Sonia Ferraro

Poesie


Solitudini libere

Gioia, nel tradimento di un sorriso che ti ho donato, mi uccidesti,
ma non l’hai capito… peccato come sia povero di desiderio
questo mio cuore, che d’amore non muore.
Rimpiango le scelte non fatte, le parole ingoiate in frasi bloccate
da un pesante silenzio, ma sono contento di non esserci
riuscito, almeno ho un motivo per ritenermi vivo.
Un calabrone tenta di passare tra le tapparelle della stanza
vuota, dove mi hai lasciato, dolce dolore, a prendermi cura di
me stesso, nel tentativo opposto di dimenticarti. Calmo i miei
pensieri, ritenendomi spento da qualsiasi evento.
Brucia il desiderio, resta solo il veleno di un amore vero.
Trappola, nascosta sotto gli anni, scavai, pensando di trovare
il petrolio; mi tagliò le mani il rasoio da te nascosto.
Mi siedo sprofondando nella stanza, rigurgito ogni accadimento,
denota tanto rammarico il mio aspetto, ma è solo un
difetto, che proverò a correggere e che, stanco di non averlo
pensato prima, prende il sopravvento e mi soggioga… mi
inganno, mi perdo e son contento.
Tiri, tiri… dice il mio amico perso, non sa che l’ho cercato nel
mio mondo opaco e anche lui mi ha lasciato, mentre sceglievo.
Volesse Iddio cogliere, in questo cuore, quale sarà l’agire che
cambierà l’orrore, che sento dentro!
Solitudini libere da ogni pregiudizio respirano a pieni polmoni,
dimenticando di essere nate, restando il più possibili lontane
anni luce dal mondo.
Poi, incomprese, prospettano il loro possibile nell’infinito spazio,
per limitarsi ancora e cadere giù mentre si vola.

Tratto da “Lettera per un estraneo”

 


 

L’avorio

Quanto eri bello, quanto mi sei piaciuto, così saggio e giusto.
Mi sembrava che i raggi solari ti facessero corona mentre parlavi,
ma all’improvviso ti si avventò addosso la vecchiaia e la
tua voce fu squallida e sottile.
Quanto sei brutto agli occhi miei stasera, mentre alle tue spalle
vedo scheletri sepolti e troppe falsità.
Quanto sei brutto, mi fai spavento e, senza farlo apposta,
ti lascio un altro momento a fissarmi il mento e poi, in un
preciso istante, ti guarderò negli occhi e ti obbligherò a guardarmi.
Svanirai come la neve sul basso monte, bruciato dalle
tue stesse colpe.
Come dorme bene chi non ti ha più incontrato, non saprà neppure
lui quanto danno gli hai arrecato.
Proprio colui che il tuo fiato aveva legato in una trama invisibile,
stordendolo con degli incastri terribili….
Egli dorme in un mondo che non gli farà del male, egli dorme
nell’ignoranza di chi non sa pensare.

Tratto da “Lettera per un estraneo”

 


 

L’arcobaleno del bugiardo

Il petalo toccò finalmente il suolo, accompagnato dal mio sguardo
indifferente.
Così la luce arriva nel buio, perché si riconosca, così la luce da
sola basta a far dimenticare l’oscurità della vita trascorsa, che
nel ricordo è una breve parentesi per un ticchettio passato…
Il fresco mattino, le schiarite nuvole, il rumore delle ruote sull’asfalto
bagnato, mentre io cammino su un marciapiede ai
margini del prato, lontano dai frastuoni del paese.
I raggi irradianti del sole trapassano il cuore delle nuvole, fra
monti e paesi si innalza un arcobaleno, si unisce il particolare
al Grande Amore.
Io guardo impedito da me stesso, per nulla incuriosito, schiaccio
un petalo caduto, butto al vento il mio vissuto.

Tratto da “Lettera per un estraneo”

 


 

Il viaggiatore

Io sono quella donna che oscura la luce e fa ombra.
“Troppe domande e sempre le stesse risposte”, dice il saggio.
I miei viaggi duravano una vita, i viaggi del corpo, dell’anima,
dell’immaginazione. I miei viaggi duravano un’eternità ed io
viaggiando vivevo.
Un viaggio è lo spazio che occupi mentre con lo sguardo lo
varchi.
L’intervallo di un’esistenza vale come un suono di campane
nella città del cuore, dove si respirano piano i sogni.
Impari con il tempo ad amare il viso odiato ed ad odiare il viso
amato.
Impari, imparando da te stesso, le lunghe vie del sapere trafitto
da molteplici sbagli, nei chiarori di un avvenire incerto,
immerso negli ultimi scorci del passato.
Prega, peccatore errante, una preghiera inventata, che ha
sapore di altri eventi, sembra trascritta da diverse mani, marchiata
a fuoco nel cuore.
Oggi ho davanti agli occhi il nulla, perché ho trovato tutto
troppo in fretta, ma non l’ho saputo trattenere, così un nuovo
stupore solca il lume della mia ragione e per un attimo comprendo
e dimentico.

Tratto da “Lettera per un estraneo”

 


 

Il bruco

“Racconto dopo millenni una storia felice
di due amanti delusi e impazziti che, dopo sbagli , rimpianti e
paure,
spinsero i ricordi verso una nuova avventura.
La via Foglia D’Oro, e spesso ci passo, li vide, e sorrise per
intere serate,
abbracciati nel buio di nuvole nere. La pioggia, la neve, il
vento e la bufera non fecero alzare nessuna frontiera, così quei
due omini piccini, piccini, con il cuore nel cuore, piano, piano
si dicevano: ‘amore’.
Che fosse un errore lo sapevano tutti, ma chi crede in un
sogno non ha paura del mondo”.
Adesso lo so che cosa intendeva, quel bruco-farfalla vestito di
cera, […] si scioglie, si piega fra anelli di fumo e vola lontano,
ma non lo vede nessuno.

Tratto da “Lettera per un estraneo”