Accompagnami.

É un gioco il mio camminare:

un saltello,

un passo doppio,

un rapido scatto laterale.

Poi mi arresto.

E lei, lì,

che attende una mia ripartenza.

Sembra dire: vai avanti tu altrimenti io mi perdo.

Ma non sa quante volte mi son perso

ed ho dovuto ricominciare

lontano da tutti.

Compreso lei.

 

Ora vorrei finalmente parlare chiaro

e le dirò:

non va più bene!

che mi sento diverso e sono stanco di trascinare tanto caos.

E saprà che trasporto con lei tutti i dolori che la luce mi impone.

 

Ma quando luce non è,

ed io potrei immaginare le parole per disgiungere questa strana convivenza,

lei si nasconde a me.

 

E mi ritrovo a non sentire il cuore

e non avere più desiderio di luce.


Idilli.

 

Legati da nessun abbraccio

amavamo senza conoscere labbra

con desideri senza parole.

E il pane lo facevamo bastare


Contratti

 

Bagnati da morbida bellezza

I tuo occhi fissano punti

su cui non cadere.

Fiamme di nervi i tuoi muscoli

diretti verso un sofferto parlare

Implorano tregua.

Le tue mani, piume di uccello,

disegnano stanchi sogni,

e tracciano solchi precisi

nella pietra della memoria:

“Io cedo a te il mio pianto

a te dono i miei timori.

Giocaci fin quanto potrai

tra porte aperte

balletti di tende e odore di vento.

Riceverai sorrisi

e passi notturni.

Ricoveri di speranze.

Di attese”.

 

Vite riposte in scatole vuote.


 

Senso

 

    Il senso di una immagine.

 

Salutavamo gli angeli.

Noi.

Tu sorridevi ai demoni.

Tuoi.

    Il senso dei giorni.

 

Erano mattini di miele

Eran meriggi di sale

Erano sere di male.

 

    Il senso di abbandono

 

La storia si ripete sempre.

Tu lo sapevi che la notte é fatta

per non esserci mai.