Artista
Bella e libera
senza nome e sesso
non si giudica e non giudica.
Crea nel profondo dei suoi colori
per emergere in superficie..
mai banale o superficiale.
Con l’anima comunica,
poco razionale,
fa vedere l’invisibile..
lasciandosi travolgere dall’istinto,
non smette mai di produrre.
L’Amore
Solo quando non ci si dà il tempo di pensare,
le emozioni prendono il sopravvento
la mente non c’è, sono solo i sentimenti
e l’istinto a trasportarci..
Quando si cammina anche ad occhi chiusi
la noia ci è sconosciuta,
la voglia di vedersi sale dal nostro risveglio
e aumenta fino al nostro incontro,
indispensabile per continuare a sognare…
Il cuore non può battere a lungo senza l’altra sua metà
perché uccideremo noi stessi.
I nostri sensi sono a mille e il disgusto scompare,
la vergogna non raggiunge nessun tipo di pudore.
La paura non esiste,
ma l’orgoglio di urlare a testa alta senza vergogna
di una cosa unica rara che tutti vogliono,
la ottengono,la nascondono e la temono.
Dove ogni giorno è diverso
e sempre più eccitante del primo
dove ci si prende in braccio per volare sempre più in alto
senza il bisogno di guardarsi..
Il desiderio è sempre più forte…
…solo così puoi dire di essere innamorato.
…Il MaRe…
Semplice ed umile
come un po’ di acqua salata
ma dolcemente irresistibile
rende così magicamente il mare.
Immensamente grande da poterci confidare segreti,
ricordi e sogni senza limiti.
Ti rigenera con la sua freschezza
può inghiottirti ma non si nasconde..
fa tutto alla luce del sole…. non deludendoti mai!!!
Serenamente libero.. non ha comandi ..
nessuno lo può fermare!!!
Ti fa piangere, ridere…
divertire.. non conosce la noia…
Ad occhi chiusi ti trasporta istintivamente
senza darti il tempo di pensare
in onde di adrenalina
dove l ‘orizzonte non trova confini.
Solo sbattendo violentemente contro gli scogli
trova la forza per diventare sempre più forte
espellendo gli eccessi
che non lo fanno più respirare
e trascinando con se solo la parte più limpida
ed essenziale del suo essere…
così da renderlo magicamente unico.
IL SILENZIO
Prezioso tu sei come l’oro
insegnante d’intelligenza e maturità.
Immensamente pieno sei fonte di ogni ispirazione
ascolti ,vedi, senti.
Ti abissi nella pace interiore,
impenetrabile ma comprensibile fai di te uno strumento esemplare di comunicazione.
Sei tu il mio grido più forte.
GLI OCCHI GRANDI DELLE DONNE
Tu che sbirci ,mi inquadri
ridisegni il mio profilo
ti avvicini,
mi fissi.
Tu che mi ammiri, giudichi
ti rigiri.
Tu che mi temi ,ti intimidisci
sorridi.
Tu che gesticoli,
mi desideri.
Io che con uno solo sguardo
ti rivelo le mie emozioni,
non ho bisogno di guadarti
per dirti che ti amo.
Dare alla luce se stessi.
Avvolta da un’ombra oscura
ad occhi fissi nel vuoto cammino.
Immagini che si susseguono in continuazione
sfilano davanti la mente.
Pensieri struggenti mi vengono incontro
che evitar non sanno.
Vacillano parole confuse, arrestano il mio corpo
e a sangue freddo l’immobilità fa emergere
le mie debolezze.
Dalla mia stessa freddezza nasce
una specie di vulcano che mi divora
che sta per distruggere tutto.
Presa da tristezza cado in un pauroso accasciamento
mi pare di annientarmi..
non ritrovo più me stessa.
E’ l’inquietudine,
il segreto dolore nell’allontanarmi dalla patria,
il silenzio che mi fa sentire il rumore dentro di me.
Un forte disequilibrio interiore
formicolio e brividi ai piedi
mi fa perdere aderenza,
i fiumi delle vene si fanno sempre più grossi.
