Sara Cormagi - Poesie

La poesia intrinseca  ( il messaggio per un amico)

 

L’amicizia è essere vivente, nasce, cresce, invecchia e prima o dopo muore.

Ha il suo respiro nelle risate e nelle lacrime versate assieme,

ha il suo battito in ogni pensiero dedicato all’alto,

il suo nutrimento sono le emozioni condivise,

l’acqua che gli dona vita è l’energia che ognuno ha dentro sè.

Come un seme l’amicizia va nutrita e accudita perché sbocci e cresca forte e sana.

Il debole germoglio che ne viene fuori potrebbe diventare una solida quercia millenaria, un fragile arbusto o persino un delicato fiore di campo.

Non ha importanza che sia quercia o margherita, ma l’importante è che sia vera, che le si dedichi la cura e l’attenzione che necessita  per non farla appassire, che cresca rigogliosa.

E quando giungerà al termine, che sia dopo mille anni o una sola estate, quello che più importa non è ricordare come è finita o in quanto.

Ciò che più importa veramente è ricordare i sentimenti, le parole, i pensieri, le presenze, i sogni…ricordare la POESIA che vi era intrinseca.


Tra lenzuola di seta

 

Ansante respiro di piacere spinge lento il godimento ad uscire

Tra lenzuola di seta ed un velo di ingenuità, mesti bisbigli di indicibili verità.

 

Ritmici battiti del turgido sesso

Ritmici battiti del cuore nel petto.

 

L’iniziale imbarazzo spento, dimenticato,

ora… solo il ricordo vivo

del tuo immoto sguardo velato

da meste lacrime di un passato recente.

Indolente rimango nel letto, sola.

Tra lenzuola di seta ed inutili velleità, tristi ricordi di impareggiabile serenità.


 

Naufragando

 

Porti con te parole e messaggi…secoli di ricordi e segreti.

Nessuna nube all’orizzonte!

Il tuo placido respiro si diffonde nell’aria a parer quasi un canto.

 

Eccoti…d’innanzi a me, come un velo di azzurro tinto

Pronto ad accogliere le mie lacrime come tue.

Profondo abisso di misteri che il mio corpo alla deriva trasporti.

 

Sprofondo nel buio…

Manca  il respiro…

S’annulla il pensiero.


 

L’arrivo della fine

 

Mortalmente consapevole dell’arrivo della fine.

Consapevolezza che annulla ogni mia forza vitale.

Certezza che aggroviglia la mia mente di dubbi.

Troppe domande per essere espresse

Troppo contorte per essere spigate.

Infinitamente confusa dalle troppe parole.

Confusione che annebbia ogni mia certezza.

Certezza che confonde ogni mia parola.

Delirio scaturito dalla paura,

paura sorta dalla consapevolezza.

Consapevolezza mortale dell’arrivo della fine.


 

Pura passione

 

Soffici labbra sfioran’ le mie

un pianto dal cielo inonda il cortile.

 

Spalanca le imposte l’aria impetuosa…

Rapidi brividi lungo la schiena.

 

Il mio petto discinto posato al tuo.

Il tuo cuore che batte dinnanzi al mio.

 

Dolci sospiri nella penombra,

Impeti e ardori.

 

Nudità del corpo e dello spirito.

Unione carnale dettata dalla natura o pura passione voluta dall’anima?


 

Nostalgia di un tormento

 

Manca quel sentimento

Quel mio dolce tormento.

 

Nefasto dolore dal dolce sapore.

 

Rammento il sangue che scorre lento

Insieme all’eccesso lo sgomento.

 

Ma dopo tutto…il pentimento lo ricordo a stento!

 

Questo è solo un ultimo lamento

Per la mancanza del mio dolce tormento.

 

Nefasto sentimento.


 

Solo mia la convinzione

 

 

Così forte è il desiderio

Che nasce dal ventre

Mentre senza alcun criterio

scivola nel bassoventre.

Un deleterio delirio che porta al piacere

Così semplice da ottenere

grazie alle tue mani leggere.

Mani che il mio corpo fa prigioniere

In trepidante attesa del dolce godere.

 

Così intenso il calore

Che sgorga dal petto

Rigetto con foga il dolore

che tristemente avevo predetto.

Un passionale amatore mi guida all’afflizione

Dovuta si, dall’illusione

Che tu provassi la mia medesima emozione.

Solo mia la convinzione

Che si trattasse di più che semplice attrazione.


 

Quiete e tempesta

 

Un gioco di luci ed ombre mi stringe il petto

Soffoco il lamento

Ma il pianto irrompe, dalla finestra dei miei occhi, esplode

Come grida di terrore

E poi il rancore l’odio il dolore.

 

L’alternarsi tra sole e nubi mi confonde la mente

Affogo il sentimento

Ma la rabbia irradia, dalla caverna della mia bocca, scoppia

Come fulmine a ciel sereno

E poi le urla le lacrime il dolore.

 

Di nuovo la paura del pianto

Lo trattengo a stento

Però non mi lamento

Godrò della pace che segue il mio tormento.


 

Il tempo per capire

 

 

Tutto ciò che ho combinato, tutto il mio passato…

Tempo sprecato!

Che modo insensato di averlo gettato.

Nel petto un sussulto, dallo stomaco un conato

Buttato …è ciò chè stato.

Tutto ciò che ho scritto, disegnato, suonato

Niente si è salvato.

Qualcuno sospirando penserà chè un peccato.

Nel mio cervello i frammenti di un esistenza all’insegna del peccato, dell’eccesso, di tutto ciò che è sbagliato.

Tutto ciò che ho tracannato, sniffato, fumato

Niente ha più significato

Tutto quanto ho gettato.

Per ricostruire i frammenti della mia mente sto faticando enormemente.

Tutto il tempo che ho sprecato forse l’ho guadagnato.

Perché mi ha portato ora ad aver rivalutato il senso di ogni cosa.


 

Effimeri amori

 

Desiderando un tuo unico gesto, una carezza, un bacio.

Sognando nudità del corpo, gemiti e sospiri nel buio.

 

Voglia di averti, toccarti

Di riscoprire il tuo sapore, accarezzare la tua pelle, sfiorare le tue labbra.

 

Il ricordo di noi blocca alle membra il riposo

Desideri incontrollabili scaturiscono inquieti dalla mia mente.

 

Ed ora sola nel buio, lenta la mano scivola

Sulla discinta figura che a cuor tuo appar frivola.

 

Vacuo di sentimenti ma ricco di ardori,

il petto in fiamme in rivolta la mente.

 

Niente più di un impulso,

un’ irrefrenabile istinto che solo un modo ha per essere spento.