Sebastiano Seminara

Poesie


I bianchi sono come un fiume

I bianchi sono come un fiume
Che a primavera rompe gli argini
Distruggendo tutto quello che incontra
Anche il fiume quando si getta nel mare
Non sa cosa lo aspetta
Ma non va controcorrente
Quello che è difficile da sopportare
È dolce da ricordare
Ogni volta che un indiano combatte con coraggio
La sua forza aumenta
Gli indiani si concentrano, per raggiungere
La cima della montagna
Poiché ciò che appartiene al tempo
Va via con il tempo
Ciò che appartiene allo Spirito è per sempre!
È ciò che loro pensano
E dicono di poter essere, che lacera lo Spirito
L’uomo bianco non vuole rinunciare a nulla
Ma un giorno si sveglierà
E si accorgerà che ha rinunciato a tutto

 


 

I pensieri sono come frecce

I pensieri sono come frecce
Una volta scagliati colpiscono l’obiettivo
Custodiscili
Un giorno potrebbero essere le prossime vittime
Chi fallisce ha paura di cadere
Gli indiani amano le loro cicatrici
Perché ricordano che furono, sono e saranno
Più forti del dolore
I pensieri sono Spiriti liberi,
Liberi come il vento
O come un cavallo selvaggio
Che galoppa lungo una spiaggia deserta
La libertà non si acquista, si conquista
Sì, sotto la corteccia della guerra
L’aurora li sveglia già

 


 

La felicità è la pace dello Spirito

La felicità è la pace dello Spirito
La felicità è armonia con la Natura
Nessun possesso può sostituire
La qualità della nostra vita
Un uomo che non si arrende
Non sarà mai sconfitto
L’uomo è fiero di essere quel che è
Osserva tutto e resta in silenzio
L’uomo bianco potrà ucciderci
E straziare il giorno nel nome di Dio
Ma non potrà piegare mai i nostri cuori
Egli ha steso la nostra libertà
Sul ciglio di un respiro

 


 

Nell’ora più buia abbi coraggio

Nell’ora più buia abbi coraggio
Sebbene il tuo tempo qui sia breve
Ogni tuo passo è sacro
La tua impronta indicherà la strada
A chi verrà dopo di te
Ballerai con i coyotes
Picchierai la terra con i tuoi mocassini
Abbraccerai la tua squaw come una Venere nuda
Vicino alle onde non piangerai più
Poiché tu sei un sogno di Dio
Per la Terra tu sei un geroglifico oscuro
Chino sulla tua immagine ti dimeni
Siete sguardi eterni
Sì, tu odi il giorno che muore
Sei tu tempo il più grande maestro
Quando il sangue delle tue vene
Ritornerà al mare
La polvere delle tue ossa
Ritornerà alla Terra
Ricordati che questa Terra non ti appartiene
Sei tu che appartieni a questa Terra

 


 

Le ferite, le cicatrici, le sofferenze

Le ferite, le cicatrici, le sofferenze
Ti confermeranno che hai davvero vissuto
Spesso nella vita non sono le ali a mancare
Ma il coraggio di usarle
Un’anima libera non può essere posseduta
Puoi solo amarla
La vera domanda non è se esiste la vita
Dopo la morte. La vera domanda
È se hai vissuto prima della morte
Così, un giorno la paura bussò alla porta
Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno
A volte il silenzio è la migliore risposta
Lascia a tutti l’illusione di avere ragione
Che strano l’essere umano
Litiga con i vivi e regala fiori ai morti
Non s’interessa di un uomo vivo
Ma si dispera di fronte a un morto
Sembra quasi che la cosa più preziosa
Sia la morte e non la vita
Mi piace essere uno spirito libero
A molti questo non piace
Ma questo è quello che sono
Sì, io sorgo impavido a solcare con le ali
L’immensità dello spazio
Senza che il pregiudizio mi faccia schiantare
Contro le sfere celesti