La corrente le fa scorrere così veloci
fin su al bacino da provocare la rottura degl’argini.
Lo straripamento invade le ossa,
si allaga ogni parte del corpo.
Onde altissime che si chiudono maestosamente
rovesciando gli eccessi di troppo,
mi trasportano in luoghi sconosciuti.
Il mal di mare dell’alta marea mi provoca nausea,
ho una stretta che colpisce lo stomaco,
navigo in una burrasca che sembra non avere fine.
I dolori nei rifiuti si scatenano contro gli scogli di tensione,
schizzando in ogni piccola cellula.
Il fluire delle acque mi trascina al largo del petto,
risucchiata da un tumulto di emozioni,
tocco il fondo del cuore..
Il mare torbido e sconvolto,
la tempesta mi sbatte nuovamente sugli scogli.
Travolge la gola
bloccata da nodi,
rimango in apnea.
Mi strozza,
fatica ad uscire dalla bocca,
inonda la vista.
Mi sento morire,
sto per annegare,
per essere inghiottita.
Resto a galla,
non riesco a partorire,
mi divide quella barriera tra utero e nascita
colpisco e non affondo.
Dall’impatto gli ordini razionali del cervello sobbalzano
provocando una forte scossa
di impulsi estranei ma viventi
e impossibili da non cavalcarli.
La mente cessa di esistere, i giudizi muoiono
c’è solo la presenza di se stessi.
Preso parola la parte più cosciente:il corpo,
in un clima di fiducia reciproca che ha consentito
una pace tra mente e corpo,
esco dalle nuvole che mi coprivano gli occhi.
L’assenza di tensione ha rotto i margini dei confini,
l’argine della bocca si rompe
e una tempesta di emozioni
si batte sul mio corpo appena nato,
le sensazioni ondeggiano per il corpo e il cuore
protagonista mi proietta come un mare infrenabile.
Affondano tutte le corazze che mi riparavano
dalle intemperie della società,
annegano tutte le parole rimaste impigliate.
La burrasca è finita si è schiantata su uno scoglio
portandosi con se paure e dubbi.
Il mare ha ripreso il suo flusso senza ingombri.
Testimone marinaia di me stessa a poppa sto,
fiera della mia identità.
Il flusso di acqua limpida risuona nella profondità della
memoria delle cellule.
Restituita la tranquillità ai miei sensi,
respiro, mi sento viva
con il sangue che scorre veloce nelle vene
mi riattivo con lacrime di gioia.
Conquisto la mia verità con presenza concentrazione,
disciplina, rigore
da me prima sconosciuti.
Si prosciuga la sete sulle labbra ancora salate,
quella sete di ritrovare il bambino che è in noi
bisognoso di esprimersi,
di sentire la terra sotto i piedi e il buio che si dissolverà
come una nuvola al vento,
quel vento quasi sconosciuto che per la prima volta
mi accarezza la pelle.
Nella tranquillità in cui l’anima rende conto a se stessa e nel
silenzio delle passioni si ascolta
e in un dolorosissimo parto ho fatto uscire l’arcobaleno che è in me.
La Nostra Nobile Natura
Come puoi pensare ad una vita..
senza la nostra storia..
Lo studio della nostra straordinaria storia,
che sappia anche coinvolgere lo studente.
Senza libri..
che aiutano a fissare nella memoria
gli avvenimenti più importanti che hanno segnato
la nostra unica storia.
Senza romanzi..
da poter immergersi e sconfinare fiduciosamente
in mondi sconosciuti.
Di composizioni poetiche..
che incontrando la memoria allenano i nostri sentimenti,
le nostre emozioni.
Senza quadri..
che prendendo luce dagl’ occhi
possiamo ridefinire i contorni a nostra immaginazione.
Del magico stupore di uno spettacolo teatrale,
che scaldando e seducendo il pubblico,
saprà ricambiare di caldi e affettuosi applausi.
Di fotografie..
l’esatta riproduzione di ciò che vediamo e
memorizzano l’insorgere del pensiero.
Della proiezione di un film,
che ci fa volare con i piedi per terra e
ci distoglie dalla realtà.
