LE AVVENTURE DI GIORGINO

(Racconti per Bambini di tutte le Età)

GIORGINO E IL SUO TALENTO

C’èra una volta un piccolo paese, sperduto in mezzo alle montagne, chiamato Cimaritta. In questo paesello vivevano poche famiglie, tutte legate tra loro da un unico segreto; all’interno della valle, che sta sotto al paese, era situata una pianta magica, che rivelava ad ogni nuovo bambino, nato dalle famiglie del borgo, il proprio talento. Ad Edoardo, venuto al mondo dalla famiglia De Martino, la pianta aveva detto che aveva il talento per l’insegnamento; a Luisa, la ragazza nata dalla famiglia Borgogni, aveva detto che la recitazione sarebbe stato il suo talento; a Luigi, il nuovo arrivato nella famiglia Ciani, la pianta aveva annunciato che il suo talento sarebbe stata la medicina e che lui avrebbe fatto il medico; e così via con tutti i bambini che pian piano nascevano. La Pianta aveva sempre indicato la giusta strada per ognuno di loro: Edoardo si era affermato nell’insegnamento, Luisa nella recitazione e Luigi era diventato dottore. Questo paese era molto povero: non aveva molto per riuscire a mantenere tutte le famiglie e tutti quei bambini che continuavano a nascere; la pianta poteva in qualche modo aiutare le sorti economiche; in tanti arrivavano a Cimaritta curiosi di vederla e ciò rappresentava un arricchimento per tutto il paese. C’era un unico problema: non poteva essere rivelata al mondo esterno, in quanto uno stregone molto cattivo, chiamato Calomino, aveva lanciato una maledizione quando l’aveva creata.

 

“ SE MAI QUESTA PIANTA VERRÀ CONOSCIUTA OLTRE LE MURA DI CIMARITTA, ESSA PERDERÀ OGNI SUO POTERE MAGICO”

 

In fin dei conti però tutti erano felici, tutti stavano bene, perché appena nati sapevano già quale sarebbe stato il loro destino. Arrivò il giorno in cui anche alla famiglia Pagliai nacque un bimbo, a cui fu dato il nome di Giorgino. Giorgino era un ragazzo speciale: aveva una voglia color cioccolato posta proprio sotto l’occhio destro; era solare, divertente, allegro, spensierato, sempre gioioso, anche se, a differenza degli altri bambini, non sapeva il suo talento, perché la madre non gli aveva mai parlato della pianta magica e aveva vietato a tutti di parlargliene: voleva che suo figlio lo trovasse da solo. Passarono gli anni e Giorgino era sempre triste, perché vedeva che tutti riuscivano a trovare la strada giusta tranne lui. La madre cercava di aiutarlo a fare nuove esperienze; voleva che il figlio si aprisse al mondo e guardasse oltre la realtà di Cimaritta. All’età di trentacinque anni Giorgino era insoddisfatto della sua vita e partì alla ricerca di qualcosa di nuovo, che Cimaritta non poteva più offrirgli. L’unica cosa che aveva sempre fatto con piacere era cantare e tutti al paese lo elogiavano durante le sue esibizioni. Cammina, cammina, Giorgino passò molti paesi e fece molti lavori, continuando a cantare in ogni luogo visitasse ed in molte sagre campagnole. Si presentò, inoltre, a molti produttori musicali, non ottenendo però alcun tipo di successo. Anzi: fu respinto talmente tante volte, che gli passò pure la voglia di cantare, che, da sempre, era la cosa che gli piaceva di più. Arrivò finalmente a Pianavalle, una cittadella molto distante da Cimaritta, in una vallata immensa. Passeggiando per le strade della città, notò un manifesto in cui era scritto che, pochi giorni dopo, una delle cantanti più famose di Italia avrebbe fatto un concerto proprio in quella cittadella dove lui alloggiava. Dunque, mettendo insieme gli ultimi soldini che gli erano rimasti, decise di prendere un biglietto per vedere Laoretta Pasinini. Giorgino aveva sempre con sé la sua chitarra, che ogni tanto strimpellava per tenersi compagnia nel suo viaggio; si posizionò ad un angolo della piazza e cominciò a suonare. Laoretta Pausinini aveva la camera situata proprio sopra l’angolo dove il ragazzo si era messo a suonare.

La famosa cantante, sentendo quel suono di chitarra e quella voce cosi dolce, profonda e pulita, decise di vestirsi e di scendere a vedere chi fosse quell’ incredibile talento che aveva sentito dalla finestra:

  • Ciao ti ho sentito cantare dalla mia finestra, come ti chiami?-, chiese Laoretta.

Giorgino tutto imbarazzato rispose balbettando: – Ggggiiiooooorrrrgggiiinno!

  • Ti andrebbe di venire a cantare qualche canzone al mio concerto domani?-, gli domandò la cantante.

Giorgino, tutto intimidito, rispose: - Ma io non sono nessuno, non sono molto bravo a cantare; canto per divertirmi.

  • Tu presentati alle 8.00 alla piazza e chiedi di Serena e non ti preoccupare di altro – .

