Tiziana Coppola - Poesie

Fame d’amore

Il povero giorno si apre tra latte di nuvole
rugiade e il dolce singhiozzo di un passerotto
nella nube più nera e l’umida sera.

Infinita è la mia tempesta
infinita è la tempesta di rondini intorno
tra gridi nell’aria e la fame del povero giorno.

Che! Voli che! Gridi.
Dormi! Mamma Dormi!
La notte non è infinita ma canta le sue tenebre d’azzurro.

 

 

 

Il volto della montagna

Il volto delle montagne
È il respiro nel tempo,
è il riverito passo dell’aquila,
è il destino che al ben non si sdegna
è un orologio fermo nell’azzurrità
di un ciel che ride ed offre luce
al tuo viso disperso nell’universo.
Fedele e fissa per l’aria tranquilla
disposti da un geometra eterno,
i passi si fanno strada tra spazi bianchi e
l’incanto della vita.

 

 

 

7 Agosto

Le farfalle crepuscolari tacciono i gridi,
la luce fioca dalla tua stanza, sussurra odore di vento e bisbiglia
per tutta la notte una voce di perle delicate,
un’alba di stelle tra l’albero di fico e di mandorli maturi.

Una nuova felicità attende il tuo volto
tra campi di luna e distese rare d’argentei pianti.

Tintinnii invisibili e coroncine di rosari, sventolano
tra sospirate vette, lontane porte e il fru fru di fratte.

I petali di rosa si chiudono
dentro l’urna delle ceneri segreta
stai,
il ciel si cova e brilla tutto intorno,
ergersi il tempio araldo del nome tuo
e della profumata rosa
sopra la felicità nuova ella riposa,
e torna il vespro e il nuovo giorno
tra foglie di quercia al meglio vederla.

 

 

 

L’Atrio

Non mi lasciar sola nell’atrio del mio vivere,
tra parole erranti e vane quieti.

Cemento e mura ignoro
in un tacito e perenne saluto
vuoto,
congedo la gente mentre l’universo cade a pezzi .

L’ultimo tramonto dalla tua dipartita
è gelido e fosco,
mentre gran parte del sole si piega e si addormenta,
e l’eternità a cancellar la morte senza più urti e ne faville.
In eterno! Mai più soli.

 

 

 

Sarà un inferno questo mondo

Il vuoto lasciato si confonderà nel nulla
come bronzo nel cavo della forma
e quando mondo e mondo il gelo
si toccherà, la morte mai più sarà morte,
ma un giramondo di villaggi,
un lieto fine tra soli e voli eterni
un’eternità perenne
un armistizio; ozio obbligatorio su tutto il mondo.

 

 

 

Il mare in tempesta

Il mare in tempesta,
è il cuore con le sue infinite maree,
è il tormento,
è la mano di un uomo che uccide
a volte spaventa,
è l’imprevedibile onda
simile ad un ruggito di leone,
è il suo furore il lato migliore,
il suo occhio nel vento,
è la parola lontana di un uomo che sa.

 

 

 

Come in cielo così in terra

Come l’ombra in terra lascia le tracce,
così ogni frammento piccolo e disperso,
errerà tra le stelle
in un ciclo continuo d’Autunno
per la Primavera passa,
sentirai la Terra nell’Universo
piccola, minuta e stanca come radici mescolate nel cielo;
Lassù tempeste non ci sono più,
vola nell’azzurro della libertà sopra le nuvole
tra castelli e oasi blu
senza paura di morire,
tra ali nuove di gioventù e tanto cielo davanti a te.

 

 

 

La foglia

La foglia giace sul pelo d’acqua
Sola, mite, di luce e di aria.
Un vento accompagna lo sforzo senza fine
di trascinarsi sino al suolo;
Discende una farfalla
tinta di sole e la foglia si lascia marcire,
scendendo a fondo nel silenzio confuso
di parole tremanti per rinascere un’altra volta…
A volte albero, a volte foglia.

