Silvana Amato - Poesie

È calata una notte

È calata una notte
nel mio giorno incantato,
una strana notte,
senza veglia
né indaco di tramonto
che ingentilisce
curve di creato.

Nuove lucciole
giungono senza sorprese,
al mio guardo smaliziato.

Con fare greve
mi rifugio
tra le luci di Orione,
e mi arrampico
tra le sue calde stelle
in cerca
dell’ultima emozione.

 


 

Papaveri e arcobaleni

Ossa di lieti momenti
lasciano andare
il profumo di ciò
che il cuor allegro colma.

Sgomenta scopro
il fascino del tetro
e del dolore vissuto
quando gaudio e riscontro
lo applaudono
mentre della vita
svelano
il suo volto smunto.

Ogni azione
si manifesta
nel riverbero della noia
e stanca
si trascina
a cercar conforto
in un barlume d’emozione,
nell’incanto di un evento.

Gioia d’equilibrio
non dimena amore
per unir stirpe o melodia
ma brama e freme cieco
quando scorge,
fra dolor terreni,
prati di papaveri e arcobaleni.

 


 

Biancore

Mugugno tra me
e questo cielo coperto…

Nuvole candide
avvolgono
un mio glabro pensiero
con plumbeo biancore.

Ricaccia
il mio sguardo all’interno…
ove lacrima può sospirare
al largo dal dolore.

La terra ricopre
con confortevole manto
le leggiadre emozioni di ieri.

Tira forte la fune del vero…

Ogni sorpresa
sottrae al nuovo
che incede pedante,
senza sorriso,
tra rami di ovvio
e foglie di noia.

Acerbi germogli
rinsecchiscono
annichilendo emozioni.

Raspa stanco
il mio sguardo
cercando direzione
nella bianca nebbia
e fregola monta rabbia
che non sa più cosa pensare,
non sa più cosa fare.

Si addormenta
sulla scia d’argento
di una nuvola infanta
che un dolce desiderio
sommessamente agguanta.

 


 

Cielo contorto

Candide nuvole
smerigliate da insistenti raggi
si accendono,
rapite da vento ambiguo.

Si gonfia il respiro
nutrendo l’anima ribelle
che impavida
lo insegue nell’oltre,
ignara del mondo che muore
e del ventre che si contorce
in un lago di lacrime.

Il suo sguardo
sempre rivolto verso l’alto
a cercar speranza
laddove
tempo, spazio e ragione
danzano le note
della stessa canzone.

Vento ambiguo che soffia
su sconosciute vele
increduli ci sorprende
ad uccidere sensi di vita
tra benesseri effimeri
e tempeste perfette.

 


 

Sfumature di verde

S’invelluta il mio respiro
incontrando il tuo,
natura madre,
mentre cauta incedo
nell’intenso verde.

Nell’anima danzano echi
di dolce e tenera fauna.
e, tra le mie dita,
gocce di pioggia lontana…

A stento lucidano
il frastagliato verde
di spettinati cespugli,
le pieghe di steli accasciati
ed il groviglio
di scuri pensieri inaspettati.

Orma nel fango
profana
il sacro solco
del ruscello scomparso.

Piccolo rivolo scorgo ansiosa
tra sassi e rami persi
ancora generoso
di sana verde acqua .

Chiome intrecciate
da preziosa frescura
non vi stancate
di donare
preziosa linfa
che da verde muschio
fluisce vitale
verso il chiaro
di tenera foglia.

Ed io grata mi scopro
ad affrontar
nuovo corso,
paladina di te,
che immensamente proteggi chi ignobilmente
ti consuma.

 


 

Nella speranza

Mi specchio nella luce
del creare
celato nel tessuto della mia carne
gravida di stanchezza.

Straniera è la forza
che tento di afferrare ammaliata
quando soffia sulle vele
del mio impavido divenire.

Non importa se l’anima
guaisce pressata dall’insulsa indifferenza, rovesciata dall’angoscia dell’impotenza.

E nasce rimpianto nella speranza
che trattengo quando essa fugacemente cerca di volar via.

 


 

Argini

Gira intorno al mio quieto sguardo
quel pensiero che altrove non va
a cercar colori
o schegge di orfane emozioni.

Non osa anelar sbalzi d’umore
tra i fiorati viottoli di percorsi
già battuti,
ne freme per brama
d’assaporar intensi sapori.

Tra i mei piedi consunti
dal tanto vagar per mari
e per monti,
sembra quasi strisciare
con vile pudore
come chi non riesce
a gioir del sole.

Sembra d’impedimento compiaciuto,
d’un tratto sciolto nel suo agio
mentre adagio,
trova ristoro
fra gli argini del mio tempo
che lesti si apprestano
a frenar con l’inganno
il mio prossimo volo.

 


 

Il lato nascosto

Ricadono ambigue
tra le vane pieghe
di scialbi destini
quelle ore preziose
morbide e generose
che l’anima sollevano
come candida piuma .

Combaciano armoniose
danzando supine
sfidando la sorte
tra il grigio e le spine…

Sembrano briciole di miracolo
sospiri di oracolo
che scaldano i cuori
saldando antichi amori….

Nulla sembra fermarle,
tutto sembra attivarle,
quand’ecco che insidia
ben presto le affianca
e repentinamente
le soffoca e le sfianca.