Giorgino, tutto tremante, ringraziò e andò verso la sua camera, tutto felice ed emozionato, anche se, allo stesso tempo, molto impaurito.

Arrivò il giorno del concerto. Erano le 20:00. E lui si presentò nella piazza, che gli era stata indicata, trovando davanti a sé un palco enorme e tante persone che stavano lavorando: montavano luci, microfoni, scenografie mozzafiato, ecc.

Si avvicino ad una ragazza che stava dirigendo i lavori, chiedendo:

  • Scusi, cercavo Serena detta l’Acaro .

La ragazza lo accompagnò da Serena, che subito lo osservo e disse:

  • Tu devi essere lo strimpellatore canterino che Laoretta ha ascoltato ieri; vieni con me!

Lo portò in una sala tutta piena di costumi, parrucche, strumenti musicali, trucco e tanto, tanto altro ancora.

Sistemato dagli assistenti, venne accompagnato nel camerino di Laoretta che esclamò:

  • Finalmente! Eccoti! Dobbiamo preparaci che tra poco andiamo in scena! -

Giorgino era impaurito, era tutto un tremito e non sapeva cosa fare.

  • Preparati due canzoni; poi ti chiamo io a suonarle sul palco -, disse Laoretta.

Il concerto cominciò e Giorgino era in piena agitazione. Però era felice: finalmente aveva il suo momento per dimostrare chi fosse.

Finalmente Laoretta lo chiamò sul palco e cominciò a raccontare al grande pubblico tutta la vicenda. Giorgino salì continuando a tremare, ma riuscì a tirar fuori la voce, vincendo le sue emozioni. Ed era uno spettacolo starlo a sentire! La folla cominciò ad applaudire e il suo sogno si realizzò: aveva finalmente trovato il suo Talento. Finito il concerto venne accolto e ammirato da tantissime persone, che gli chiedevano mille e mille cose. Giorgino era felice, perché, per la prima volta nella sua vita, si sentiva apprezzato e orgoglioso di se stesso. Dal quel momento in poi, non passò neanche un giorno in cui Giorgino non dimostrò a tutti il suo talento: rimase a fianco di Laoretta Pasinini, ma diventò uno dei più grandi cantanti italiani della storia.


GIORGINO E IL GRANDE RITORNO A CIMARITTA

Giorgino cominciò a cantare in molte città e pure in molti paeselli.

Una sera il suo Manager gli disse che aveva fissato una data per un concerto in un paesino non molto noto, chiamato Cimaritta. Sentendo quel nome Giorgino fece un salto di gioia, perché finalmente poteva tornare da trionfatore nel paese in cui era nato. Arrivò la sera del concerto e Giorgino bussò alla porta della casa dove era nato e cresciuto. Venne calorosamente accolto da tutta la famiglia ed in particolar modo dalla madre che disse:

  • Figlio mio figlio mio, finalmente sei tornato! Ce l’hai fatta: hai trovato il tuo talento!

Giorgino abbracciò e salutò tutti. Poi, stanco morto, si gettò sul letto. Fece il concerto il giorno seguente. Per Giorgino fu un’esperienza indimenticabile: rivide tutti i suoi vecchi amici e, durante la serata, fece salire sul palco tutti quelli che conosceva. Tutti lo abbracciavano e lo acclamavano; per Giorgino era fantastico vederli lì a cantare insieme a lui le sue canzoni, urlando a squarciagola. Sì senti così felice che dopo il concerto, decise di rimanere qualche giorno a casa, per recuperare gli anni perduti.

La madre, ormai tranquilla per il successo del figlio, gli rivelò il segreto della pianta magica di Cimaritta. Giorgino, prima rimase sorpreso e stupefatto, poi sorrise dicendole:

  • Hai fatto bene a non dirmi nulla, almeno so che quello che sono l’ho voluto veramente io!

A Giorgino, però, le parole della madre misero una gran curiosità addosso e così decise di andare a vedere questa pianta magica.

Trovatola, le chiese quale sarebbe stato il suo talento

La pianta rispose :

  • Tu sei forte e sempre sarai forte. Non hai bisogno di me: hai trovato da solo la tua strada e questo ti fa onore! Ti voglio dare solo un consiglio: cerca di un certo Fabilluzzo Ciacci che potrà farti diventare ancora più grande -

Stupefatto per le parole della pianta, si mise in viaggio alla ricerca di Fabilluzzo Ciacci.

Fabilluzzolo Ciacci era un signore sulla cinquantina, di bell’aspetto, che abitava a Collealta, un paese non molto distante da Pianavalle. Insieme alla sua mogliettina Paoluccia e al Figlio Albertuccio, abitava in una piccola casetta di campagna, dove solitamente Giorgino strascorreva le vacanze.

Dopo anni di duro lavoro, finalmente Giorgino riuscì ad avere ancora più successo e Fabilluzzo era molto soddisfatto di lui. I due erano due compagni di viaggio inseparabili e a cantavano ovunque.

