Silvia Miniati - Poesie

Recensione “ PROMISES “

“.. uno degli scopi della vita che la rende di successo…?
Fare più sbagli possibili”
Ma alla volte, è’ un induzione del destino che non ti permette alternativa.
Un film paragonabile solo ad una serie di pugni allo stomaco ben dati.
Ottima mira.
Chirurgia implacabile nei fini e nei ritardi opportuni.
Una tristezza implosa che quasi sorride perché s’intenerisce alla costante durezza degli eventi… incessanti.
Come pioggia cruda su lividi mai rappresi , consumati dal dolore come libri sgualciti e polvere di ragnatele.
Una vita di attesa sfinita
e sfregi emotivi, che ne superano i battiti del suo stesso ritmo ;
un uomo solo d’anima nell’intero suo corso esistenziale, che soltanto nell’alternativa dell’amicizia rimasta, trova luoghi di braci ospitali.
L’amore vuoto e lontano nel mentre a guardare, come spettatore muto, mai fermo ne convinto …
Binario spento in un tragitto vacuo e infinito nella sua finita ossessiva scelta , frenetico di ricerche e senso, traumatizzato …arreso, morente, senza mai riuscire a riscattarsi, ne a viversi in un viaggio di destinazione certa. Lingua morsa di infelici ferite e tagli veri, nelle braccia bianche e anoressiche.
Rimane il sogno oltre la morte , oltre la vita;
ma se la vita è il sogno …Sognare una vita, non e’ la stessa cosa?
No, se la vita non ti sogna!
Senza fiato dall’inizio alla fine.
Favino, con le 1000 espressioni di nudo emotivo di sempre.
Bravo… issimo, e brava anche lei .

 


 

All’ autrice Valèrie Perrin

E’ il suo libro di ultimo maggior successo che assorbo;
anziché cambiar l’acqua ai fiori… inverto flusso ai pensieri. .
Sei simpatica Valèrie, piacere di averti conosciuto .
Lèggiamo, o leggo per più di un motivo: fermo restando che leggere è bellissimo.
Entrare nelle vite scritte.
Sei,
e soffri e godi.
Sei divenire nella storia:
complice, giudicante, confidente , un po’ amico un po’ intimo … un po’ nudo.
Sei rapito,
come quando ascolti quella musica distinguibile tra mille melodie ,
e lei divampa come saette d’incendi in notturno estivo .
Sei caldo bagno di latte, illanguidisci, patisci, realizzi, capisci, guarisci.
Simbiotizzi,
e di emozioni mute friggi.
Quando inizio, …voglio finire .
Se poi mi appassiona, attendo il tempo giusto e mi dedico con cura al mio
“tempo di lettura” .
Alle volte ti arresta anche dove non vorresti…,
è quel viaggio,
e se sarà riuscito a portarti in un qualche d o v e,
avrà comunque ottenuto il suo scopo.
Cosi…parto!
Non studio.
Non scrivo.
Non penso.
Non lavoro.
Non guardo.
Non confronto… ne paragono.
Non giudico.
Non chiedo, non parlo, non ascolto, non soffro, non valuto , non rido … non piango.
Leggerezza densa .
Morbida intensita
Sapere fluido emozionale
Aria azzurra
…Leggo.
Di solito è’ una buona scoperta.
Non di rado e’ ottima.
La montagna intorno mi culla nel suo grembo, il mare accarezza l’udito.
Definirei “ il godere mentale “ questo tempo, che è’ già un altro tempo.
Attimo dopo attimo, pagina dopo pagina.
Entro e mi aggiungo :
son un osservatore, son un attore .
Bello.

