LA FUGA DEI SOGNI
Erano soli i sogni sulla porta.
Avevano paura ad uscire
fuori allo scoperto,
nessuno più credeva in loro.
Già all’inizio del giorno
erano stanchi e sbiaditi,
poi sempre più deboli
i più grandi se ne sono andati.
Gli altri, hanno resistito di più,
nutrendosi dei colori del sole.
Aspettavano qualcosa di nuovo.
Ma poi verso il tramonto,
anch’essi sono impalliditi,
e nella sfinita solitudine,
sono spariti tutti.
Lasciando nella notte, il vuoto.
DALLA FINESTRA…
Batte e ribatte
l’imposta colpita dal vento.
Foglie secche si alzano
e ricadendo vorticano,
mescolandosi ai rossi
di gerani sbriciolati.
Sulla strada, sta passando la vita
con il suo bagaglio in spalla.
Mete giunte al traguardo,
altre ancora in attesa
alla linea di partenza.
Seguono il tempo:
mosaici importanti,
e collage imperfetti
di storie rotte
e male incollate.
Da una tasca aperta,
volano via emozioni,
desideri e sogni
che chiedono di vivere.
Più avanti all’incrocio,
destini, ad aspettare
che scatti il semaforo,
per poi, non sapere dove andare.
Ai margini della strada
girandole di polvere,
mentre risuona lo scalpiccio
di passi che se ne vanno via
e il vento… si placa.
IL GABBIANO SOLITARIO
Il gabbiano arriva veloce
rasenta il mare,
la sua ombra si stacca
e scivola sull’acqua.
Il gabbiano vorrebbe rialzarsi,
ma la sua ombra ormai
è parte dell’onda,
e senza non può ripartire.
Si abbassa di nuovo
rapido la riprende,
e torna nel cielo a volare.
Altri gabbiani sulla riva,
sonnecchiano in gruppo,
mentre l’onda insistente,
ritmicamente li fa sobbalzare,
ma restano lì…
come boe ancorate sulla sabbia.
Ritorna il gabbiano,
lentamente scende,
e nuovamente la sua ombra,
torna a scivolare sull’onda,
…come un gioco…
finché ancora la riprende,
si rialza sul mare
e torna solitario a volare
negli spazi del cielo.