 

 

 

La terrazza

Dalla terrazza il mio sorriso s’impigliava al tuo
Una brezza umida scostava i tuoi capelli biondi e mossi
In una notte estiva di cielo coperto
tra luci interne della casa spegnersi e riaccendersi.
Mi bastava quel tuo sguardo, mi bastava quella presenza,
avvolta nel silenzio dei tuoi pensieri,
a rincorrere i ricordi di un viaggio terminato,
tra le onde di ombre di due bicchieri;
Il tuo volto, pieno di delizia, di amarezza, di intimo,
il vento scompiglia.
Una chiave gira a vuoto, cala il silenzio,
due alberi ad una civetta confidano i propri segreti.
Quel profilo che conosco non lo vedo più
Eccolo! Ora, La riveda camminare, tra giardini immensi e pezzi di cielo.

 

 

 

Danzerai

Danzerai come una stella sulla luna,
volerai in un cielo fantasma,
camminando sull’acqua,
dentro una fiamma di sogni.
Non lasciarti addormentare,
continua a sognare libera su una schiena d’ ali, dritta sui tuoi piedi.
Riscrivi il tuo mondo ancora una volta, fino a cancellare le tracce sul suolo e le parole in aria.

 

 

 

La cicatrice

Sono davanti alla fine del tuo giorno
Piaghe zampillano solcate dal dolore,
crepe dentro il destino infilano le tue lacrime,
La tua pelle brucia esausta e la morte si fa più forte del coraggio.

Ogni cicatrice sarà il segno dei sogni spenti
ma la rinascita sprizzerà di luce a fiotti
e con le tue mani raccoglierei nuove stelle: Senza mai più amnesie.

 

 

 

La curva del silenzio

Piove! non so correre ai ripari;
Luce dei miei anni, respiro dei miei capelli,
Cado in acqua,
nella generosità del mio tempo, in esilio,
In un luogo remoto senza spazio, l’azione senza pensiero,
immersa in un amore ancestrale senza denti in bocca,
ove la verità non mente e la stanza della nostra vita si fa ricca di farfalle dai volteggi leggeri,
l’aria intorno e la dolcezza materna
spiega le sue ali per divenir crisalide fra gli angeli
per scherzar con i fanciulli
per innamorarsi cento volte della beltà senza fatuo
per un solo giorno o in eterno.

 

 

 

Il tempo

Il tempo restituisce l’aria fredda della tua dignità senza prezzo,
i morsi dell’anima, il dispiacere per quel gelato caduto dal cono,
dei dati lanciati sul tavolo della tua partita.
Cambiavi età ogni giorno, senza ricordo,
nella casa in cui in punta di piedi hai lasciato silenzio sul punto impazzire.
I dati sono stati lanciati ma uno solo di questi, ha ucciso tutti gli altri.

 

 

 

Pomeriggio azzurro

Un tocco di magia era il nostro pomeriggio,
alberi si vestivan d’azzurro
Le nuvole in cielo morbide quasi a rasentar l’eternità
Vagavan nell’aria di verdi misteri.
Immobile me ne stavo a sognar ad occhi aperti
sotto la luce di un sole splendente, d’aria pura e tonica.

Al di sopra dell’estate,
quel comporsi d’ogni cosa, un miracolo la tua rosa
Osa! mi dicevi, Osa! Il tempo vola.

L’orologio del tempo passa dalle tue alle mie mani
riprende a battere i secondi sotto una nuova luce
distratto e vestito di freddo, in un pomeriggio azzurro
tra acque ondeggianti e nuvole in cielo.

 

 

 

La rosa

Si devono aprire le stelle,
al giorno pieno di lampi
sopra l’aspra bufera e al cupo tumulto
del mio animo.

Ogni lacrima e’ una roccia che taglia
un pugno tremendo va giù
non resta che una dolce speme
rivederti sorridere su di una nuvola leggera
vagar per cieli in un suono monotono
tra lampi e schioppi di tuoni
ne cielo tenero e languido.

A sera, il dolore riposa
vedo più rosa in questa sera di pace.

 

 

 

Una nuova aria

C’è qualcosa di nuovo nell’aria,
quel profumo di malattia tra le morti foglie
di una quercia solitaria.

Si respira una dolce aria in casa
un’aria d’ altro luogo, di campagna
di un altro mese o forse di un’altra vita.

