La poesia intrinseca ( il messaggio per un amico)
L’amicizia è essere vivente, nasce, cresce, invecchia e prima o dopo muore.
Ha il suo respiro nelle risate e nelle lacrime versate assieme,
ha il suo battito in ogni pensiero dedicato all’alto,
il suo nutrimento sono le emozioni condivise,
l’acqua che gli dona vita è l’energia che ognuno ha dentro sè.
Come un seme l’amicizia va nutrita e accudita perché sbocci e cresca forte e sana.
Il debole germoglio che ne viene fuori potrebbe diventare una solida quercia millenaria, un fragile arbusto o persino un delicato fiore di campo.
Non ha importanza che sia quercia o margherita, ma l’importante è che sia vera, che le si dedichi la cura e l’attenzione che necessita per non farla appassire, che cresca rigogliosa.
E quando giungerà al termine, che sia dopo mille anni o una sola estate, quello che più importa non è ricordare come è finita o in quanto.
Ciò che più importa veramente è ricordare i sentimenti, le parole, i pensieri, le presenze, i sogni…ricordare la POESIA che vi era intrinseca.
Tra lenzuola di seta
Ansante respiro di piacere spinge lento il godimento ad uscire
Tra lenzuola di seta ed un velo di ingenuità, mesti bisbigli di indicibili verità.
Ritmici battiti del turgido sesso
Ritmici battiti del cuore nel petto.
L’iniziale imbarazzo spento, dimenticato,
ora… solo il ricordo vivo
del tuo immoto sguardo velato
da meste lacrime di un passato recente.
Indolente rimango nel letto, sola.
Tra lenzuola di seta ed inutili velleità, tristi ricordi di impareggiabile serenità.
Naufragando
Porti con te parole e messaggi…secoli di ricordi e segreti.
Nessuna nube all’orizzonte!
Il tuo placido respiro si diffonde nell’aria a parer quasi un canto.
Eccoti…d’innanzi a me, come un velo di azzurro tinto
Pronto ad accogliere le mie lacrime come tue.
Profondo abisso di misteri che il mio corpo alla deriva trasporti.
Sprofondo nel buio…
Manca il respiro…
S’annulla il pensiero.
L’arrivo della fine
Mortalmente consapevole dell’arrivo della fine.
Consapevolezza che annulla ogni mia forza vitale.
Certezza che aggroviglia la mia mente di dubbi.
Troppe domande per essere espresse
Troppo contorte per essere spigate.
Infinitamente confusa dalle troppe parole.
Confusione che annebbia ogni mia certezza.
Certezza che confonde ogni mia parola.
Delirio scaturito dalla paura,
paura sorta dalla consapevolezza.
Consapevolezza mortale dell’arrivo della fine.
Pura passione
Soffici labbra sfioran’ le mie
un pianto dal cielo inonda il cortile.
Spalanca le imposte l’aria impetuosa…
Rapidi brividi lungo la schiena.
Il mio petto discinto posato al tuo.
Il tuo cuore che batte dinnanzi al mio.
Dolci sospiri nella penombra,
Impeti e ardori.
Nudità del corpo e dello spirito.
Unione carnale dettata dalla natura o pura passione voluta dall’anima?
Nostalgia di un tormento
Manca quel sentimento
Quel mio dolce tormento.
Nefasto dolore dal dolce sapore.
Rammento il sangue che scorre lento
Insieme all’eccesso lo sgomento.
Ma dopo tutto…il pentimento lo ricordo a stento!
Questo è solo un ultimo lamento
Per la mancanza del mio dolce tormento.
Nefasto sentimento.
Solo mia la convinzione
Così forte è il desiderio
Che nasce dal ventre
Mentre senza alcun criterio
scivola nel bassoventre.
Un deleterio delirio che porta al piacere
Così semplice da ottenere
grazie alle tue mani leggere.
Mani che il mio corpo fa prigioniere
In trepidante attesa del dolce godere.
Così intenso il calore
Che sgorga dal petto
Rigetto con foga il dolore
che tristemente avevo predetto.
Un passionale amatore mi guida all’afflizione
Dovuta si, dall’illusione
Che tu provassi la mia medesima emozione.
Solo mia la convinzione
Che si trattasse di più che semplice attrazione.
Quiete e tempesta
Un gioco di luci ed ombre mi stringe il petto
Soffoco il lamento
Ma il pianto irrompe, dalla finestra dei miei occhi, esplode
Come grida di terrore
E poi il rancore l’odio il dolore.
L’alternarsi tra sole e nubi mi confonde la mente
Affogo il sentimento
Ma la rabbia irradia, dalla caverna della mia bocca, scoppia
Come fulmine a ciel sereno
E poi le urla le lacrime il dolore.
Di nuovo la paura del pianto
Lo trattengo a stento
Però non mi lamento
Godrò della pace che segue il mio tormento.
Il tempo per capire
Tutto ciò che ho combinato, tutto il mio passato…
Tempo sprecato!
Che modo insensato di averlo gettato.
Nel petto un sussulto, dallo stomaco un conato
Buttato …è ciò chè stato.
Tutto ciò che ho scritto, disegnato, suonato
Niente si è salvato.
Qualcuno sospirando penserà chè un peccato.
Nel mio cervello i frammenti di un esistenza all’insegna del peccato, dell’eccesso, di tutto ciò che è sbagliato.
Tutto ciò che ho tracannato, sniffato, fumato
Niente ha più significato
Tutto quanto ho gettato.
Per ricostruire i frammenti della mia mente sto faticando enormemente.
Tutto il tempo che ho sprecato forse l’ho guadagnato.
Perché mi ha portato ora ad aver rivalutato il senso di ogni cosa.
Effimeri amori
Desiderando un tuo unico gesto, una carezza, un bacio.
Sognando nudità del corpo, gemiti e sospiri nel buio.
Voglia di averti, toccarti
Di riscoprire il tuo sapore, accarezzare la tua pelle, sfiorare le tue labbra.
Il ricordo di noi blocca alle membra il riposo
Desideri incontrollabili scaturiscono inquieti dalla mia mente.
Ed ora sola nel buio, lenta la mano scivola
Sulla discinta figura che a cuor tuo appar frivola.
Vacuo di sentimenti ma ricco di ardori,
il petto in fiamme in rivolta la mente.
Niente più di un impulso,
un’ irrefrenabile istinto che solo un modo ha per essere spento.