Walter Gily - Poesie e Racconti

Aspetta!

No non andare via
restiamo ancora un po’!
…Perché? mi chiese
…Perché?
Perché a volte la gente
riesce a distrarsi dalla razionalità
…dal suo perbenismo!
…Riesce a capire anche senza le parole…
riesce a fidarsi…a istinto!
A volte le persone
riescono a svelare i propri sogni…
riescono ad aprire un varco
fra le paratie della diffidenza, delle delusioni
…della sfiducia!
Dai restiamo insieme ancora un po’!
Il tempo di dare senso al caso!
…Sorrise!
Per quanto tempo? mi chiese
…Sorrisi!
le sfiorai la mano e le sussurrai piano:
solo il tempo che occorre
…per innamorarci!

 


 

L’amore ritrovato

Non preoccuparti non sentirò freddo
la mia coperta sarà la notte!
La luna silenziosa
soffrirà la solitudine con me questa sera!
Il miracolo dei miei desideri riapparsi
il ricordo delle nostre mani
riscalderà il mio letto vuoto!
Amavo viaggiare…un tempo!
Quante volte ci si può innamorare?
Hai inciso con coraggio la mia mente distratta
rassegnata all’amore!
Hai dipinto la mia vita vuota
con i colori della follia
e con i pennelli delle mie nuove attese!
…Hai arato le mie spalle
con le unghie dei tuoi desideri!
Hai “tatuato” il mio corpo
la mia anima ansiosa vogliosa
impaziente
con l’inchiostro rosso della nostra passione
…del nostro amore!
Devo avere coraggio stavolta
devo riuscire a dirlo…Sì, io amo ancora!

 


 

Il demonio in casa

Tanti rivoli di sangue
le disegnarono il viso
come il colore su una tela di Pollock!
…Il suo percorso
rosso di disperazione
scendeva freddo
come la carezza di un morto!
Lo aveva perdonato mille volte…
decìne di volte!
…Dopo le piaghe
si chinò piano
fino a scivolare
sulle lacrime della sua bambina!
…L’abbracciò
l’avvolse nel suo sudario per proteggerla
…per rassicurarla!
Ma lui era instancabile!
Con la sua mano grande tagliava l’aria
come fosse la lancia di Longino!
E ancora le sue urla strazianti
amare come la cicuta
continuavano a musicare quella stanza
colma di specchi infranti
come tutti i suoi sogni
…ormai!

 


 

L’inganno

Guardo la sua impronta
sulle lenzuola ancora calde di lei!
…Guardo le mie dita ormai spente!
Gioco a perimetrare la sua sagoma
ancora presente sul mio letto…
nella mia mente…dentro e fuori di me!
Accarezzo la sua traccia
con rabbia ma ancora con voluttà!
…Che stupido!
Quanto odio anche un suo breve distacco!
Stringo il cuscino…odora di te…di me!
Mentre lo faccio tengo gli occhi socchiusi!
Poi il desiderio è così forte che
cado nell’inganno…li riapro repentinamente
Li richiudo…rassegnato!
…La realtà è sempre vigliacca!

 


 

Il mio Destino

Il mio destino
di notte
cammina nella stanza
nervoso ed impaziente…
aspetta il mio risveglio
…non dorme mai!
Spesso mi accorgo di lui…
riesco a sentire il brusio dei suoi progetti!
E allora rimango immobile
con gli occhi chiusi
…aspetto che si distragga!
Amo fingere
…ma con lui non serve
è inutile!
Quando vengo scoperto
apro gli occhi…lo vedo…
ha già in mano i “vestiti” che devo indossare!
…abiti chiari…abiti scuri!
…abiti colorati di felicità
…abiti sbiaditi e devastati dal dolore!
Sono obbligato ad indossarli
…non posso mai sceglierli da solo!