Giorgino racconta :

La prima volta che vidi Fabiluzzo rimasi affascinato, perché, nonostante lui fosse molto famoso in tutto il mondo, lo trovai seduto nel suo giardino. Si stava riposando; aveva spaccato legna fino ad allora, perché voleva fare un bel fuoco per cuocere le castagne. Avvicinandomi, chiesi gentilmente se poteva sentirmi cantare. Molto tranquillamente mi disse che mi aveva già sentito cantare e che era rimasto molto affascinato dalla mia voce. Così decise di portarmi con sé a giro per il mondo a fare la cosa che più mi piaceva. Insieme a lui ho visto il mondo con occhi diversi!


GIORGINO E LA FINE DI UN SOGNO

Era il 25 novembre ed il tour di Giorgino era quasi finito; mancava solo l’ultimo concerto. Da qualche giorno il povero ragazzo non era in splendida forma: aveva preso una bruttissima influenza che lo aveva tenuto a riposo per due lunghissime settimane, impedendogli di preparare al meglio il concerto. La voce era fioca e il respiro affannoso. Nonostante questo il concerto si fece. Alle 17:00 del pomeriggio venne fatta una prova per vedere se tutti i microfoni funzionavano bene e se tutto era pronto per cominciare. Alle ore 21:00 il concerto cominciò, con una folla di ragazzi e ragazze, che urlavano in attesa dell’arrivo sul palco del loro beniamino Giorgino.

Partì la musica, si accesero le luci, entrò sul palco il cantante ed ebbe inizio il concerto. Nonostante le due settimane di terribile influenza, tutto stava andando per il meglio, quando, ad un certo punto, a Giorgino mancò la voce. Il ragazzo tentò di riprendersi, ma nulla: dalla sua bocca non usciva nient’altro che aria affannosa.

Gli spettatori non capivano bene cosa stesse succedendo, ma vedendolo in difficoltà cominciarono a cantare le canzoni, urlando sulla musica che continuava ad andare; improvvisamente a Giorgino tornò la voce ed il concerto proseguì. Poco dopo la metà del concerto, successe la stessa identica cosa; con la differenza, però, che al povero ragazzo non tornò la voce. Così, sempre più impaurito, corse nel suo camerino, senza farsi vedere da nessuno e il concerto venne immediatamente sospeso. Passarono i giorni e Giorgino era sempre più triste, perché non riusciva nemmeno più a parlare; respirava appena e con molta fatica. Fece venire la sua famiglia da Cimaritta e si diresse verso Milluno, per farsi vedere da un medico della voce. Il dottore disse che non ci sarebbe stato più niente da fare e che Giorgino, probabilmente, avrebbe smesso di cantare per sempre. Trascorsero giorni e giorni, ma dalla bocca di Giorgino non usciva nulla. Era sempre più triste e non sapeva come uscire da una situazione simile, perché cantare era l’unica cosa che sapeva fare bene e che lo rendeva felice. Trattava male tutti: gli amici, i parenti, i fan che lo fermavano per la strada per chiedergli gli autografi, i produttori. Decise di prendersi una bella pausa da tutto quello che gli stava succedendo intorno e si rifugiò in un convento per cercare di capire a fondo il motivo per il quale avesse perso la voce.

Finalmente, una mattina d’estate, alzandosi, si sentì più forte, rinvigorito e felice. Quella notte aveva fatto una strano sogno: gli era apparsa una fata, che gli aveva detto:

  • Ho letto la tua storia nel libro del destino. Un libro dove è segnato cosa accadrà ad ognuno di noi. E ho visto che non hai nulla di cui preoccuparti, perché troverai a breve un altro modo per esprimere quello che realmente senti dentro -.

Giorgino non capiva davvero come mai il destino gli avesse giocato questo brutto scherzo; allo stesso tempo però si sentì sollevato ed incuriosito. Si dedicò alla cura dell’orto, alle pulizie domestiche, alla cucina, alla preghiera, ma… nulla .

Un bel giorno, tornando in camera da una passeggiata, trovò su un tavolino un pezzo di carta e una penna. Così si mise a scrivere. E continuò a scrivere anche quella notte… E scrisse anche il giorno seguente e anche quello dopo ancora. E poi, di seguito, ancora e ancora, fino a che non si rese conto di aver trovato il nuovo modo di esprimere le sue emozioni e sensazioni. Si rese conto che aveva molte cose da raccontare e che da quel momento le avrebbe dovute esprimere attraverso la penna e non con la voce. Nel giro di un anno Giorgino scrisse tutte le sue avventure; descrisse i luoghi che aveva visitato e le persone che aveva conosciuto. E scrisse tanto di cuore che il libro venne pubblicato. Giorgino, con il suo nuovo lavoro, riscosse tutto il successo che gli era mancato in quegli anni di clausura all’interno del convento, lontano dal mondo e poté sentirsi nuovamente apprezzato da tutti.

Durante una delle numerose presentazioni del libro, una ragazza avvicinandosi gli disse:

  • Dio ha scelto una strada per tutti: tu ci hai emozionato per lungo tempo con la voce e adesso lo fai con la scrittura; quindi devi essere molto orgoglioso di quello che sei -.

A quelle parole Giorgino sorrise e si sentì felice nel cuore.