Poesie
LA BANALITA’ DEL MALE
Mi viene da piangere
non riesco più a pensare
La testa è vuota,
leggera,pesante
Sono inerme,
impotente,
affranta
invasa da struggente compassione
Quanto male ci arrechiamo…
nell’inerzia di un impulso d’amore…
Vaghiamo sotto un empireo a tutti uguale
per un tempo limite
seppur non simile
Opportunità sciupata
di una esistenza mal vissuta
frenata dalla rigidità
di un silenzio rumoroso
Vita indifferente,
appartata,
chiassosamente solitaria.
RASSEGNAZIONE
Sprofondata con le mani in grembo
in una attesa che non sa aspettare
Stanca…
frustrata dagli eventi che mancano a venire
cedi il compito alle circostanze
in una paradossale e fluente assenza di azioni.
IL FIGLIO DI SUA MADRE
Con occhietti avidi e curiosi
dai forma a quel volto che ti esamina,
per carpirne ogni dettaglio
Lo senti bello,
i contorni sbiaditi da un’immagine offuscata.
Ti porge il seno,
ti nutre di vita,
ti cede le gioie,
ti ruba il dolore.
Ma il tempo mangia il tempo, vittorioso…
Ti scruta,piccolina…
dagli anni consumata
lo sguardo di velluto
Quei solchi intorno agli occhi
le aggiungono splendore
La sua presenza accende il buio,
riscalda il freddo,
placa il vento,
rimuove il fango
Quella voce prima argentina,
ora è un sussurro…un lamento lento…
Voi…
uniti fino all’oltre
da un eterno sentimento.
POETA
L a testa fitta di parole fluttuanti
con poco spazio ad altro a cui pensare
Un’espressione assorta
in rime da abbinare.
Ovunque spargi carte di scritture
con spazi sporchi di cancellature
che solo tu riesci a decifrare.
Vagheggi tra un verso ed un sonetto
le fervide emozioni di ciò che esplode in petto.
Mai bramoso di fama,
né avido di gloria
ogni tuo poema ha la sua storia.
Una storia che vorresti raccontare a voce
ma solo con l’inchiostro segna chi tace.
Ti auguro,
poeta,
inquieto ed animoso
un tuo tardo divenir “famoso”.
La fama del poeta, è risaputo già,
si conquista solo
dall’aldilà.
SMS
Messaggi…
si richiamano insistenti come lucciole tra verdi boschi
infiammano candele di un motore da riavviare
alimentano passioni ormai sopite
risvegliano stagioni morte
innaffiano di vita fiori lasciati ad essiccare.
AMICA NOTTE
“Vieni notte!”
Liberami dalla tensione dei miei tormenti
adombra i miei occhi stanchi
annebbia la mia mente inquieta
lambiscimi in sogni di innocenti fantasie
tienimi avvolta nel tuo mantello ristoratore
Cullami,
fino a che riverberi di luce
premeranno sulle mie ciglia congiunte.