Una storia, una casa

Caro amore mio,

Non c’è limite al meglio per noi due.

Con te sono infinita, perché infinite sono le strade che la tua presenza mi permette di percorrere.

Al mattino mi sveglio e tu respiri accanto a me, e su quel respiro, che mi accompagna per tutta la giornata, scandendone ogni attimo e rendendola ricca, piena di te, si rasserena il mio.

Sei casa mia.

Incontrarti ha placato la mia ansia di cercare, perché giorno dopo giorno il tuo continuo reinventarci stimola la mia curiosità e sazia a un tempo la mia fame.

Prima di incontrarti ero la figlia perfetta, la sorella perfetta, l’amica perfetta.

Ma non ero mai stata una compagna.

Ti amo perché sai prendere l’iniziativa, senza mai prevaricarmi.

Perché comprendi i miei bisogni, senza spiegazioni.

Perché ascolti i miei silenzi, sai sentirmi quando non parlo, e parli quando ho bisogno di sentire.

Ti amo perché cambi in dialoghi i monologhi, quando plachi i miei eccessi e sopisci le mie paure.

Dietro ogni persona c’è una piccola storia, e tu hai rivelato il desiderio ed il coraggio di scoprire la mia, affiancandole la tua e colmandola di un noi che non ho mai avuto prima.

Un noi che adesso è diventato irrinunciabile, quasi ci fosse sempre appartenuto.

E così, le nostre due piccole vite sono diventate la nostra grande storia.

Che si evolverà, che si accrescerà delle vite degli altri, che forse perderà qualcosa lungo il cammino e qualcos’altro acquisirà.

Ma sarà sempre la nostra storia, il nostro cammino, percorso insieme.

Più avanti andremo, più cose incontreremo.

Ci saranno risa e lacrime, ebbrezze e delusioni, momenti sapidi ed altri insipidi.

Ma quando arriveremo in fondo, quand’anche i miei occhi stanchi non fossero più in grado di vedere, o la mia mente affaticata avesse perso qualche ricordo per la strada, mi guarderò indietro e ti ringrazierò, caro amore mio, per avermi fatto sentire la compagna perfetta, e per aver reso unica e speciale la mia piccola storia qualunque.

Non c’è limite al meglio per noi due, perché il mio meglio sei tu.


Nebbia

Sale il silenzio e m’avvolge pensoso,

La mente s’intride d’un vuoto pesante

Divaga, e dilaga il ricordo assordante dei giorni più cupi,

e andare non oso.

Mi fermo, respiro.

Avanzo esitante nel grigio velluto

Accolgo la notte, il buio m’inghiotte

Sperduta nel nulla rimembro la culla dei giorni più lieti,

pervasi d’aiuto.

Il velo s’ostina.

D’un tratto in quel velo comincio a vedere

Qualcosa che il cielo beffardo confonde

L’inganno che il giorno assolato diffonde svapora e svanisce,

smarrisce il potere.

Mi calmo, respiro.

Più fitta è la trama più sgombro il pensiero

Mi vedo scrutare con occhi sinceri

la vera facciata di oggi e di ieri.

Adesso il silenzio si è fatto leggero.

Nel nulla m’infilo e me stessa m’appare

La maschera cade, appena vacilla la mente ribelle

che il dubbio m’instilla

Ma poi lo cancella, e l’ombra scompare.

E vedo nel buio!

Ma lesta la luce del giorno s’insinua

Disperde il velluto, richiama il rumore

E mentre i pensieri rincorron le ore la maschera indosso.

La vita continua.


In treno

Guardo oltre il vetro

Il riflesso mi rende un volto non mio.

Tra i contorni sfumati lo sguardo si esalta

Chiaroscuri rivelano occhi severi

Sono gli occhi di mia madre

Una calma composta

Che cela il conflitto fra orgoglio e timore.

Albeggia.

Il volto svapora, per un attimo fugge lo sguardo fantasma

Nel giorno che sorge scolora, scompare e riappare

Nel viaggio si perdono sprazzi di vita.

Ricerco l’immagine, fisso il ricordo

Ma il volto non è che un riflesso lontano

Rivedo me stessa dissolvere al sole sostanza e apparenza.

Riprendono forma le forme vicine di quanti accompagnano, ignari, il mio viaggio.

Sonni, risvegli, squilli, risposte

Silenzi e parole, tutti dialoghi estranei.

Saccenza ostentata e sapienza svelata.

Nel viaggio si perdono sprazzi di vita.