Di canzoni..
che indagando con il passato giorni tristi e
gioiosi ci fanno rivivere.
Di un componimento a ritmo di danza..
che ci travolge ad occhi chiusi alleggerendoci la mente.
Di un concerto..
che ci trasporta distesi su un prato sotto un cielo stellato.
Di un’orchestra..
che traduce lo splendore di perfezione totale
tra presenza e responsabilità.
Di sculture..
che immortalano i veri personaggi epocali
che hanno fatto la nostra famosa storia,
unici pilastri esemplari da seguire.
Dell’architettura..
che incanta e ricorda i nostri beni culturali,
le nostre ricchezze.
Di monumenti..
che con orgoglio respirano e
rendono preziose ed invidiate al mondo le nostre città.
Come puoi pensare ad una vita..
senza l’arte..
la cultura..
le nostre origini..
le nostre radici..
la nostra terra..
la nostra natura..
la nostra nobile natura..
Ci cibiamo del nostro essere..
così necessario.
Nutrimento genuino quotidiano
che ci tiene in vita.
Quanto è potente?
Così tanto da condurci in un solo secondo
in un’altra dimensione,
staccarci dalla monotona abitudine,
spaziare tra l’immaginazione e la realtà.
E non passa giorno che non veniamo a stretto contatto
con qualsiasi loro forma,
che si esprime libera in modi così diversi e
appare sotto tanti stili.
Non togliere
la penna ad uno scrittore
il palco ad un attore
la voce ad un cantante
le mani ad un musicista
il pennello ad un pittore..
..la moto ad un motociclista..
la Vita ad un Artista!
Fine! Alle limitazioni fisiche nel agire,
alla schiavitù del cuore.
E’ tempo di cambiare musica!
Non negare ciò che senti veramente!
Restituisci il giusto valore ad impagabili creazioni,
difendi la qualità di uno scenario che supera la normalità,
non offendere i tuoi profondi occhi a divenire
cieco di ciò che vedi.
Non oscurare il film da noi proiettato, che più reale non c’è.
Suggerisci l’esibizione della vita,
fai uscire da dietro le quinte il talento nascosto.
Non spegnere l’impulso creativo,
l’aspetto più bello dell’uomo in tutte le sue forme
in cui venga esternato.
Salva il lato artistico tenuto in gabbia,
lascia più spazio per creare il quadro della nostra esistenza e
pitturarlo con solari colori.
Fai fiorire l’esordiente con i suoi umili strumenti
in un giardino floreale,
vi sono ampie distese pianeggianti per produrre
buoni frutti da realizzare su carta.
Rendi note i propri pensieri e la loro sinfonia..
scrivi il romanzo che hai dentro,
allestendo la nuova scenografia della vita dell’individuo.
Riaccendi i proiettori e inquadra
il paesaggio incantato degli artisti.
Fai debuttare al mestiere più antico,
quello dell’artista
la sua libertà di fantasia
che più frizzante rende l’aria che ti circonda,
rallenta la mente dalla vita quotidiana
generosa, intima
risveglia i sensi,
da lezioni di vita vera,
pulita e sincera.
Gli artisti ci si ascoltano limpidi e sicuri di essere,
di creare da un foglio bianco pulito, luci, forme,
ombre, colori, sfumature.
Originali, poco razionali
con il particolare fanno la differenza,
protagonisti della loro vita
toccando l’anima ti conquistano.
Si mettono a nudo
per emozionare il mondo intero e
la loro immaginazione non muore mai.
Uniti da una passione divenuta professione,
l’unica in grado di regalarci vere e
grandi soddisfazioni,
equivalenti di essere degustate
da chi le crea con il duro lavoro fisico e
da chi le ammira.
Non si può pretendere che le passioni
stiano in silenzio a lungo,
sono un fiume in piena devono,
essere curate e coltivate
sfruttando al meglio
la grande carica di energia
che è racchiusa dentro di noi,
quella forza creativa che ci fa sentire vivi ,
che ti coinvolge totalmente e
ti permette di lottare per raggiungere
lo scopo prefissato
con rigore e disciplina,
sopportando ogni difficoltà e sofferenza.