 


 

Tradimento e pentimento

Quella sera le mie scarpe incidevano
il pavimento della stanza
inumidita dai numerosi sensi di colpa
diventati troppo invadenti
…insopportabili!
Cerchi asimmetrici su un datato 33 giri
che mescolavano e confondevano i miei pensieri!
Un disco con tante storie simili
musicato da un’unica melodia!
Solchi di un’esistenza disuguale
che rinnegava noiose conformità!
…Spazi vuoti e pieni che disegnavano
le scelte della mia vita guidata dalla ricerca del piacere!
Viaggi intensi, percorsi con occhi lucidi
sempre bruciati dalla passione,
dalla gioia di amare e di essere amato!
Altri solchi quasi invisibili
erano anneriti con l’inchiostro nero
dell’inganno e della mia infedeltà!
… Ricordi raccolti dentro bagagli mai sigillati!
Il pentimento a chi serve?!
…è solo una “confessione” falsa
che si conclude spesso con un’assoluzione immeritata!
Un regalo quasi sempre rubato
che si scarta con occhi bassi
mentre la mente trama
e contratta segretamente la prossima bugia!
Un suono bloccò il mio ansioso vagare…
il cellulare squillò illuminando il suo nome sul display
…smisi di arare la mia anima e fui felice!
Che strana invenzione è la coscienza degli uomini!
Cercavo altra complicità
ma anche gli specchi della casa ormai
rifiutavano di riflettere la mia immagine!
…Ancora una volta avevo il suo perdono
…il mio non so ancora!

 


 

La risacca!

La sabbia
graffiava i suoi talloni…
ritmava anche i miei alluci
scolpiti dal desiderio di lei!
La nostra musica
si confondeva
col canto della risacca ancora tiepida
spumosa!…
come un lenzuolo insinuante
sognava con noi
guidandoci
con lasciva complicità!
Quanti profumi ha l’amore…
quante parole ha la passione!
Mentre sussurravi il mio nome
confondevi i miei occhi fra le nuvole!
Le mie ciglia
basse
mi lasciavano spiare
i suoi occhi verdi
e filtravano le sue labbra rosse
generose
…salate!
Poi lei
liberò la sabbia
dalle sue mani…
la raggiunsi in quella corsa sfrenata
senza competizione
…senza perdenti!
Fra quelle canne
alitava il libeccio
dispettoso
che raccontava a tutti il nostro segreto
violato soltanto
dal volo garbato
di un gabbiano settembrino!

 


 

BiancaNeve

NO…non può essere un caso!
La moneta balzò fuori dalle mie mani sicura
sembrava avesse una missione da compiere!
Con passo veloce scesi in quell’inferno
che nascondeva al buio una sola anima indifesa
come fosse un agnellino sgozzato
prima della Santa Pasqua!
Rimasi impietrito inerme e disorientato
…sgomento!
…Lei era raccolta dentro i suoi gomiti!
Sembrava piccolissima dentro quella “gabbia”!
…La mia Fede forse
stava scappando velocemente
da quel Golgota rovesciato!
Mi avvicinai con le mani aperte
senza riuscire a dire nulla
…senza recitare nessuna preghiera!
…La “strega” cattiva era già fuggita!
Prima però le aveva tolto tutto…
le aveva lasciato solo un grosso buco
nel suo vivido braccio
…nella sua “mela” senza anima!
Clara era salita in corsa
su quel treno già pieno di disperazione
senza conducente…senza vita!
Un treno senza stazioni senza fermate
…un ascensore senza piani dove fermarsi!
…Ormai
la gioia riesco a vederla
solo con gli occhi chiusi!

 


 

L’inganno

Guardo la sua impronta
sulle lenzuola ancora calde di lei!
…Guardo le mie dita ormai spente!
Gioco a perimetrare la sua sagoma
ancora presente sul mio letto…
nella mia mente … dentro e fuori di me!
Accarezzo la sua traccia
con rabbia ma ancora con voluttà!
…Che stupido!
Quanto odio anche un suo breve distacco!
Stringo il cuscino…odora di te…di me!
Mentre lo faccio tengo gli occhi socchiusi!
Poi il desiderio è così forte che
cado nell’inganno…li riapro repentinamente
Li richiudo…rassegnato!
…La realtà è sempre vigliacca!

 


 

L’amore mi confonde

Avevo tutto pensavo…
ma non era vero!
Giocavo con la “carne” sudavo di piacere…
non era impegnativo!
E l’amore guardava me…offeso
…arrabbiato e scostante!
E l’amore guardava lei allarmato dalla melodia
felice e generosa urlata dal suo corpo
vulnerabile…fragile!
Lei “cieca”
mi imbarazzava con la sua lealtà!
…Oppure forse era consapevole delle mie bugie!?
…Ancora non capisco…
l’amore mi confonde!