Una lacrima solca la guancia
mentre la scia di quelle preziose ore
svela il loro sentore fosco
celato nel loro lato nascosto.

colpito è il velluto del cuore
da una polvere di dolore,
da una fitta rete di mancanza
che acuto ingegno scuote
a seminare forza
e determinata sostanza.

 


 

Preludio

Solco i miei cari selciati,
per lungo tempo desiderati
conquistati!
E respiro profondamente…..

Assaporo le fasi compiute
del mio divenire
von la luce adorata dei miei sguardi
quando carpiscono una elegante
e diffusa beltà.
E respiro profondamente…..

Immersa nel cammino
non ammiro più i miei sogni
dal loro concitato interno
ma li cullo con abbraccio materno
e, con maturo distacco,
dall’esterno li contemplo.
E respiro profondamente…

Li attraverso ormai
sapendo che non potrò più perderli.

E respiro profondamente….
perché non son piú loro
che governano i miei palpiti,
ma io che mi sorprendo a domarli
gioendo senza più ansia….

È un preludio di fasi novelle
che avanzano come rondinelle
avvolte da essenza di vita vissuta…
ardentemente voluta
nonostante le inevitabili ombre.

 


 

Il canto dell’allodola

Danze di farfalle
circondano il battito veloce
del mio cuore ansioso
nei pressi di un gioir festoso.

Il mio passo lesto
avanza incontrastato
pronto a raggiungere ogni meta,
cieco di beltà
che l’ammirar lento s’aspetta

Ma… all’improvviso
un dolce canto
avvolge la fresca aria
e me,
e la mia inopportuna fretta.

Potente, melodiosa armonia
accarezzando
invadi l’anima mia,
tra piccole fronde e chiare ombre,
che sguardo in alto
estasiato protende.

Piccola allodola, dall’incantevole richiamo,
hai liberato il mio cuore in un istante!

Un profondo e lungo respiro
di vita , di libertà
mi hai donato!
per volar su in alto…

A sfiorar l’azzurro del cielo!

 


 

Lontano dalle ali

Tiranno, pacato scorrere del dì…
veloce si dimena
attorcigliato nel ventre
di minuti amorfi.

Essi ,tenuti insieme
da sospiri distanti,
cedono il passo
a nubi lacerate,
smorzando aneliti
e desideri cangianti .

Mi dimeno anch’io
nel cercar quel soffio
che gonfia la mia vela…

Ma invano mi muovo
nel mio stagno,
e sorriso mi abbandona
mentre scorgo… lontano…
le mie ali.

Cauta avanzo senza sentori
con capo chino,
come chi non osa
risvegliar antichi ardori…

 


 

Solitudine

Dietro il vetro mi apposto
non più a sfogliar pensieri….
mi vesto delle sfumature
dei miei sentori
per afferrare le vostre ombre…
non più volte ad ascoltare
le onde del mio mare.

Esse suonano altre melodie,
si agganciano ad altre variopinte frenesie
per ingannare il tempo
e rilanciare i dadi per far rivivere,
senza tormento, ciò che a voi rimane.

Vorrei muovere la mia anima,
ma essa ora è stanca,
vorrei che mi prendeste tra le braccia
e, cullandomi, vorrei che mi portaste via…

Ma nulla accade..e così mi addormento
sganciata serenamente dalla realtà,
abbracciata teneramente alla mia ombra
che malinconica mi sorride.

 


 

Una stella e il grigio

Calda gioia innonda
la mia anima sopita
quando un unico raggio
attraversa la nostra aura…

Ti osservo con ritrovata armonia
e non riesco a non piangere
se amare lacrime
rigano il tuo volto,
non riesco a non sorridere
se scorgo la tua
confortante serenità.

Non nutrire sassi d’ira,
di tristezze ,d’indifferenza..
che possano scalfire il nostro raggio
e la sua fragranza!

Dobbiamo far brillare una stella
che illumini misere anime,
che faccia strada a chi il futuro insegue
prima che inevitabilmente il grigio
ci avvolga!

 


 

Papaveri e arcobaleni

Ossa di lieti momenti
lascian andare il profumo
di ciò che il cuor allegro colma.

Sgomenta scopro il fascino
del tetro e del dolore vissuto
quando gaudio e riscontro
applaudono mentre della vita
svelano il suo volto smunto.

Pervasa ogni azione dal riverbero
della noia e stanca si trascina
a cercar conforto in un barlume d’emozione, nell’incanto di un evento.

Non dimena amor gioia d’equilibrio,
per unir stirpe o melodia
ma brama e freme cieco,
quando scorge, fra dolor terreni,
prati di papaveri e arcobaleni.

 


 

La danza dei sogni

Solitario e agrodolce
è il ritmo della danza
dei miei sogni.

I loro passi
nel buio del mio cuore
Non fanno rumore…

Ma ne sento il dolore
quando lontana
è la speranza
di trasformarsi
in perle vita…

Solitario e agrodolce
si rivela il mio impeto
nel cercar
di sfiorarne qualcuno
quando sprazzi di realtà
li illuminano
per qualche istante…

Ma ecco la mia anima
espandersi
quando incredula scorge
la crisalide
che, splendida, dipana
le sue ali
di variopinte emozioni.

È quel sogno
che ha il mio stesso respiro
e come dolce vento
scuote le corolle
dei miei pensieri
creando dolci frutti
e freschi fruscii di libertà.