Un fuoco di passione.. acceso, caldo e
non preoccuparti che ti avvolga,
ti scalda e che ti brucia..
ma che si potrebbe spegnere.
L’incapacità di urlare con tanto coraggio
la gioia che proviamo!
Dove il successo parte solo da dentro e
l’avversario più stimolante è se stesso,
gareggia la passione del artista
in sella alla sua moto,
con il cuore sul piede dell’acceleratore
che la linea di partenza supera il traguardo
dipinge concerti
disegna suoni
scatta la trama
balla l’opera
progetta l’acrobata
filma il linguaggio
suona la coreografia
scrive la danza
studia il dipinto
allestisce il soggetto
legge il palco
intona lo spartito
esprime la banda
canta la pellicola
decora le note
dirige la melodia
debutta l’armonia
archeologicamente parlando,
interpreta per scolpire..
..la Propria Anima.
La Bambina Mai Cresciuta
Che bello, essere raggomitolata nel ventre, assaporare il calore materno su le note più alte di un unico cuore che si nutre di fiducia e amore…la melodia di questa musica mi fa volare tra fantasticherie e mondi incantati.
Ma.. l’incantesimo finisce a suon di urla di dispiacere e delusione che l’unico senso già vigile mi fa ascoltare.
Se la testa vigila il corpo non si abbandona, rimango paralizzata con i pugni stretti che mi chiudono la circolazione.
Esco o non esco? Rivestita da un velo bianco quasi come per proteggermi,da feroce guerriera vengo alla luce, ma sconfitta prima di combattere perché femmina.
Danneggiato il mio sogno vengo denudata della mia identità con quei desideri infantili alimentati solo più di immaginazione.
Guardatemi,io non centro niente… A pelle viva rimango affamata di abbracci di cui in ventre mi nutrivo, solo due grandi occhi ingenui esplorano commossi in cerca d’aiuto, profondi e scuri ma accesi come fari da accecare sguardi sfuggenti, gentilezze che non riflettono l’espressione dei loro volti.
Papa’…mi sto specchiando nei tuoi occhi che non luccicano come per vedere un maschietto che tanto aspettavi.
Dire l’impressione che mi fa questa scena è inutile, vorrei poter urlare ma dalla mia bocca esce soltanto un sibilo agghiacciante che mi spaventa ancora di più, sento prosciugata la mia voce e mi sembra di impazzire.
Peso quattro chili e mezzo ma non e’ carne.. sono sensi di colpa, lampi di pensieri e pregiudizi ricorrenti che tuonando nella mia testa hanno fulminato ogni piccola cellula del mio corpo.
Libera dal feto ma imprigionata dal cuore ormai ferito insieme a l’anima mia ancora vergine ed innocente.
Un corpo di cristallo con sensi confusi e storditi. Un gattino perso nel bosco, o una tigre in gabbia, privata di pelliccia ma rinforzata da artigli che con scatti felini e pronta a difendersi da eventuali sue prede. Mi dimeno in un senso di inutilità, condannata dal trauma del rifiuto, handicappata di esprimere quello che sento e come mai sento cosi vivamente ciò che non posso esprimere?
Un viaggio verso la vita o la malinconia?
Il corpo cresce chiuso per la paura di ammalarsi in quella posizione fetale e il buio che mi circonda. Soffocata da quel suono giudicante che rende faticoso l’apertura del plesso solare. Cresco sfiduciata con una gran paura di assumermi le mie responsabilità,di non essere all’altezza, insicura tra dubbi, incertezze, in assenza di autostima, sonnambula, disconnessa, senza identità e altro confidente non ha che me stessa. Sarei perduta se penetrassero il mio segreto.
(Spunta mia mamma)
Un seme piantato e perché non cresciuto a proprio piacimento, viene privato delle sue radici.
Il vostro dovere indegnamente tradito. Sonnambula ti andavo a svegliare di soprassalto. Ti ricordi.. mamma?