 


 

Recensione al film “FATHER”

“… mi sento, come se stessi perdendo tutte le mie foglie…i rami , il vento, la pioggia … non so più che mi succede ormai…mi sento perso…”.
Un colpo al cuore di struggentissima malinconia, una storia lucida e tagliente.
Implacabile e dura, annaspi, cerchi respiro, ma entri in un vortice dove percepisci la forma , dove non arrivi mai al cono…
Il vecchio leone Antony Opkins in una sincera sfida cinematografica, reale e densa di spietata umanità.
L’anzianità a volume ridicolo,
alla quale nessuno sfugge.
Mi auguro un nuovo Oscar, per l’istrionico L E C T E R .
Ambizioso vecchio ingegnere ,
preda dell’Alzahimer che gli ruba tacitamente i pensieri,
sollecita ricordi luttuosi, scomodi,
e gli sfodera supponente e sfidante prosopoagnosia, diffidenza, solitudine.
Imperdibile, a partire dalla fotografia dai colori calmi, indefiniti, vacui, pastellati , morbidi, languidi e vintage.
Come una mente indaco senza identità, e comprensione …
che perde contorni tentata dal dubbio e sbiadisce la sagoma.
Si sgretola agli angoli come una fotografia vecchia,
rimasta troppo tempo chiusa in un cassetto ;
un paziente che cade nella patologia, che forse temiamo tutti…e la racconta a noi, prendendone l’implacabile arrogante identità.
Magistrale.

 


 

Fatica…

Il tempo circolare, si avverte come lineare attraverso lo specchio critico e giudicante della mente, e passa…
accipicchia se passa !
Più fatica del solito ,
2 rughe di malinconia e 9 di energia per la vita tessuta e vissuta…
più giorni a riprendersi dopo un allenamento tosto,
più insonne, forse da sempre .
Anche più calma anche però
e pure … piu meravigliosamente meditante.
La gamba ferita con cicatrice di guerra che si fa sentire nei cambi di stagione,
è quella che al tempo più presenzia
la sua sfida all’età’ e mi duole,
non posso più camminare come talune verdi estati.
Lei è viva e si manifesta, si proclama dolorosamente!
Chiede rigore, rispetto e ascolto .
Va bene … respiro. Ok.
Sto con quel che c’è. Immobile.
Stiam con quel che c’è ,con quel che è’.
Immobili.
Ci alleniamo alla presenza mentale e all’influenza del corpo a 30/40…50’nni:
rispetto agli obblighi ai quali lui ci subordina, nei quali ci vince , con i quali ci sorpassa.
E gl’inverni alle tempie?
Li coloriamo d’autunno, finché ci saran primavere
Un vantaggio c’è, io lo sento tanto insieme al vento severo che volta le pagine del calendario ,
non solo uno, forse.
C’è una bella variabile che cresce insieme all’età :
la professionalità consapevole più che mai, che avverto forte e piena nel mio lavoro d’anime.
Oltre a tutto ciò che ho studiato , che ho conosciuto e ho esperito ,
oltre a troppo che ho assorbito ,
letto , e scritto, e ancora studio leggo e scrivo: c’è la mia meravigliosa bastarda , succulenta vita, c’è stata tanta vita ed e’ tutta con me , …tutta me.
E’ quello che son stata e’ quello che sono e a ciò …son grata .
Tanto grata e piena di ardore.
Piena d’amore.
Non mi narro, non mi interessa .
L’attimo consapevole presente… e’ già passato.
Sto con tutti gl’attimi che scorrono,
con tutte le emozioni che li accompagneranno .
Son qui, sto qui . Medito e cambio colore … non solo di capelli .
Immobile.

 


 

Le mamme

Le mamme son come le ciliegie.
Buone , buonissime..una tira l’altra,
noccioli duri, costanza determinazione, fatica , gioia, perfezione sferica e succo di vita che scende e colora.
Leonesse per la prole e sostanza autentica, nelle loro carni amaranto e traboccanti di fame d’amore,
quando aspettano un’ora che non arriva mai,
quando a fatica pronunciano dolenti la parola”guai”!
Sincere come il sapore genuino,
quando ne assaggi una,
come un goccetto di bargnolino,
e profumate ,
come la vaniglia delle torte ,
come il lambrusco con la tortafritta, come il verde prato, fresco e lindo di bucato.
Mamme … sempre , per tutta la vita, Mamme comunque,
anche se la riserva… e’ finita.
Buona festa ciliegine mie , tutte mamme che fanno la differenza.
Tutte mamme nel mondo, con la stessa precisa sapienza.

