Stefano Cavina

Poesie


Andare nel giorno lontano
Camminando lungo un altopiano
Fino a ricevere la tua felicità da me e per te
Senza scoperte
Non c’è
C’è la luce
Non c’è
C’è la palpebra
Non c’è
Ascoltando musica che non ti rappresenta
L’alba è violenta.
Andare.
Venire.
Stare.
Assorbire le aspettative altrui
Tempi bui.
Sparire, scomparire.
Accudire.
Fino alla fine
Come un gelato nelle saline.

 


 

 

Il mio amante ha pianto
Custode dei confini del mondo
L’alchimista morde e mi insulta

Fin dalla prima alba la mia anima si arrabbiò
Si inabissò
Viaggiatrice tra i mondi

Un viaggio e un disagio
Come faccio a capirmi?
Per chi piango?
Chi mi aiuta?

Metempsicosi regressiva tatuata sulla schiena
Fecondatore di universi
Le mie emozioni sono galle di reazione

Dio dei coniglietti che saltella tra i filari
Da rana a girino
Svanisco

Il nostro incontro olometabolico
Crisalide calpestata
Prequel quiescente distrugge la Casa
Linea tratteggiata immobile

 


 

 

Guru urlante
Oscillo tra sollievo e paralisi
Grotta urlante
La strada distrutta, troverò un’altra via
Ampi spazi soffocanti
Lingue diverse sui miei polpastrelli
Peluche paralizzato
Demoni rendono muta la città
Muoiono udendo la voce umana

Guru urlante
Nidifugo senza coraggio
Grotta urlante
Nidicolo tagliente sui loro occhi
Ranfoteca intonata, gonoporo dorato
Alfabeti emotivi, seducenti e dolorosi
Esoscheletro di talco
Impiccagioni identitarie creano magoni affettivi
Non posso iniziare a sgretolarmi