 


 

Il volo del quadrifoglio

La campanella della scuola
squillò a lungo quella mattina!
Con gli occhi bassi
Luca salì quei gradini
arrancando fra “giganti” indifferenti e maligni
fino a raggiungere il suo solito eremo!
Nessuno laggiù sedeva al suo fianco
…mai nessuno!
Il suo corpo esile e la sua pelle chiara
si confondeva fra le due pareti bianche!
…due pagine di pietra alle sue spalle
che soffocavano la sua anima
ingabbiata come un fragile quadrifoglio
circondato da fiori di plastica
arroganti…senza linfa!
La sua forma aggraziata
scoloriva come l’ultimo raggio di luce
presto divorato dalla notte!
Come un segnalibro di vetro
tagliava impaurito l’angolo di quell’aula
graffiato dai sorrisini nascosti
di quel branco rabbioso, violento…ignorante!
“Perché?”
si era chiesto tante volte!
…Era davvero uno sbaglio come gli urlava suo padre?
…Alzò con garbo la mano e chiese d’uscire…
l’insegnante acconsentì…attraversò il corridoio
ascoltando quel triste presagio di vita
che sboccava dalle aule chiuse!
Di colpo sentì freddo salendo le ultime scale!
…I neon spenti
accompagnavano in silenzio
la sua inutile sfilata!
Giunto sulla cima di quella “prigione”
spinse il maniglione antipanico
guadagnando l’unica via di fuga che riuscì a trovare!
Conquistò quel rigido trampolino
osservando dall’alto il luccichio dei telefonini
che gli indicavano l’ultima strada …
…“abbracciò” con tutta la sua forza
le parole del suo poeta…
aprì a caso quel macabro forziere di sventure
…lesse a bassa voce poche righe di “prima che sia notte”
serrò i suoi occhi sbrinati
e volò sopra l’ipocrisia
…confondendosi fra i diversi!

 


 

Irina

Irina impara in fretta l’italiano!
Gioca a scompigliare i miei capelli con le dita dei piedi
…sorride quando mi arrabbio!
Si accarezza le guance con le mie mani
sussurra “scusa” in modo buffo mentre scruta i miei pensieri…
Dice che così è più facile capire!
Copia i miei gesti, indossa le mie camicie
condivide il mio amore rumoroso
passionale…siculo!
Ama le mie “follie”, il mio sapore
…le mie “tane” lontane dalla città!
Sul vulcano di notte i nostri corpi si piegano
in dinamici origami che smascherano le nostre voglie!
Fuori da quell”Isba” etnea un freddo “Buran”
congela la solitudine del bosco!
Dentr…la quercia brucia lenta fra i piedritti del camino!
Tengo i suoi fianchi vivaci con le mie mani “impudenti”!
I suoi capelli biondi frustano la sua pelle di luna
come fosse una danza Pliaska ballata solo per me!
Dai suoi abiti caduti non più invadenti
una balalajka suona la sua canzone!
L’incenso dell’amore intanto esplora le nostre labbra
unite in un unico linguaggio perduto nelle nostre “ossessioni”
e inebriate dal profumo della giovane mimosa!
Scorrono veloci i giorni quando si ama!…
il tempo divorerà le stagioni per raggiungere settembre!
…Le tortore migreranno a nord volando su querce grigie
e su stralci di mimosa ingialliti senza più odore!
Irina seguirà la loro scia…
una matrioska tartara l’attende
al suo arrivo…imprigionerà per sempre
il suo corpo nordico
e la sua anima ormai meridionale!