 


 

Poesie

… anch’io narro poesie.
Arrivano da sole senza bussare,
hanno rondini felici tra i capelli
e solo quando non le penso, sospirano come scroscianti fiumi nella mente .
Attendono…
Bambine belle e pettinate nella notte di Natale;
si precipitano sul cuore, a nascondersi sorridendo e a sfogliarne gli strati come rosse carte di caramelle rumorose.
Rotolano lievi, valanghe bianche silenziose …fino a rovesciarsi sul foglio e rinfrescarlo di emozioni.
La notte le sorveglia e il sonno vien turbato dalla loro eco.
Cenci di vita che illuminano il passo , diamanti puri , che dalla gioia piombano allo strazio.
Nudità e cristalli
Sguardi intensi e pensieri :
Poesie ,
…lacrime di oggi,
sorrisi di domani,
incubi di ieri .

 


Neve di sposa

La neve è un sentimento,
si chiama …come evento, si chiama anche …dolcezza, si chiama infin tormento!
Carezza fresca in gola, si mischia cade e cola,
raffredda tanta pelle …nel vento è un pò ribelle.
Cancella le brutture nel bianco suo smaltare, eleva nel suo manto a immacolato altare,
leggera come il pianto : candore fede e vanto.
E dopo tanto bianco? Rimane solo… tanto.
Un pianto lacrimato… che cade sul selciato, rimbalza sul pudore morendo di stupore.
Goccia che si ghiaccia in guancia, dolore che si ferma in pancia.

La neve scende ancora,
nessuno piu l’ammira
nemmeno la colora,
neppur l’ascolta più…

La neve cade giù, ed io rimango sola.
Il cuore si è gelato nel candido di sposa… che sol ricordo fu;
la neve scende lenta, velata o poco più ma tu,… non torni più

 


 

Mare

Ti guardo e non vedo che vita incessante, monotona … che si strucca di ostinata nostalgia.
Sei…ritorno di nuovo,
e un verso stonato che appare scompare e perpetua magia.
Sei torvo, maligno, romantico e solo;
sei nato da sempre e infinito da più.
E sei il canto assordato da un infrangere ligio, se sprofondi all’ingiù…
Sei grigio, di nuvola gonfia…e sei pompa,
che riempie e si perde nel verde di acque poetesse e assolute.
Sei innumerevoli sirene mute, che urlano battiti iridescenti e sei mille milioni di marinai…
ammiragli, pirati, cameriere, mozzi e pettoruti sergenti!
Capitani cattivi e conchiglie scomparse,
e sei… turiste straniere arse, di un sole accecante che leva la pelle;
son belle e son bionde, spavalde e ridenti schiamazzano grate,
mormoran risa tra i flussi… beate.
Sei strega di mare,
che nel buio notturno di azzurro riappare.
Sei…Fate,
squillanti di nudi leggeri, madide e morbide d’onde d’acque e piaceri!
Sei pensiero lontano che non dorme tranquillo, e sei sfavillo, se mi guardi negl’occhi…
Se mi tocchi col tuo fare suadente, mi conquisti e rapisci;
ghermisci i lembi della mia pelle matura, ne fai scorza dura e non ti curi di nulla.
Sei culla,
e con te di contorno io mi sento felice, abbandono lo scempio della mente fasulla che trastulla di echi e mi fa prigioniera,
e nel mezzo dell’acqua che mi tiene sorretta, io mi sento bandiera di una terra gioiosa : un continente ridente mi circonda ben stretta, incosciente e selvaggio.
E son “cosa” di niente … o confuso miraggio,
tra le braccia di mare che mi vuole trasparente,
ed ancora ci provo a tenerti per mano, come amico ti guardo,
come amico…lontano.
E rinasco perenne e di nuovo ho fiducia, e ti trovo con me,
…sono isola muta.
Mare bello sei mio, e ancor mio rimarrai.
Mare infinito …lo sai, mare eterno di guai.


