Teresa Frattino - Poesie

Utopia

 

Ci siamo intesi

senza dire una parola.

Riempiendo gli attimi

di pensieri leggeri.

Oggi piove

sulle nostre

parole perdute.

Pure la natura intona

la sinfonia depressa

di slanci castrati,

di vivi silenzi,

di rotte speranze.

Vado errando

come l’uccello

ramingo,

scovando la vita

nell’agonia

della tua assenza.

Ora so

che sono cosa vera,

che vivo ed esisto.

È libero il pensiero

che ti deteneva.


 

Il viaggio verso Kos

 

Le rovine,

i colori stinti,

la città fumosa

alle mie spalle.

Dalle onde inghiottito

sulla battigia sputato

risalgo

dai fondali infernali.

Non mi ristorerò

sotto la frescura dei platani.

Mai vedrò le distese

di verde e d’azzurro

scintillare

nel bacio

tra cielo e terra.

Rimango a testa in giù,

immobile,

come l’onda

che non riparte,

come una cosa

non perdonata.


 

Pan

 

Uno scalpiccio di zoccoli

tra i vicoli.

Un rombo di tuono

nel mattino vaporoso.

Affretto il passo,

ma lui è già qui

e mi afferra per i capelli.

È adirato e famelico.

Il suo nome è Pan.

È lo strozzino

della mia anima.

Mi squassa,

si avvinghi

attorno al collo.

Morde e succhia.

Ora il mio sangue

è il suo sangue.

Pago, mi scaraventa

di nuovo

nel mondo dei vivi.

Dilaniata e fiacca,

cado.


 

Abbraccio

 

Ci dondoliamo,

abbandonati

nella quiete

dei nostri sogni.

Sospesi

dove i nostri pensieri

si abbracciano.

Siamo insieme

e insieme è il mondo.


 

Il bambino cieco

 

Trema la notte

e fischia il vento,

mentre annego

in un guazzo

di sanguinosi pensieri.

Un fracasso di spari

fu

ieri.

Oggi la vita ha spento

i colori.

Non più il giorno nasce.

Non più il sole va a morire.

Solo la sinfonia della pioggia

che batte sulle foglie.

Solo il profumo

di terra bagnata.

Luce di tenebra

m’abbacina,

e dipingo le pareti

dello spirito:

rosso,com’era il cielo

all’ora del vespro.

Nero,come la macchia del crimine

di chi vive

togliendo vita

alla vita.


 

Immagini di guerra

 

In qualche luogo

fiocca ancora la neve.

In qualche altro

il polline,

già sprigiona

nell’aria

la sua essenza.

 

Una valigia semiaperta,

in un’oasi terrifica

in mezzo al deserto,

culla il sonno placido

di un bambino.

 

Dentro la valigia,

frammenti di speranza

e un germoglio di vita,

sono l’unica certezza

dell’uomo che li porta con sé.

 

Sembrano un fiore

in mezzo al deserto.

Sono un grido

d’amore,

di vita.

 

Qualcuno si commuove,

qualcuno rimuove.

Qualcuno si nutre

di immagini sbiadite.

Qualcuno mette a fuoco

la realtà.

 

In qualche luogo

in un giorno

col cielo dipinto,

qualcuno si sente

vano e impotente.


 

Non avranno il mio odio

 

Non avranno il mio odio

i paladini di un Creatore

che ruba la vita

con la morte.

Non avranno il mio odio,

gli inviati di un semidio

che guerra crea

e tutto distrugge.

Non avranno il mio odio

i fautori di un pensiero

senza ali.

Non griderò vendetta.

Solo Amore, sicuro di sé

mi terrà per mano.

Non avrà il mio odio

chi oggi ha spento

il sole della mia vita.

Il suo volto sorriderà

perpetuo.

Lei è un’anima libera

sfuggita ad anime morte.



Avrò cura di te

 

Avrò cura di te

quando il giorno

ti farà paura,

quando la vita

ti insulterà,

quando la guarderai

con i miei occhi,

quando lo farai

con i tuoi .

 

Quando il bene

sarà una sorgente

di nefandezze

e il male un frutto acerbo

ed essenziale.

 

Avrò cura di te,

quando la vita

ti sorriderà,

quando l’amore ti inseguirà,

quando abbraccerai il dolore

e ti lascerai cadere

tra le sue grinfie.

 

Un mattino

solleverai lo sguardo

verso il cielo

e tutto sarà più limpido.

Allora ti abbandonerai

al flusso delle cose e

non cercherai di cambiarle.

Allora ti spoglierai

delle tue vesti di capitano

e lascerai che siano

le onde a trasportarti.


 

Freyja

 

Freyja ha una chioma

di spighe di grano

che fluisce

e si esaurisce

sui candidi seni.

Ha occhi di cielo

e labbra di rose.

Freyja si posa

su tutte le cose.

Quando il sole

ancora dorme

una pioggia dorata

le scende sul viso.

Mille colori

tingono il cielo

danzanti si librano

su un letto di nuvole.

L’alba scolora

nel mattino d’amore,

per l’amato di andare

è già ora.


 

Ricordi

 

Ancora è vivo il ricordo

di quel giorno morto.

I bruti ci sottraevano alla vita.

Solo spari fragorosi

a ritmare il tempo.

Mutavo in un fiore appassito,

sfumava il mio antico profumo.

Ricordo la linea sottile che c’era

tra vivere e morire.

Ricordo che ci avevano rubato il sole.

Ricordo che più dolce era la vita

nel pensiero della morte,

e in segreto imploravo la fine.

Snaturati

annientarono i nostri oggetti,

i nostri pensieri,

le nostre anime.

Noi non eravamo,

esistevamo

come coscienze distrutte.

Tutto è passato ma tutto è ancora qui,

dentro un’emozione che supera il tempo.