La quercia si agita nel vento tra zolle secche
nude di nostalgia.
Sei fra noi, non sei via, sei fra noi, ti immagino
con le tue bianche ali sospesa a mezz’aria
capelli scivolano tra le pieghe del tuo vestito turchino
in una gioconda corsa a gara con tua madre.
Una rosa con i suoi candidi petali ti saluta
e si inchina alla tua testa bionda.

 

 

 

La dipartita

Quando dipartisti come sono rimasta!
Tonfi in gola e tuffi nel buio delle Pleiadi.
Restai sola come un timone senza la nave,
una voce senza campo, un buco nero che dal cielo parevan notarlo.
La notte occulta gioca con la luna mormorando lucidi sussulti.

 

 

 

Il ponte

Ignoto e’ il ponte
che dà sul mare e sul monte
sul fiume errante nel solitario orizzonte.

Dal solitario ponte
soffia candido un vento sulla fronte bianca
di sfinge e di rosa tra arbusti e umili
canti, si veste di sposa.

Lontano dal cantar
il ciel dipinge ed orna le nubi
preme sulle ceneri e d’oro gli alberi nudi.

Su la campagna il ponte passa
stampa una chioma e la sua scia
mitigar lascia l’onta del tuo nome
per il celere fruscio rilassa.

 

 

 

Il rosaio

Quel rosaio è un sogno antico
è l’occhio del cielo fuggente da sempre dileguarsi nell’aria,
nella tristezza d’ Autunno come nel fiorir di Primavera.

 

 

 

Al soffio

Al soffio si irradia la Terra
le foglie putride stanno nell’ultimo canto
in fondo al nostro giardino.
guardo serena la scena di rose aprirsi
nell’ultimo concerto tuo
rinunciar per sempre all’esule canto.

 

 

 

Un’ alba di perla

Le nubi quaggiù non hanno lampi,
non hanno rantoli,
il nero non soffia pianti,
ma solo albe di perle dai luminosi intenti
biancheggi sublimi e mutevoli istanti
di memoria la man dipinge a oscurar i pianti.

 

 

 

7 Luglio

Resto immobile e attonita con gli occhi aperti a fissar il cielo
a cercar quel verme che ti divora.
Tu! Ciel dall’alto, chiedi alla morte
di far rientro al suo nido,
il pianto delle stelle non cesserà di urlare
e nella fissità del cielo io mi perderò,
tra immortali sospiri,
aspettando invano quella voce, un dono,
l’amore di quell’ombra in un ciel lontano.

 

 

 

Il male

Atomo supremo di verità: L’illuminato incompreso.

 

 

 

Ricordi

Piove,
una farfalla si posa sul rumore dell’acqua
le stelle si aprono il cielo
una bambina apre la finestra
si tuffa esule in un pensiero.
Dietro i monti porpora
Compare come un lupo il vento
Ovunque passa non c’è sgomento.
Una farfalla goffa
Spinta da un paio d’ali
Vola,
echi di eterna memoria.

 

 

 

La campagna d’estate

Si levano canti di cicale,
picchi vestiti di vegetazione
Sotto venti di scirocco
Tra girandole allegre
su cerchi vividi di scricchiolii.
Dal ribollir dei pentoloni
va l’odor dei pomodorini
all’ ombra nera
rasente,
tu nonna sedevi assai contenta
a mirar il tremolio del cerchio
del tempo inesorabile.
Brilla l’aria,
allegri insieme
facevam mille giri d’allegria
l’età della dolce famiglia,
german d’amore
alla campagna il più bel core.

 

 

 

Il fanciullino

Il fanciullino,
Due paia d’occhi scuri
Colmi d’immensità.

 

 

 

Camminando

Volgendo le spalle
le orme lasciano segni.
E’ quel bosco percorso
tracciato dai pensieri, dai sogni
camminati, dal tempo trascorso,
dal mite poeta commosso.
Camminando tutto cambia, volge al nuovo
passo dopo passo, segno dopo segno,
Si traccia un movimento fatto di polvere
Dolore dopo dolore, rinascita dopo rinascita.
Non c’è cammino che non si compia
Non c’è cammino che non incida la sua memoria
il suo sguardo sottile, la sua anima
la tua storia.