 

 

Ode alla cipolla

O mia cipolla dorata e stagna che della cucina regina sei,
cosa si muove nel saporito cuore, mentre profumi di acre tuo odor?
Tu che ti spogli libera e bella , e sfrigoli untuosa nella padella,
tu che ti accoppi con carote e zucchine, tu che raffini le minestrine.
Forse non sai d’esser regale e potente, quando accompagni principesse solinghe,
quando ti spellano con il coltello e intanto lacrimano di dolor.
Forse non odi, sospiri e tintinni di lacrimucce cadere nel piatto,
sei affettata distesa e sfoliata, sei vicinante alla dolce patata …
Le casalinghe sono svelte e furbette quando ti tagliano in piccole fette,
mentre i pensieri le sorvegliano fini, quando son stanche di lavatrici e bambini…
Nella cipolla si raccoglie il mistero… tale verdura uno scrigno?…è un po’ vero!
Nella cipolla si nascondono drammi, escono pian piano… e si sciolgon nei panni;
elle si puliscon nasini e manine poi, s’asciugano le goccioline.
Piangon sul serio quelle tapine?
Addolorate davvero, per finta… o chissà? Piangono di certo, ma nessun parlera’.
Forse non è per antica memoria, e’stato solo uno zampillo di gloria,
la colpa diamola alla golosa frittata, che da sempre fa a gara con la belga insalata,
oppure prendiam l’emozione che arriva: godendo il soffritto che frigge in cucina,
lasciam la cipolla al suo incerto destino, e insiem deliziamoci il gustoso arrostino.
O mia soave cipolla infinita,…bulbo carnoso e piantina incallita, sai che ti dico e la faccio finita?
Sei una Verdura …ma assomigli alla vita!

 


 

 

Caffè

Eccolo!
La tattile fragranza scolpisce una forma vellutata come carezza di vento bollente,
…imprigiona quella tinta profumata e le orecchie colgono il suono delle mescolanze del Sud
mentre la lingua assorbe il piacere scuro .
…mmmmmh, il caffè.
Gl’occhi si serrano nel suo recinto odoroso, lo spazio è pieno e consacrato, vittorioso.
Scivola dalla lingua all’ugola, vince la sospensione tra i pensieri, calma le labbra a mordere la tazzina fredda…
Riempie, …il liquido contenuto che serpeggia in gola muto :
l’aroma ti doma veloce, il sapore è immediato , sonoro, feroce!
Libera in un solo battito, narici mente e cuore,
il caffè ha una sola regola, chi lo beve
…muore!

 


 

 

La ballata dell’amore

Dell’Amore non si può dire, …troppo fuoco ha bruciato le rime,
molta Gioia gli ha strappato i capelli e l’Ardore gli ha rubato i gioielli.
La Vendetta poco servita…si è sfogata con un’appuntita matita,
il Tormento da quaggiù, vede torvo e solo in su’.
Guarda esausto il Pianto Antico, …senza lacrime si vive tradito.
C’è Sorpresa… che da tempo, non si piglia uno spiritoso spavento!
Non si cura nemmen Sguardo , di sparare il fine dardo;
quanto a lei… calda Passione… in ferie a dormire,
…calza pantofole senza patire!

Ma che succede a tutti quanti? C’è Stanchezza negl’amanti.
C’è del Vuoto da riempire,… frecce in pollaio come galline;
Cupido solo e abbandonato si chiede il senso del creato,
apre le tasche allora un pochino, per rimediare qualche soldino…
ma nel bagliore, di un sol secondino, ecco si accende uno sfavillante lumino!

“Cucù son qui, mi avete cercata? Ero finita tra la carta bagnata…
pieni ho i cassetti di strofe promesse, delusa alquanto di amanti e contesse,
son tutti mogi con gl’animi in crisi , ed io Speranza…a sbiancare i sorrisi…”
Ecco Routine, che appare contenta , vede assai colma la sua dispensa… :
“Tutto finisce e può solo stancare…che stai a pensare, non lo sapevi?
Cara Speranza, …arrenditi! Devi!!
Nessun amore dura in eterno, tutti si perdono…anche il padre Eterno!”

