Salvador Alejandro Clò - Poesie

-Relax-

Lascio che la pelle i brividi accarezzi,
solleticando il nervo mai ‘si rilassato
e fino a graffiare le ossa d’emozione.
Cosi vivo fino a sentirmi, non a pezzi
ma tutto, presente e non più passato
ne spettatore, ma io con convinzione.
Fulminato da un respiro più profondo
rientrato nella mia anima e nel mondo.


 

-Inverno al mare-

Cosa dovrebbe dire la pineta abbandonata,
che nel silenzio dell’inverno poi, rimpiange
grida di giovani in risciò, canzoni stonate
tormentone d’estate e la gioia dei bambini.
Cosa dovrebbe sussurrare la sabbia rapita,
alla tramontana iemale, che si rammarica
di odore d’asfalto bollente, di creme solari
unite al sale di temporali lesti come baci.
Mentre fugge un altro giro di giostra ancor
il vecchio resta fermo all’uscio ad ascoltar.


 

-Poeta-

Nella tempesta della vita scrivo poesie
così che l’urlo del vento diventi sussurro,
gli schiaffi delle onde carezze sulla carta
ed il turbine d’emozioni una linea quieta.


 

-Bar-

Appoggia pure qua la tua vita stanca
e lascia che ti sia riempito di spirito
il corpo. Respira l’intenso aroma
di vite che trovano un conforto
tra il legno e l’uscio dai pensieri.
Quelli rimangono li appesi fuori
come cani fedeli ma qui tu devi
lasciarti, da musica dolce, inebriare.
Mentre sale il calice a tintinnare bevi
ed i ricordi lasciali al ghiaccio affogare.


 

-Lunatico-

Avevo scordato il sapore del vento nei pensieri,
come si scorda la felicità imparando dalla vita,
ma questo profumo di primavera m’ha ridestato.
Avevo dimenticato il calore della luna invernale,
argentea colla per sogni in macerie del bambino,
ma questa creatura è risorta dalla mia fantasia.
Apprendo quanto è amaro il tempo che sfugge
nell’istante in cui ora mi manca il respiro per te.


 

-Solitudine-

Mi consuma questo malessere
fino al midollo, vuoti incolmabili
tappezzati di frammenti di vetro.
Con la voglia di sparir ‘si scaltro,
lasciando di me ricordi amabili,
e nessuno se ne deve accorgere.
Rimorsi e rimpianti, quegli errori
incancellabili, come freschi fiori.


 

-Viaggio-

Scivolano gocce di pioggia ed asfalto,
supera veloce dei veicoli e dei ricordi
e raggiungi là in fondo un arcobaleno.
Una fuga per la vita, per colori là in alto,
e per sottrarre la felicità a degli ingordi
dolori; un passo verso un luogo sereno.


 

-Inesistenti radici-

Perché cercar nel mio umore una tua colpa,
un passato zoppo alberga nel muto silenzio,
o credere che quel velo malinconico sparirà,
una cava di insicurezza mina questa anima.
Radici inesistenti, oltre l’oceano di lacrime,
non riusciranno mai ad innalzare un albero,
neanche il conforto dell’amore, bello e sano.
Non ti preoccupare quindi della mia frattura,
né della vasta solitudine che incurva il cuore,
e per quanto questa mia sofferenza imbratti
fogli bianchi, continua a regalarmi la tua luce.


 

-Scrivere-

Vivi un’ora in questa mia solitaria scrittura,
nelle mie emozioni, e forse amerai ciò che
sono. Resta a guardare con me l’alba, fine
dell’ennesima vena creativa, sigillo dorato
a carta bianca e scarabocchi di malessere.
Volano solo le parole ma non ciò che sono.


 

-Fuoco di tristezza-

Lampante, apatica pelle si adagia, e funesto
quel non provare nulla irrigidisce il bel volto.
Non ti incurvare nei tuoi pensieri, un camino
brucia, la malinconia non si addice al sorriso
tuo solare ma appartiene ai miei occhi tetri.
Mentre scorre la festa, la confusione brinda
ed io mi accingo a portar via la mia tristezza
tu torna a brillare come la musa per il poeta.