 


 

Il paradiso degli anziani

Finalmente era venuto a trovarlo
nella sua prigione fatta di carta da parati!
L’unica luce in quel “loculo”
filtrava timidamente dalla finestra
sempre semichiusa!
…Non abbastanza però
da non riuscire a mostrargli
quella vita lontana
divenuta ormai offensiva
…oltraggiosa!
Si avvicinò a suo padre strisciando l’unica sedia
nascosta nel buio di quel gelido sacrario!
Una sedia di legno antica
con una base di formica dal colore orribile
fredda, impolverata…inutile!
La trascinò con rabbia come fosse di cemento
verso il letto del genitore,
senza alzarla dal pavimento
…senza nessun riguardo!
Suo padre gli sorrise e gli chiese:
“Cosa vedi quando mi guardi”?!
…Non si aspettava una risposta!
In ogni caso sapeva che sarebbe stata falsa
come la pianta di plastica ingiallita
posta all’interno di quella finestra viola chiaro
tristemente propiziatoria e velenosa!
Con gli occhi di un padre
che guarda suo figlio
e con tutto l’amore possibile
gli cliccò dolcemente il naso
con il suo indice tremolante…
L’aveva fatto mille volte quando lui era piccolo!
Rito inutile ormai!
Preliminare sterile, invadente
e raccolto dal figlio con noia…con fastidio!
Morire a volte non è così devastante
…spesso può essere una resurrezione!
Mentre gli tamburellava il naso
sentiva la sua anima annegare
in un fiume di lacrime invisibili!
Lui come Gano dal sorriso vischioso
e il suo dito pesante, villano
continuava a scorrere le immagini
gustose del suo telefonino!
Trascorsi 3 o 4 minuti
silenziò quell’odioso squittio,
alzò la sua infame figura
e riportò nell’angolo con la stessa “fatica”
la sedia vuota e ancora gelida!
Dopo scivolò come un ladro sul suo stesso sentiero
e fermandosi sulla soglia di quella scatola maledetta
vomitò le sue uniche parole prima di scappare:
“alla prossima …”!
Il padre lo seguì con occhi socchiusi
e nuovamente opachi
vedendolo scomparire fra le luci al neon
di una piccola insegna posta nel corridoio
che ironicamente lampeggiava con arroganza
“Il paradiso degli anziani”!

 


 

“Casablanca” 

 

La notai subito … era bella nel suo tailleur azzurro ed invadente con la sua straboccante femminilità! … Il suo volto ogni tanto ruotava non mostrando nessuna vera attenzione per niente! . . .  Io “subivo” quei movimenti rimanendone intrappolato ed affascinato . . . Ero così attratto e avvinto da quella immagine al punto da farmi male!

Ogni tanto accennava piccoli e lenti gesti rimanendo apparentemente attenta solo alle parole della sua amica seduta di fronte! … Il resto attorno a lei moriva  d’invidia al ritmo di una musichetta d’altri tempi che aleggiava nell’aria o annegava nella nebbia delle sigarette vere e di quelle chimicamente false!

Stranamente nessuno faceva caso a quella fastidiosissima nuvola … tutti i presenti erano occupati a bere qualcosa o impegnati in altre innocue trasgressioni!

Lei, era vicinissima … due tavolini più in là del mio! . . .

Quell’immagine, e l’adrenalina che intanto stava sostituendosi al mio sangue, mi trasportarono alcuni decenni indietro nel tempo;  mi ricordò un delizioso film con Humphrey Bogart e Ingrid Bergman e anche “As Time Goes By”… una stupenda canzone cantata e suonata da un pianista di colore! … Tutto era magnifico … l’effetto nelle mie vene era uguale!

. . .. . . Mi accorsi piacevolmente che lei aveva già fatto caso al mio sguardo garbatamente interessato, ma non invadente! . . .  Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso! … Poi i miei messaggi subliminari, quell’atmosfera ammaliante e probabilmente il fato benevolo, fecero il resto! …  Rimasi oltremodo affascinato da quegli occhi che sapevano resistere ai miei! … Quindi iniziai la sfida più intrigante ed affascinante del mondo . . . quella deliziosa “competizione” che sta a metà tra l’incalzante desiderio e una consapevole tortura! … Con un gesto lieve ed accattivante alzai lentamente il bicchiere con la mia grappa barricata accennando un lieve sorriso

. . . lei rimase pochi secondi fissandomi, poi ricambiò il sorriso socchiudendo leggermente le palpebre! … poi guardò l’ora, disse qualcosa alla sua amica, ritornò un attimo su i miei occhi e con un unico battito di ciglia si alzò dirigendosi verso l’uscita! . . . Abbandonai senza rimpianti la mia grappa, infilai dei soldi sotto il bicchiere e la seguii!