Sbuca festante da un angolino tal giovin Scherzetto, troppo sciocchino…
sorride e sta muto perche’ lo sa già… che tra pochissimo Amore verrà!
E’ l’ora ,
o il tempo comunque arrivato,… tutto si calma nel silenzioso boato.
Piano piano, dolce dolce, a spuntare tra le viole, con le gote solo rosse,… quello strambo folle Amore!
Era al sicuro poverino , come in borsa lo perduto scontrino,
senza idee e troppo impaurito… teso a succhiarsi fortemente il dito.

“Io non lo so… ma ero certo fosse…che nessun mai più mi volesse,
tra vivi eccessi e bulimiche serate, mi ero perso nelle puntate…
Torno subito però e anche presto, se lasciate sia onesto:
son un fiore profumato, più non vivo se maltrattato,
son essenza buona e vera come limpida primavera;
son in tanti cuori fermo, se mi lasciano in inverno…
Credo nell’eternità e nella vita di qualità,
ognun di voi se vuol mi coglie, ma non soddisfo solo voglie…

Quindi questo quanto è,
e non parlo solo a te… tutto va in andirivieni, gl’innamorati son senza freni.
Però,
se un mattino tu vorrai amare, sogno reale per l’altro dovrai creare,
tutti i giorni e negl’anni a venire, come un’onda di mare…che non può svanire.
Se questo è l’amore che tu vorrai, e sarà quello che desidererai sentire…
Ricorda!
Spesso e comunque… sincero dovrai, esser per sempre amorevolmente gentile”.

 


 

 

Ti amo…?

…giocherò!

E farò anche sul serio.

Poi ti inventerò degli scherzi finti eppur.. ti crederò di nuovo, negandoti.

Avrò l’arroganza di metterti in dubbio fidandomi, e ti svelerò di me,

…in segreto ,

come una muta bugia sincera.

E ancora ti prometterò amore,

sotto la luna infingarda d’agosto,

e qualcosa del corpo sfuggira’,

come dolce mosto,

mascherando di mare l’errore notturno;

e ci piacerà come pazzi,

a fuggir di galera manicomiale,

nel nascosto  buio gelo invernale .

E ancora… starò e starai male.

E di nuovo la mente a cercare di noi e di nuovo bugie vestite di vero,

e di nuovo ritorna, …ridendo,

l’amore sincero.

E se questa è bugia,

… io non credo all’amore, e se amore non c’è…?

Non ci credo mai più.

Cosa provi per me?

Dillo subito su…

E’ se invece è’ bugiardo, ed e’ vero davvero, e sorride e mi osserva sornione e sincero?

Allor,

questo strambo sentire che crepita in cuore, che fiamma e che cola e si strozza… cos’è!?

Sentimento d’amore,

solo e soltanto…davvero o per nulla,

fedele e scottante,

ancora per poco amatissimo e amante,

amor di nessuno, …amor opportuno, amore di te,

…amore,  per me.


 L’Anello

Tesoro ti devo adorare,

un anello d’oro vestito vorrei ti facesse brillare.

E’ un pegno d’amore dal cuore infinito, ti supplico amore… mettilo al dito.

Vorrei che restasse nelle tue mani,

un minuscolo tempo lungo un eterno:

sconfiggesse le tenebre,

respingesse le spine,

azzerasse le punte,

bloccasse l’inverno!

E se l’eternità non dovesse bastare,

moltiplicheremo il tempo come tazze di nuvole,

spezzeremo minuti come fiammiferi accesi,

scioglieremo le ore dense di cera,

e non ci sarà più un alba che aspetta,

neanche giorni resi centimetri,

nemmen giungerà amara la sera…

Brillare comunque,

brillare  davvero,

brillar per amore,

brillar per intero.

Un dito elegante,

di diamante vestito,

un tocco che palpita uno sguardo rapito…

Una mente leggera che ricama pensieri, un incontro d’amore dai sogni più veri!

Morituro dolore,

a qualcun mancherà,

…il ricordo è presente, scomparsa e’ l’età.

L’eterno si scansa, eppur si commuove, un inchino profondo, presenzia il dolore.

