Violetta Fioravante - Poesie

Non sei tu

 

Quando sfiori il mio corpo purché sia solo con un dito,

Anche l’aria per scelta decide di tacere.

In quel cubo senza scappatoie

Il rumore più forte che può essere udito è il silenzio stesso.

Di minuto in minuto si fa più fastidioso.

Ci ha preso per mano.

Ci dirige verso la Signora.

“La più terribile Delle torture affligeremo a costui.”

Forse ci udì, allentò la presa e scomparve.


 

Augusta

 

Qualcosa in lei non andava.

Si vedeva capovolta in una stanza ben ferma.

Per risolvere uno squilibrio ci vuole un contrappeso!

“Albert!”

“Vieni verso di me!”

“Osservati capovolto!”

Lo specchio riflette molta più logica in questa posizione!

È questa l’angolazione giusta per vedere il mondo!

“Spogliami!”

“Entra in me! Vieni!”



Nessuno sa la verità

 

Mi hai raccontato della tortura inflitta alle tue vene,

Del tuo passato rinnegato,

dello squarcio alle tue braghe per allontanar la donna in nero.

Mi hai parlato dei salti dalle finestre e dei furti fanciulleschi.

Faccio beata colei che ora allieterai con le tue vicende.

Bestemmie! Invidie!

Avrei dovuto pensare che la vecchia trave si sarebbe spezzata.


 

Il giorno dopo la festa

 

Sei la creazione di un groviglio che se potessi probabilmente ringrazierei.

No!

Sicura! Ringrazio!

Ringrazio quell’unione di masse che hanno dato a te la forma.

C’è perfezione in questa.

L’indiscutibile amor per lei ripaga la lunga attesa.

Non è mai stata fatta scelta più giusta.


 

Il violinista

 

Esposta come qualcosa di cui nessuno mai parlerà.

Allo stesso tempo celata,  come un’arte che tutti osservano ma nessuno sa

di vedere realmente.

Tranne lui.

Il violinista col pennello.


 

L’artigiano

 

Ipnotizzi il mio pensiero

Quindi il corpo,

quale suscettibile rendi servo

Delle tue lussuriose libidini.


Veglia

 

Il tuo pensiero riempie volentieri il mio boccale.

La mia invana speranza volentieri lo svuota.

Dici che non puoi,

ma ti neghi.

A dirlo è il tuo sfuggente sguardo, fisso su quel fiore.

Non ascoltarli! Son stolti!

Lo dicono i loro doppi volti.

E tu!

Ringraziala!

Ringraziati!

Vivi!

Inizia!

Ora!


 

Cicche

 

Quel che fa di una fanciulla la felicità

è il riflesso di un sorriso in uno specchio,

in una notte qualunque

che qualunque più non sarà.

Ella è lieta, immobile.

E non chiude gli occhi

E non pensa.

Quell’immagine fissa.

La luna nella sua imperfezione perfetta, illumina il viso della novità e il suo.

La brina, come diamanti incastonati su fragili, freddi, filamenti.

Scaldarli può solamente chi su di lor giace.

E l’estasi del momento e dei momenti passati e di quelli che verranno, impediscono a me

di sprofondar nel sogno.


Schiamazzi

 

Quando il vento urla

Le porte sono felici di cantare,

le foglie di volare,

le aquile di farsi cullare.

Tento un dialogo con lui

ma i bisognosi lo distraggono

ed io so di non piacergli abbastanza

per portarmi via con se.


 

L’incolore

 

Tento di catturare il silenzio

ma esso si prende beffa di me.

Nella sua immobile trasparenza tace attonito.

Una leggera folata formicolosa mi sfiora il collo.

È lui!

Tenta di fuggire!

Ma dimmi oh ignoto! Perché vuoi andare?!?

Prezioso sei per chi come me in te si perde

e all’unisono si ritrova.

Vai pure oh senza dimora!

Ma prometti di far ritorno.