Affido adesso quello che ho di più caro al mondo la mia vendetta. Dalla mia stessa freddezza nasce una specie di gelosia che mi divora che sta per distruggere tutto. A volte mi infilerei le dita in gola e andrei a rovistare tra tutte le parole che vorrei dire ma che rimangono li’ impigliate. La natura del mio carattere tende a soffocare le mie idee, le mie emozioni.
Non ho una foto di quando ero piccola con una gonnellina, i capelli corti a zero, sono cresciuta da maschiaccio,è come se non voleste accettare il fatto che ero una femmina, nonostante tu mi dicevi che lo sapevate già. Come se non bastasse nasco persino con un velo bianco la cosi detta “camicia”,che strano.. come per ripararmi.
All’asilo non mi avete mai portata,ho perso la cosa più importante della mia crescita…il gioco e il rapporto con i miei coetanei.
Il vostro motto era:parla poco ma fa i fatti. Non si spiega che a gattoni scendevo da delle scale più alte di me per andare giù nel pollaio dove c’era la chioccia che covava i suoi pulcini, con un bastone la cacciavo via e a bastonate gli uccidevo i suoi pulcini, o i fiori,le piante,ogni vita la distruggevo. Non ero cosciente ma era il mio corpo che reagiva alla vostra crudeltà, sfogavo il diavolo che c’era in me. Il corpo risponde istintivamente a ciò che ha sentito, quasi ad occhi chiusi come tutte le persone che mi sono state vicino, mi proteggevano, mi volevano veramente bene, le facevo fuori moralmente appena si legavano a me. Sono sempre stata un disastro, maltrattavo sempre tutti, compreso voi.
Come faccio ad accettare complimenti? Sono diffidente.
Quello che vedono di me è bello, unico all’inizio, poi mi trasformo, mi difendo e divento cattiva. Dolce e tenera come un gattino ma se mi dai troppa confidenza, esce fuori la tigre ferocissima che ingabbiata da troppo tempo, i suoi artigli potrebbero sfregiare senza guardare in faccia nessuno.
Non ho una via di mezzo.
Mi e’ mancato il lasciarmi andare appena nata tra le braccia di mia madre, di quell’abbraccio caloroso che nel utero mi stringeva non ho ricevuto quel vero affetto che in pancia mi saziava. Sono stata tradita, ho difficoltà in qualsiasi tipo di rapporto, i legami mi terrorizzano, riscontro sempre come un senso di uscire ed entrare dall’utero, di quel rigetto di una creatura che viene alla luce, del tradimento, ho paura di aprirmi perché faccio del male.
Cerco in tutti i modi di tenere a bada questa tigre ma il suo ruggito sfoga continuamente la sua rabbia e ha il coraggio di dirmi che siete voi gli autori.
Certo, non mi avete mai fatto mancare niente….materialmente.
Che cos’è che mi impedisce di dimostrare e dire il bene che voglio a chi mi ha dato la vita?!
ASCOLTAMI!!
Se ho questa voce del cazzo è perché ho dovuto sempre parlare di fretta. Non mi sono mai potuta prendere il mio tempo per dire le cose, perché il tempo a disposizione per parlare era sempre limitato e affrettato.
E fin’ora ho fatto cose più grandi di me andando contro tutti e tutto, ma se devo dire una sola parola non la dico, come se fossi stata privata della mia voce. Quella voce che nessuno avrebbe mai ascoltato!Io che avevo persino paura di farla risuonare nel mio corpo perché è il suono che mia ha segnato e non mi ha fatto più sentire, sono rimasta sorda di tutto.
Mi sapevate solo dire che ero una ribelle, prepotente, crudele, indifferente, insensibile e che sapevo solo rimbeccare, ma e’ la sofferenza, la solitudine, la mancanza d’ affetto che mi hanno portata a divenire quel mostro di ritratto… però da voi creato ed incorniciato.
Ora si spiega..lottavo per essere libera indipendente ma era solo un alibi per non sentire, annullavo e scappavo dal mio dolore io stessa ero imprigionata dentro, dove ho ancora bisogno di quel lettino con le sbarre per poter essere cullata, la mia anima si ritirava ad ogni possibile sguardo, gesto, parola, contatto, emozione, perché violentata prima ancora che le radici solcassero la terra.
