polvere

ci accecano le menti;

i nostri mondi 

piccoli o  infiniti

hanno tutti una rogna

che induce pruriti;

Nei nostri mondi 

c’è sempre un’idea che trastulla

ma i nostri mondi

girano nel vuoto

e poggiano sul nulla.


 

La giusta luce

 

Vi sono giorni 

dal bagliore accecante

ed altri in cui 

si brancola nel buio;

In certi giorni

adombra la foschia

montagne e valli

e in altri tagliar si può

la nebbia coi coltelli;

Vi sono giorni in cui

il vento spruzza negli occhi

la  pioggia mista ai fiocchi

e giorni dal sole buono,

chiari, limpidi, sinceri.

Spesso però in questi giorni

può accadere 

che dentro

son più le spine che le rose

e allora mai 

con giusta luce 

ci riesce di vedere le cose.



margherita

 

Mi guardo allo specchio

per esser migliore;

mi vedo curvo

e mi raddrizzo

fino a provare dolore.

Ma com’è l’anima mia?

ugualmente curva?

calva, avrà i peli?

neanche può vederlo 

la radiologia.

o margherita 

che t’apri al mattino 

nel mio giardino

canta all’anima mia 

una canzone.

Se è curva ,

raddrizzale la schiena 

con la tua 

colonna sonora.


 

Inquietudine

 

Mi sembra a volte 

di non abitare

in un luogo preciso:

una casa , una via ,

una piazza intitolata 

a chicchessia;

ma piuttosto qui 

o lì,

vicino o lontano,

oltre ed altrove,

di vivere ovvero 

in un avverbio di luogo,

una precaria dimora.


 

L’ultima

 

D’improvviso la musica franò.

Il pubblico si dileguò.

Il cantatore rimase lì 

ancora un pò.

Lanciò l’ultimo acuto

per spaventare i lampadari

e questi tremarono davvero

non per la voce viva

ma per una lacrima furtiva.

L’omino in divisa 

fece calare il sipario.

Fuori l’aria 

era frizzante,

Del cantatore 

solleticò le nari

provocando un possente

starnuto.

Qualcuno per strada 

s’inchinò

scambiandolo per un saluto,

qualche altro pensò:

sarà un do di petto,

seguì quindi ,un plauso

con il lancio d’un ranuncolo

e di un mughetto.


 

Psicosi

 

Sembra sempre

come se stesse 

per cadere sulla testa 

una tegola sconnessa.;

come se sulla pelle 

vi fossero spilli sottili

e dal pensiero 

pendessero fili;

Sembra sempre di dover 

traversare

da versante a versante 

un ponte traballante

o fosse sempre aperto 

da qualche parte un conto;

Sembra sempre

di lottare con un mostro

a cento teste

e che da un momento all’altro

devastarti dovesse 

la peste.


 

 La preghiera

 

A volte mi dispongo per pregare:

le ginocchia al suolo,

le mani giunte 

e lo sguardo volto al cielo.

non so però 

da dove incominciare;

Se prego per me soltanto,

un egoista vil mi sento,

se prego per tutti quanti:

un ipocrita indecente

visto che di  alcuni 

non me ne frega 

più di tanto;

se prego per quelli 

che mi sono accanto,

mi sento un orto chiuso.

allor m’alzo deluso,

la preghiera diventa 

una disdetta.

chiedo ,quindi, a Dio 

di dare a ciascuno

quel che gli spetta.


 

Esseri umani

 

A volte gli altri 

ci vedono alti,

incutiamo timori

come i titani;

Spesso gli altri 

ci vedono bassi,

suscitiamo ilarità

come nel circo i nani;

A volte per  gli altri

siamo onnipossenti 

come Dio,

a volte dei poveri Cristi 

da compietire;

A volte per gli altri 

siamo angeli con le ali,

altre volte siamo animali

sguazzanti nella melma

come maiali;

A volte per gli altri 

siamo esempi da imitare

ma a volte luridi vermi 

da schiacciare.

E così di volta in volta,

siamo per gli altri 

ignoranti e savi,

santi o diavoli,

consistenti e vani.

perchè è così difficile 

essere gli uni per gli altri

soltanto dei semplici,

fottutissimi

esseri umani?


 

L’occupazione

 

M’occupavo un tempo

d’un mondo futile,

di cose inutili.

Mi occupo ora 

di cose importanti,

per esempio di tramonto.

tutte le sere lancio al sole 

un salvagente.

Pensate al guaio 

per il mondo

se dovesse sprofondare tra le onde.

Mi occupo di nuvole, 

di cose serie.

Pensate il guaio ,

se improduttive,

passassero soltanto 

per il cielo.

Lancio loro frecce sonore 

per aiutarle a scaricare.

Mi occupo di cose serie 

per esempio di vento.

Quando lo vedo furioso,

gli racconto un racconto

per farlo placare.

Salvo così i tetti delle case 

ove se ne stanno al riparo 

le cose 

e le bimbe sognano rose.


 

I cantori

 

In me ci sono

due cantori:

uno racconta i giorni

un altro le notti.

Entrambi parlano di sogni.

 

Sabato Molinari