S’inclina un poco al passaggio regale e ritrova la via, nel perpetuo fiorire;

la promessa d’amore aspetta di nuovo, c’è sempre un domani che attende uno sposo.

L’anulare ora grida di fede sincera,

il gesto e’ nobile, la dama… vera!

La genesi s’incanta verace e guerriera,

sospira di nuovo, riprende il cammino:

c’è ancora una coppia,

…una donna di luce!

L’anello e’ al suo posto, la mente e’ di sole, gl’occhi degl’amanti respirano amore.

L’anello trionfa tondo e gentile,

abituato a brillare nelle vetrine,

ora sarà il suo tempo migliore,

si porta una silente

…divina,

promessa d’amore.


 Pensieri

Eccoli … son più di sei!

Ho sbalzi inquieti irritanti miei,

dove i pensieri  che vorrei in ordinata  fila,

…mutassero come monelli sporchi di catrame con la terra secca nelle scarpe,

e corressero  nelle vene,

a racimolar qualche carezza d’arte.

Li vorrei violentare di lettere  sconosciute.

A diventar parole con le ali, mute…

non carta di giornali.

Seduti calmi,

li vorrei… sedare,

solo un pochino,  il tempo d’amare!

Ma loro non trovan la via,

sfregano il cervello,

non lo accarezzano come poesia.

Son pigne secche,

impolverate da camino,

son berberi…ammutoliti e magri,

dal sudato cammino .

Li conosco come me…

e il pensoso mio  fluire,

non li placa generoso,

son in cerca del soffrire, …già mostruosi al divenire!

Girovaghi e affamati con fessure da ghiro,

come rigidi soldati soffocano il respiro invertono il senso del loro marciare,

ancora minacciano  e sviano… a rubare.

Infine decido,

li accetto così,

va bene ho capito,

…non muovo più un dito!

Lor senza fiato a furia di stenti

perdon la forza, serrano gl’occhi, cascano a terra

…rompendosi  i denti!


 Parole-

Stese nell’aria a ferire innocenza,

sbattute al vento con arsa indecenza.

Spesso ingabbiate come anime mute gelate in laringe, fosche e insapute.

Son tele bianche essenziali a coprire,

…ciò che del corpo fu il divenire.

Un Cristo le tace e gli colmano il ventre,

solo il lenzuolo le geme nel mentre;

bianco che vola, croce sospesa, bianco sfacciato, vittima offesa.

Rondini in un ciel grigio sbiadito,

son le parole di chi sempre ha tradito.

Danzano folli in bocche malate,

colano cuore se innamorate,

carta assorbente se voglion soffrire,

come dure armature… fino a morire.

Ora ti ascolto,

questo è il momento.

Le tue parole mi tuonan tormento.

…Il qui e ora mi allaccia sicura,

son pronta a sentire:

ho la scorza matura!

Presenza…d’assenza d’amore                  

(raccolta poesie inverno primavera 2020)


 Mi manca

Mi manca,

il fuggire in quella stanza di tempo in cui noi,

rovesciando  la  nostra coscienza bambina, riuscivamo teneramente a tornare;

in cui nasconderci era come fragoline di bosco aromatiche,

liquorose succose e rosse,

nel cavo vuoto,

di una quercia generosa ove il vento

aveva soffiato gli spaiati semi.

Mi manca quel tempo di corpi vuoti,

che anelavano a colmarsi come di fame e di sete e di sesso…

 E in quella danza di carne e profumi

riempivano di loro,

 d’amore sensuale…

come assoli di note concave e acutissime,

in cui due anime grate solo a quel suono, componevano rime baciate.

Una tregua con noi vincitori …in un campo di sole dove non entrava nessuno,

dove non eravamo di nessuno e per nessuno eravamo ricordo;

cinti nel nascondiglio divino e roventi,

come al bruciare di afe estive destinate agl’incendi.

Manca la nostra fuga dal mondo,

ed il mondo a bussare sulle nostre incuranti schiene,

…manca il nostro levarci dalle ferite quotidiane e sollevarci su quel tappeto volante

di  sguardi e contatti,

 che sfumava con uno tuffo solo, in una temporalità di sogno destato.