Mi vergogno dirlo ma ho bisogno di affetto. Non sto pretendendo, voglio solo quello che non ho mai ricevuto.
Non riesco a dare quanto vorrei avere perché nessuno mi ha insegnato ne’ a darne ne’ a riceverne, son troppo dentro di me, e nonostante ciò non riesco ad essere chiara con me stessa. Ma una cosa è certa, non si può restituire ciò che non si è mai avuto.
La tenerezza dove sta? Io sono solo tenerezza. E’ talmente puro il mio bene che ne sono gelosissima. Non è vero che non so amare amo talmente tanto che nessuno sa reggermi. In amore soffro perché ci metto l’anima ed è sensibilissima.
Be’ oggi non mi sembra di essere poi cosi tanto indifferente e insensibile come pensavi, a volte si deve fare gli stupidi ma non lo si è.
Aiutami a migliorare la mia insicurezza e autostima con complimenti e attenzioni, invece di continuare a ripetere solo i miei difetti!
E’ quello che hai vissuto che ti porta a dire quello che poi dici, e posso solo che avere una grande fiducia di me stessa e del mio intuito perché mi hanno portata fin qua, ho capito il male, la sua provenienza, l’accettazione e la risoluzione.
Vero o no ma è una ferita ancora troppo fresca da toccare, le mie emozioni così forti da non poter trattenere, mi fanno da testimone e credimi, loro non sanno fingere.
Non si vedono le persone come sono ma come le si obbliga ad essere. Non poter vivere per se stessi della propria pienezza, che spreco di energie,che spreco di felicità,soprattutto quando si ha la salute.
Sono arrivata al punto di odiarmi, solo attraverso l’arte riesco a trovare un po’ di luce.
Siamo liberi da noi stessi quando siamo rilassati, pronti a ricevere e a restituire in base a quello che sentiamo veramente e sinceramente.
Con la punta delle dita dei piedi pian piano ho toccato l’acqua e… brrr.. era gelata ma mi sono tuffata e l’acqua era ghiacciata e mi ha svegliata, così ho potuto specchiarmi, e non ho visto riflessa la mia immagine…ma la tua. Perché purtroppo sono diventata uguale a te, ma con tutta la forza di volontà per poter cambiare; non è mai troppo tardi per imparare e per cambiare.
Capendo il passato..modifichiamo il presente.
E lo sto già facendo perché tutto lo schifo che ammalava il mio corpo l’ho sto sputando fuori.
Siamo padroni solo della nostra vita e io voglio riprenderla in mano.. è unica privata e indistruttibile.
Tutto quello che faccio è per me stessa.
E l’ unica, vera cosa che ho fatto per me, è darmi la possibilità di conoscermi.
Non ho studiato per diventare quello che voi volevate,ma ho avuto la più grande fortuna di poter intraprendere un viaggio alla ricerca del primo ed essenziale studio che ognuno di noi dovrebbe imparare: conoscere se stesso.
Sono io che determino la mia bellezza. Ora mi vedo, mi tocco, mi sento, mi piaccio..ora sono nata veramente, la mia pelle si è svegliata perché la mente fatica a ricordare, mentre il mio corpo è stato rivelatore del mio passato. Qui non vedi solo più il mio viso ma il mio cuore che sta parlando,libero!!!Ho raggiunto la mia libertà emozionale e vocale, io e il suono siamo una cosa unica, la voce del corpo non della mente che ha dato spazio al corpo, l’unica vera ragione di vita:le emozioni.
Come pretendere amore se io per prima non mi amo.
Ho voglia di dare di amare di giocare,di esplorare quello che mi e’ mancato da bambina.
Mi hai partorito e io ho imparato a stare in piedi da sola.
Che bella donna che attraverso l’arte si è ripresa il suo sentire, a ritrovare il bambino che è in noi bisognoso di esprimere emozioni..sentimenti.
E questa donna in tutto ciò l’ avete pure chiamata Rosa.
Siamo attori per tutta la nostra infanzia ora si diventa autori del nostro copione.