Tommaso Agostini - Poesie

Caro me

 

Caro me, caro te, caro trentenne, 

Parlerò di te, tu che sei nulla tenente,

volgimi il tuo sguardo, duro ed affranto, racconterò a tutti, 

di questo grande inganno,

chiamatelo futuro chiamatelo traguardo, 

la mamma ed il papà, 

ti giuro, non lo sanno, lottano ogni giorno

in un presente che è un danno. 

Hai la voglia e la passione

diventerà illusione, 

Questo è il paese che più non ha pensione, 

ti guardo amico mio, 

sei giovane e studiato, 

Hai il pezzo di carta, 

ma non sei raccomandato, 

ti sento di nascosto, accettarlo ad ogni costo,

un compromesso a nero, pur di avere un posto. 

Tradito e trascurato, neanche hai più votato, 

le persone che promettono, 

ti hanno abbandonato. 

Conosci molte lingue ma non sai comunicare, 

sei un soldato semplice, non ti è permesso parlare,

ma al fronte vai lo stesso senza armi ne elmetto, tutti i grandi sogni son rimasti nel cassetto.

Caro me, caro te, caro trentenne

racconterò di te e di un pensiero ricorrente, 

sapere di essere grandi e non avere niente.


Son menestrello

 

Mi presento con l’intento di cantar in sto castello,

allietar la vostra corte, per me non c’è altra sorte,

ancor per qualche giorno, scongiurerò la morte,

di chi per campar ha scelto il favellar…

<<”Son menestrello!”>>.

 

Arpeggerò per voi un glorificante ritornello

Che parla giustappunto, di quanto siete bello

Di quanto ordinate tenete, le strade del paesello,

per la signoria vostra…

<<”Son menestrello”>>.

 

Sarò cantore delle virtù di questa pura corte;

sposerete vostra figlia, l’indomani è alle porte

sprovvisto non sarò, lo assicuro mio signore

parteciperò alle nozze ho uno stornello in vostro onore…

<<”Son menestrello”>>.

 

Pomposi drappeggi purpurei, pesanti, vi cingon le fragili spalle,

proseguite con fare altezzoso ergendovi a Dio piuttosto che a uomo,

speriamo non sentiate, il prossimo versetto

che parla del mio disgusto dinanzi al suo cospetto…

<<”Son menestrello”>>.

 

E mentre baciate la sposa, scroscianti le mani del popolo bue,

compraron la grazia vostra, augurandovi prole malforme

non è stato poi tanto saggio, mormorare tra la gente, 

il mal auspicio mio

fu scoperto indegnamente…

<<”Son menestrello”>>.

 

Il codardo appestato, del monatto in attesa,

scoccò il suo ultimo germe,

fu un vecchio impiccione dalle ore contate

a strisciare come un verme,

riportando alla vostra attenzione 

la mia ultima deiezione 

uscitami dalla bocca, 

con tutta l’intezione…

<<”Son menestrello”>>.

 

Sciagurato fui in quel frangente,

mi fidai di quella povera gente,

non lo feci per errore 

a denunciare il vostro orrore

ma per giustizia divina e correttezza

ciò che esprimo,

mi costerà la testa…

<<”Son menestrello”>>.


Homo habilis

 

Sussulta la Terra

E sopra avanza

Inarrestabile

il tuo figlio abile.

Ti pesa così tanto

guarda dove sta arrivando

dal grattacielo più alto

si è innalzato

là in basso 

non ha più curato:

un boato

venti polverosi,

eventi tenebrosi,

ovunque si posi,

non più riposi.

Confondi le stagioni,

al figlio eretto,

una volta

era il tuo prediletto,

e pure ignora

chi fu per egli 

dimora.

Ti scalderai al sole,

ti spoglierai,

come la febbre d’improvviso

arderai,

e dal grattacielo in grembo, 

tornerai…

 

Blu profondo,

è la fine del mondo.

 

Homo sapiente… 

Non c’è più niente,


San Valentino 2.0

 

San Valentino nella nostra epoca è strano, 

agiamo in quest’occasione comprando, 

comprando qualcosa che in realtà non è in vendita.