Manca il nostro tempo amante,

 spudorato e candido di baci cremosi, di sorrisi con le vertigini,

 di capelli distratti a coprire rossori,

 di mani sicure dipinte a lentiggini e  fianchi di dama,…a invitare gli ardori.

Ci aspetta furioso e rincorre i minuti!

Mi manca la tua emozione, che si dona a me con cristallina potenza,

e ogni volta è nuova…è essenza,

come elettrica scossa d’amore senza la  quale, non posso ne pensare, ne esistere, ne morire…

 ne vivere senza.


 Torni e ritorni

Torni e ritorni

come mare e d’intorni, come il Re più potente dallo sguardo d’Oriente,

non trastulli, ti sazi e come effimero fingi, ricomponi e dipingi dell’amore un ritratto.

Quasi fiore…bellissimo e fiero, dal profumo pungente di spine,

 rosolato a puntino come amante abbagliante o distratto bambino.

Torni e ritorni,

come pentito usignolo, tradito dal canto che garrulo langue al tramonto,

come insolito ordito …dal ricamo pulito, che mi chiede tempeste, e mi scuce la veste

senza dramma o perdono, consegnandomi il dono di quel poco rumore…con divino sapore.

Torni e ritorni,

come navi a salpare, come porto di vele, già decise a volare… sulla scala in cristallo che ne rompe il sigillo e mi lascia in arresto… di emozione severa!

Torni e ritorni ,

e per sempre io  cado  nel ditale infinito, come un pozzo di cuore che si lascia spillare…

che si lascia sfinire come ago a ferire, e che si lascia guarire …come sangue d’amore.


Ci sono

Ci son momenti cattivi,

 in questo tempo pazzo che ci avvolgono  l’anima, in una morsa dal dolore muto,

come resina che a fatica scorre a testa in giu,

 dal tronco malato e rugoso di un pino mugo, abbandonato dall’inverno.

Ci son istanti felini,

 in cui gl’affetti sconosciuti arrivano inaspettati e in un fuoco ubriaco infiammano linee quotidiane nascenti,

coccolano le fatiche..,

e divampano il tempo bagliore, sostando nel ruggito leonino.

Ci son femmine comuni,

 che come vestiti consumati  portano lo stigma degl’amori sfioriti

e poi c’è quella giusta… l’amica di te,

 intima e pura

 colei che coglie e distilla nell’aria di un fiore, taluni sospetti di affetto sincero,

 …di quel bene nascosto;

 misterioso maniero che racchiude specchiando quell’altra di me…che abita te.

Ci sono attimi divini,

quando tu mi leghi teneramente i fianchi, e mi blocchi a te in un amore che cresce,

e come ali di angelo plani fortissimo e lieve,

splendente e  argenteo come pelle di ostrica  nuda,

che spezza  la marmorea corazza…e regala la perla racchiusa.


 Caduta

Cosi mi vivo,

mentre la stalla della mia giornata muggisce di dolore.

E’ un troppo fieno freddo, che continua a non scaldare.

Son un Gesù,

senza bue ed asino e son cometa di un cielo appesantito,

… tessuto da feltrica nebbia.

Son buio senza lucciole,

con ombre nascoste ma vigili …di Re Magi stanchi e  languidi,

 dall’interminabile notturno polveroso viaggio, che non vede fine… ne più coraggio.

Son angelo caduto  e  saggio,

o seme di maggio, che al primo alitato vento come paracadute bianco trova in aere… senso.

Son il miracolo atteso,

dove pie donne corrono in chiese d’inverno, spaccate dal gelo di preghiere nude in continuo sospiro…

dal lungo martirio di fachiro, e  di  insaziabile fede.

Cosi sono,

 in perenne caduta a guardare il soffitto, come inchiostro che fluisce frenato dal rovesciato barattolo color della pece,

e son goccia invece…

Che scorre assetata verso la salvifica parola:

 e mi rifugio in caduta,

…nell’oblio mortale che vorrebbe accendermi.