Stefano Perruccio - Poesie

La poltrona

 

Sono qui, desolato

seduto al posto vuoto della mia assenza…

sentimentale

come tanti

che vengono lasciati soli;

soli con la propria coscienza

soli ad interrogarsi sulla presenza,

sulla trascendenza.

 

Separato da me stesso e dagli uomini

in accordo con il tempo

che scivola via veloce,

oltremisura audace

e l’incognita di una prospettiva ancora da definire,

di un divenire in prospettica

con una luce che s’accende

e rischiara

l’aura emanata

da gocce di pioggia

rimbalzanti

su cofani d’auto

grigi metallizzati

e noi ancora qui,

innamorati.

 


 

 

Perso nell’amore

 

Meandri e cunicoli mi portano via

da te

e da ogni tuo sorriso,

il tempo nasconde i risvolti delle sue inquietudini

in frammenti gelidi come ghiaccio

e tosti come pane di segale.

Quando poi salgo le scale

ti vedo, accesa come luce,

scendermi incontro

e salutarmi

con un sorriso portato a spalla, con un gesto semplice della mano

e un soffio d’amore sul cuore.

Ho stentato a credere che eri viva

quando m’apparisti

nuda e silente,

in un solo momento,

ma fu’ il contatto tuo su di me

a parlare

e ad urlare,

frasi d’amore solamente intuite

attraverso il semplice tocco delle dita.

 


 

 

 Fuori d’agosto

 

 

Conosco le sepolte

solitudini

di uomini senza nome

ondeggianti maree

d’emozioni nascoste

tra parole che non si comprendono

in luoghi

disfatti

da anni che non passano.

 

Conosco donne

senza casa

ambulanti venditrici

d’amore nascosto

e uomini che le chiamano

lungo strade sabbiose

piano

contromano.

 

Conosco pure il giardino incantato

ed il gatto che dorme disteso

sul selciato.

 

Una rondine vola alta

ragazze sciamano

di chiassosa allegria

sotto un oceano

di luce dorata.

 

L’estate al solito posto

s’accende

in feste e balli

riti nuovi ancestrali,

ma conosco ciò che conosco

e sono solo

in questo strano

interminabile agosto.

 


 

 

 Una bella cosa

 

Destrutturando esperienze di vita

ristrutturando opinioni passate,

navigo

sotto le onde delle parole

con in cielo stelle

fatte di frasi fatte

e nuvole come punti interrogativi:

pioverà? Ci sarà il sole?

Chi ci consegnerà il foglio di via?

Chi ci amerà alla follia?

Chiudo tutto

allora

e vado via.

 


 

 

 Taverna Paradiso, all’angolo con la 23esima

 

Lo scorrere errabondo del tempo

mi trova qui

seduto a questo tavolino

col sigaro in mano,

a questo tavolo

col bicchiere mezzo pieno,

ruvidi tramonti d’estate impazzita…

a questo tavolaccio

con te che

fresca e d’ardore bruciante

mi prendi al laccio

ed è una notte delirante!

Stelle cadono

comete nella testa

folla

sono triste,

la scatola vuota della fantasia

è un gin già portato via,

spoglio.

 


 

 

 Senso reso

 

Non tutto è sempre possibile

nell’estate del non-senso,

c’è una logica da far partire…

veloce,

nel tempo di uno spazio di confine.

 

Resi servi

da servizi resi,

oltre l’immagine acquisita

presso un pubblico assente

io non dubito del presente

e della vita.

 


 

 

 Considerazioni circa l’esser soli

 

Solitudine

ed un afflato dell’anima

che disperante urla.

Si tuttavia

non è l’esser soli

con sé stessi

il peggior de’ i mali

che s’è soli

in fondo

a noi medesimi.

E’ l’esser soli

perché d’amore privi

il maggior dolore

di noi vivi!

 


 

 

 Salvia

 

In questa sera

appena accennata

non conosco che il tuo nome,

Ilaria.

E di te

invado la mia mente

e ti penso

nell’ oggi del ricordo…

con un senso di vero

e di gioia,

sorprendente.

 


 

 

 Luna

 

Rilassante e dolce luna,

Serena è la notte…

tu sei qui con me,

stanotte.

S’accendono le stelle

una ad una…

tanto che il cielo

pare non possa

contenerle tutte

e tutto s’illumina…

per me e per te

brilla la notte

che sembra

debba finir il mondo, stanotte.

 


 

 

 Pettinando l’uomo calvo

(dedicata a Valentina)

 

Le parrucchiere spettinano i segni del tempo

per collocare le loro angosce

sul selciato di cemento,

d’amore ridipinto…

e sorridono agli ignavi della notte

pregustando il silente passaggio,

davanti le loro vetrine,

degli uomini del giorno.

Amano di notte!

Amano di giorno!

Sorridono e spargono l’amore tutt’intorno.

Le parrucchiere sono felici di un ritorno.