Ci sforziamo di lustrare scatole di cioccolatini e di laccare mazzi immensi di fiori, 

ma di scrivere il biglietto, 

non ne ho avuto il tempo. 

Tempo che non so gestire, 

sempre impegnato al lavoro, 

che ci posso fare? 

<<”Ti amo amore mio, senza di te non posso stare, buon San Valentino”>>. 

Te l’ho scritto col telefonino.


Dediche d’amore 

di frasi fatte, 

quasi una formalità: 

Venditti, Ligabue, che farei senza voi due?
Http//doveandareasanvalentino.it
Ti sorprendo con un click, 

voliamo in un posto chic.
Sono l’amore che cercavi, 

lo dice Fox in televisione, sono per te l’unica passione…

San Valentino nella nostra epoca è strano,
non l’ho scritto così a caso:
se amare è diventato così semplice, così smart, perché soffriamo tanto?
L’amore è fatica, 

amare per sempre

è un’impresa…
Inganniamo quest’epoca

adagiata sempre più su di una poltrona comoda 

ma cedevole, 

pronta a crollare su sé stessa 

perché costruita in serie, 

non più prodotto del nostro sforzo, 

del nostro io.


Cambiamo obiettivo, 

San Valentino non è un arrivo né una destinazione, 

ma una partenza per costruire il vero amore….


Diverso da te

 

Ci si fa una risata invidiosa davanti a chi

decide semplicemente di essere diverso da te,

ad essere gli altri son bravi tutti, 

si è qualcosa 

che si sa già, 

si è sicuri d’essere…

Chi invece tenterà,

in questa esasperante omologazione,

di cambiare,

di essere diverso

da tutto ciò che è meccanicamente ripetuto,

verrà certamente, 

indubbiamente,

emarginato e deriso, 

profondamente offeso nell’animo 

e caldamente spronato 

ad abbandonare le sue utopiche, 

strane, 

faticose ed ingombranti idee…

Caro diverso,

il tuo rumore è olezzo

tu,

solo,

hai la soluzione,

sai, 

si combatte in silenzio, 

sai, 

la tua saprà di sconfitta,

una pacca sulle spalle,

sai bene che la solitudine sarà la tua unica alleata 

ma ringrazierai sempre, 

in fondo,

chi ti ha portato a vivere così, 

perché vuol dire che avrai vissuto coraggiosamente ogni attimo, rimanendo arditamente qualcosa di diverso, 

di non riconducibile a nessun altro 

se non a te.
Oggi vincerete voi

e pure domani.

Il sorriso però nasconderà soltanto le vostre immense paure 

ma non le farà sparire…


Empatia

 

Loro hanno gli occhi 

per guardarti dentro, 

non giudicano,

ma sanno esattamente chi sei.
La sintesi di un mondo incantato,

incontaminato,

da te… 

dimenticato,

di cui sei degno

finché ti ritroverai

in un loro disegno:

c’è un sole che ti sorriderà sempre lì

e una riga 

che ti sosterrà forte.

Un linguaggio che non si ascolta

il loro, 

non ha bisogno di parole

ma di muta comprensione…


L’amore che non c’è

 

Noi ci siamo trovati, presi e innamorati

Noi viaggiamo, sperimentiamo e poi torniamo

Noi, 

che l’abbiamo voluto

Il noi, lo abbiamo cresciuto…

Non c’è loro 

che possa impedire 

o loro 

che possano poter dire.

Combaciamo l’un con l’altro 

e loro?

Danno di matto.

 

Il significato nostro

è semplice ma profondo

racchiude in sé l’inestimabile che c’è in questo mondo

di far parte di questo noi,

però, 

non fu facile. 

La solitudine dei nostri tempi affretta e rende gracile 

e allora ci fummo presi,

ma non soffocati 

ci fummo compresi 

e mai stancati.

Fummo in grado di scandire il pensiero 

con l’armonia dei nostri cuori

unendoli insieme come l’edera e i fiori

Convivemmo poi

con l’ardore

di chi del tempo se ne frega delle ore 

e le giornate nostre 

divennero dimòre 

di questo grande

nostro, 

vero amore.