La poltrona
Sono qui, desolato
seduto al posto vuoto della mia assenza…
sentimentale
come tanti
che vengono lasciati soli;
soli con la propria coscienza
soli ad interrogarsi sulla presenza,
sulla trascendenza.
Separato da me stesso e dagli uomini
in accordo con il tempo
che scivola via veloce,
oltremisura audace
e l’incognita di una prospettiva ancora da definire,
di un divenire in prospettica
con una luce che s’accende
e rischiara
l’aura emanata
da gocce di pioggia
rimbalzanti
su cofani d’auto
grigi metallizzati
e noi ancora qui,
innamorati.
Perso nell’amore
Meandri e cunicoli mi portano via
da te
e da ogni tuo sorriso,
il tempo nasconde i risvolti delle sue inquietudini
in frammenti gelidi come ghiaccio
e tosti come pane di segale.
Quando poi salgo le scale
ti vedo, accesa come luce,
scendermi incontro
e salutarmi
con un sorriso portato a spalla, con un gesto semplice della mano
e un soffio d’amore sul cuore.
Ho stentato a credere che eri viva
quando m’apparisti
nuda e silente,
in un solo momento,
ma fu’ il contatto tuo su di me
a parlare
e ad urlare,
frasi d’amore solamente intuite
attraverso il semplice tocco delle dita.
Fuori d’agosto
Conosco le sepolte
solitudini
di uomini senza nome
ondeggianti maree
d’emozioni nascoste
tra parole che non si comprendono
in luoghi
disfatti
da anni che non passano.
Conosco donne
senza casa
ambulanti venditrici
d’amore nascosto
e uomini che le chiamano
lungo strade sabbiose
piano
contromano.
Conosco pure il giardino incantato
ed il gatto che dorme disteso
sul selciato.
Una rondine vola alta
ragazze sciamano
di chiassosa allegria
sotto un oceano
di luce dorata.
L’estate al solito posto
s’accende
in feste e balli
riti nuovi ancestrali,
ma conosco ciò che conosco
e sono solo
in questo strano
interminabile agosto.
Una bella cosa
Destrutturando esperienze di vita
ristrutturando opinioni passate,
navigo
sotto le onde delle parole
con in cielo stelle
fatte di frasi fatte
e nuvole come punti interrogativi:
pioverà? Ci sarà il sole?
Chi ci consegnerà il foglio di via?
Chi ci amerà alla follia?
Chiudo tutto
allora
e vado via.
Taverna Paradiso, all’angolo con la 23esima
Lo scorrere errabondo del tempo
mi trova qui
seduto a questo tavolino
col sigaro in mano,
a questo tavolo
col bicchiere mezzo pieno,
ruvidi tramonti d’estate impazzita…
a questo tavolaccio
con te che
fresca e d’ardore bruciante
mi prendi al laccio
ed è una notte delirante!
Stelle cadono
comete nella testa
folla
sono triste,
la scatola vuota della fantasia
è un gin già portato via,
spoglio.
Senso reso
Non tutto è sempre possibile
nell’estate del non-senso,
c’è una logica da far partire…
veloce,
nel tempo di uno spazio di confine.
Resi servi
da servizi resi,
oltre l’immagine acquisita
presso un pubblico assente
io non dubito del presente
e della vita.
Considerazioni circa l’esser soli
Solitudine
ed un afflato dell’anima
che disperante urla.
Si tuttavia
non è l’esser soli
con sé stessi
il peggior de’ i mali
che s’è soli
in fondo
a noi medesimi.
E’ l’esser soli
perché d’amore privi
il maggior dolore
di noi vivi!
Salvia
In questa sera
appena accennata
non conosco che il tuo nome,
Ilaria.
E di te
invado la mia mente
e ti penso
nell’ oggi del ricordo…
con un senso di vero
e di gioia,
sorprendente.
Luna
Rilassante e dolce luna,
Serena è la notte…
tu sei qui con me,
stanotte.
S’accendono le stelle
una ad una…
tanto che il cielo
pare non possa
contenerle tutte
e tutto s’illumina…
per me e per te
brilla la notte
che sembra
debba finir il mondo, stanotte.
Pettinando l’uomo calvo
(dedicata a Valentina)
Le parrucchiere spettinano i segni del tempo
per collocare le loro angosce
sul selciato di cemento,
d’amore ridipinto…
e sorridono agli ignavi della notte
pregustando il silente passaggio,
davanti le loro vetrine,
degli uomini del giorno.
Amano di notte!
Amano di giorno!
Sorridono e spargono l’amore tutt’intorno.
Le parrucchiere sono felici di un ritorno.