 

 

 

Poche righe

Fissa su un punto qualunque
ti scrivo poche righe.
Grazie per avermi donato la tua anima
Sono oggi quella figlia,
la tua donna.

 

 

 

L’alba

L’alba è il nuovo giorno
dopo la vita.
Siamo mortali,
siamo l’eterno.

 

 

 

Abbracciami

Abbracciami nonna,
sono la tua bambinona
abbracciami ancora,
fammi sentire le tue mani sfiorarmi
ancora.
Non so dove, non conosco luogo
ma conosco l’immensità del tuo dono,
la tua anima.
il più bel suono.

 

 

 

Notte di San Lorenzo

Notte! Di San Lorenzo,
sei come l’anima
ricolma di stelle cadenti.

 

 

 

L’ albero

Albero!
Mio vecchio gigante,
dominio mortale
su ogni altra persona.

 

 

 

Cuore

Il cuore,
un dramma commovente,
un teatro dell’anima,
un palco vuoto o pieno,
di tutto,
di niente.

 

 

 

La mia vita

Ho deciso di fare della mia vita, un capolavoro straordinario.
Voglio viverla nei suoi ruoli
danzando leggera,
tra un sogno,
un disegno,
la sua realtà.

 

 

 

L’impavida

Ho disegnato imperi,
ho stretto la mano alle mie infinite capacità,
ho fatto l’amore con la mia coscienza inquieta,
compagna allegra di sempre.
Ogni gradino della scala,
ho saputo salire tenendo un piede dopo l’altro,
un gradino sopra l’altro.
È bellissimo osservare dalla mia altitudine,
il sangue che si fa più ricco, più caldo: degli uomini.

 

 

 

Il mistero della vita

Sono innamorata della vita,
della sua stanchezza,
della sua forza,
delle sue emozioni e dei suoi spazi liberi,
del suo insondabile mistero fitto e del suo passaggio veloce.
Nel mezzo della vita, la verità ci aspetta
a tradire l’ultimo segreto,
il punto centrale del mondo.

 

 

 

L’Idillio

Sarebbe geniale vivere la vita ogni ora,
con una spensieratezza diversa,
naturale,
senza perdere l’entusiasmo per la vita,
senza sonno,
senza respiro,
senza tempo.

 

 

 

L’alba

L’alba, si spalanca ai nostri occhi,
alla nostra incredibile forza
di sostenere delusioni e acuti dolori,
pensieri nuovi e vecchi.
Non abbiamo mai la sufficiente percezione
di quanta capienza ci sia dentro il nostro cuore,
per mostrarsi unici ed indomabili ad ogni avversità.

 

 

 

L’inverno della vita

La vita è forse un lungo inverno impreparato a vivere la sua primavera.
Quella rondine da sola sul tetto
si poggia e aspetta il sole
con il suo buon umore,
tra ombre e luci.

 

 

 

Cuore ingrato

Cuore ingrato! Sei stato nel fare bene
a chi del tuo cuore
ha fatto un uso diverso.
Maledetto tu sia,
tu sia maledetto.
Se quel giorno, per un istante,
un solo momento,
avessi ascoltato la mia ragione,
avrei taciuto e sorriso come si fa nell’ora della vendetta.

 

 

 

Sicilia mia

La Sicilia non è un posto qualunque,
è il luogo dei colori, dei profumi, dell’infanzia,
è una regina,
è un dono di Dio, la senti scorrere nelle vene come pietra lavica,
è terra bollente,
è quel vento di scirocco umido ma attraente.
La Sicilia è bellezza conturbante, ha la forma dell’acqua,
è presente ovunque, muta ed essenziale, antica e surreale.

 

 

 

Dolomiti

La montagna è una regina,
da Dio ha ricevuto l’ordine di regnare
tra spazi e silenzi,
la sua anima è la quiete,
riporta la tempesta a infiniti luoghi remoti di un operare logico,
secondo il suo tempo.

 

 

 

L’amore

Il regno dell’amore: la somma dei cieli,
tra la terra e il regno dopo la morte.