Silvana Iuculano Lo Mascolo - Poesie

Un posto casuale

 

 “Ho deciso” esclamò risoluto Hoppy. “Voglio proprio vedere com’è fatto questo posto”. Rimase fermo per qualche secondo a guardare la grande porta spalancata al piano terra prima di decidersi ed entrare. 

Quella situazione offriva di certo una grande opportunità, pertanto, desideroso com’era di scoprire quel luogo a lui sconosciuto, avanzò un passo dopo l’altro lentamente, ma con decisione. 

Si avvicinò all’ingresso.

“Sono pronto!” ribadì tra sé. 

Lanciato un ultimo sguardo ancora e raddrizzato il cappellino rosso sul capo, portò una zampa dopo l’altra, lentamente, oltre l’uscio.

Attorno a lui si ergevano alte e colorate pareti, ampie vetrate attraverso cui ammirare chissà quante meraviglie nascoste e, ancora, numerose e basse, ben sistemate a scacchiera, mattonelle levigate su cui far scivolare le zampe. Un vero divertimento!  

 

Intanto in quel grande edificio si era sparsa la notizia della comparsa di un animaletto strano, un insetto. Hoppy, che non immaginava si trattasse proprio di lui, avanzava piano piano e sempre di più si accorgeva come tutt’intorno si fosse creato un gran movimento. C’erano bambini dappertutto: i piccolini si dirigevano verso


Il bombo insoddisfatto 

 

Un bombo ammirava da lontano le api nei loro eleganti volteggi e desiderava essere agile quanto loro.  Piuttosto grassottello e goffo sentiva il proprio corpo sempre più pesante e ciò ostacolava la buona riuscita del volo, ormai divenuto decisamente troppo lento e faticoso. Cercava di mettersi a dieta e faceva spesso degli esercizi fisici, specialmente flessioni e jogging ogni mattina all’alba, mettendoci tanto impegno e costanza.  

I problemi estetici del bombo non riguardavano soltanto il peso ma anche una folta peluria nera e gialla che ricopriva tutto il corpo e in particolar modo la zona addominale. Per eliminare quei peli tanto antiestetici e fastidiosi, chiedeva consigli al vicinato, che sempre più si mostrava dispiaciuto e contrariato di fronte a tanta ostinazione. 

Un giorno, mentre il bombo era impegnato nella solita pratica ginnica, capitò per caso un ragno, che colto dalla curiosità, gli domandò che cosa stesse facendo. 

Il bombo interruppe l’allenamento e gli raccontò dei suoi problemi. 

Il ragno, che ebbe qualche difficoltà a comprendere le motivazioni dell’insetto, gli disse:

In realtà sono proprio quegli aspetti che ai nostri occhi possono sembrare dei difetti a farci apparire speciali.

Quelle parole, cariche di saggezza, non furono comprese dal bombo, che troppo preso dal suo problema tirò dritto per la sua strada.   

Trascorse un lungo periodo ed egli dimagrì riuscendo anche a perdere parte della peluria che tanto lo angustiava. Ma con il peso e la peluria perse anche la serenità e l’affetto della sua colonia, che mal sopportava il comportamento che egli aveva assunto nei confronti del gruppo. 

 

 

Nella sua solitudine si ricordò allora delle parole sagge del ragno e finalmente capì che la cosa più importante di tutte era di essere quello per cui era nato. 


Il coleottero, la coccinella e lo scarabeo


Una coccinella e uno scarabeo giocano a rincorrersi tra la vegetazione di un piccolo fiume. 
Nascosto tra il verde fogliame intravedono un coleottero bombardiere, troppo timido per chiedere di unirsi a loro.
La coccinella, vedendo la propria immagine riflessa sull’ acqua, orgogliosa del suo rosso vistoso, distende più che può le ali e dice a gran voce: 

– Io porto fortuna e sono desiderata da tutti!

Lo scarabeo, a quelle parole, fiero della sua forza e del suo aspetto, reagisce esclamando:

– Sono io il migliore! Posso spostare grandi massi e guarda che magnifico corno!

I due si avvicinano al coleottero bombardiere, lo guardano e scoppiano in una fragorosa risata: è ben noto a tutti gli insetti il suo bizzarro sistema di difesa. 
Il coleottero, non osando intervenire, preferisce rimanere in silenzio e, in disparte, soffre di solitudine. È molto infelice e sempre più solo. 
Un giorno, improvvisamente una rana cattura la coccinella.  
A poca distanza il coleottero osserva la scena e, senza alcun indugio, decide di intervenire in suo aiuto; si lancia contro la rana, che lo attira dentro di sé in men che non si dica.
L’anfibio sobbalza per un po’ e alla fine, in preda al dolore provocato dal miscuglio rilasciato dall’addome del coleottero,  spalanca  le fauci, aprendo la via di fuga agli  insetti, che da quel giorno, da quella brutta esperienza, hanno imparato il senso profondo della vera bellezza. 


 

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