Valentina Palmieri - Poesie

Giorno fantasma


29 febbraio 2020,
il ricordo di questo giorno riecheggia
nell’enorme stanza del mio cuore vuoto.

Tutto in quel pomeriggio si è fermato,

immobilizzato, cristallizzato.

Pomeriggio maledetto
di un giorno fantasma.

Il mondo piange, impotente
conta i suoi morti.

Tutto si è fermato ma non lei, la paura.
Corre inarrestabile,
si insinua tra gli uomini.

E come il vento scuote gli alberi durante una bufera
così lei, la paura, scuote gli uomini
fino a scaraventarli nel baratro della disperazione.


 

Oltre il tuo sguardo

 

Guardami, ti sento.

Oltre il tuo sguardo

vedo i tuoi pensieri.

Sento quello che provi,

provo quello che senti.

Mi inondano gli occhi le tue lacrime,

un mare in tempesta mi agita.

Il cielo cade,

è buio intorno.

Tace il sole

in un nero abisso

ma l’alba tornerà

ridente in una tiepida luce.

Tornerà il sole

ed i miei occhi con i tuoi

brilleranno di una luce nuova.



Spensieratezza

 

Spensieratezza che

leggera mi cullavi

tra le tue braccia sicure,

quando i sorrisi si alternavano 

a smorfie curiose

e teneri abbracci lasciavano spazio

a fragorose risate.

Spensieratezza che

tra le stelle ti nascondevi 

e comparivi dondolando sulla luna,

quando giovani ricordi

riempivano preziosi lo scrigno del cuore

e timidi sogni affioravano nella mente,

senza chiedere permesso

si sono radicati nel cuore.

Sogni tanto belli quanto forti,

così forti da straripare nei pensieri,

da inondare la mente,

da avvolgere l’anima.

Spensieratezza che rendevi

tutto così perfettamente semplice

così sorprendentemente bello.

Forse ancora stai giocando?

Nascosta adesso tra le nuvole

stai forse rincorrendo i miei sogni?

Non sai che potrebbero ferirti

quei fulmini? Arrivano improvvisi,

inaspettati colpiscono.

Spensieratezza, torna leggera,

torna a cullarmi

tra le tue braccia sicure.



Pregiudizi

 

Come tarli

si insinuano nella mente

ininterrottamente,

prepotenti scavano.

 

Silenziosi, costanti,

corrodono i pensieri

e il cuore inaridito

lentamente s’immobilizza.

 

Ogni sorriso diventa una lama,

un dardo ogni parola,

ogni abbraccio una morsa,

uno schiaffo ogni carezza.

 

E incapace di amare

solo in mezzo a tanti,

scandisce il tempo solo

il battito monotono del cuore.



Il rumore del silenzio

 

Dentro il vuoto.

In che modo si descrive?

 

È come sprofondare in un baratro 

profondo, senza luce.

E tutto questo correre

incessante, affannoso

si riduce in un vortice

che ti risucchia, 

aumenta la sua presa

come una morsa stringe.

Quanto rumore fa

il bisogno di infinito?

 

Si scioglie lentamente

l’intricata trama,

respiro libertà

a pieni polmoni.

Quanto rumore fa

il silenzio che sento?

 

Dentro l’infinito.

In che modo si descrive?


 

Rotaie

 

Immobili, fredde, silenziose,

testimoni impassibili

di speranzosi sospiri, 

lacrime gioiose,

abbracci appassionati.

 

E risuonano i marciapiedi

al passare dei bagagli,

urla il megafono,

strilla un bambino.

 

È l’alba, una triste speranza brilla

negli occhi di chi parte, 

serena rassegnazione

nei cuori di chi resta.

 

Sulle rotaie immobili, fredde, silenziose,

una lacrima cade furtiva.

Urla il treno, stridono i cuori,

corre il treno, si rincorrono i pensieri.


 

 

Gocce d’infinito

 

Leggere zampillano

dagli occhi dei bambini,

nel canto del mare,

nel mormorio del vento risuonano.

 

Nascono da una carezza inaspettata,

da quell’abbraccio tanto atteso.

Albergano fra le nuvole del cielo,

riposano di notte tra le stelle.

 

Le sento nel frinire delle cicale

nei pomeriggi d’estate,

nel cinguettio leggiadro

degli uccelli al mattino.

 

Chiudo gli occhi e posso toccarle,

le senti anche tu?

Sono gocce d’infinito…


 

Una volta c’era il sole

 

Una volta c’era il sole,

oltrepassava le nubi, 

oscurava il dolore.

 

Ora invece

mi travolge il vento,

arriva come un vortice,

fulmineo, violento.

Sento che il cuore

rimbalza nel petto,

inizia a correre veloce,

io lo inseguo all’impazzata,

vorrei afferrarlo  e gridargli

-Basta! Ora stai esagerando,

davvero, basta così! -

Abbraccio quel vento

non oppongo resistenza, no,

ora non più.

 

Una volta c’era il sole,

non può essere scomparso,

portami da lui, oscurerà il dolore.



Ricomincio a vivere

 

Finché il cuore non smetterà di battere

continuerà a produrre note,

finché i respiri non cesseranno

non si fermeranno le parole.

Per ogni battito una nota diversa,

una parola per ogni respiro.

I secondi scorrono, le note si rincorrono,

si sovrappongono i pensieri,

immagini di ricordi lontani,

proiezioni di speranze future.

 

Il nero vuoto si colora

di nuove e incessanti melodie

e in una fitta trama di versi,

qui, ricomincio a vivere.



Eterno movimento

 

Come il mare la vita

inesorabile scorre.

Non puoi fermarlo il mare,

non puoi controllarlo.

Imprevedibile la vita

sorprende, travolge.

 

A volte spiazza 

la sua calma piatta.

Il sole l’illumina,

l’accarezza la brezza.

Se arriva impetuoso il vento,

impotente si agita.

 

Ma anche la più violenta,

la più dirompente tempesta

prima o poi perde vigore

e tacito il mare si tranquillizza.

Lenta la vita

riprende il suo corso.

 

Lì sulla riva una scia di ricordi,

tracce indelebili di un passato lontano.