Caro piccolo fiore

Caro piccolo fiore,
sei arrivato tardi,
quando l’autunno
aveva già mostrato il suo volto.
Sei stato come l’esplosione
Di un sogno,
come il canto di una sirena
come se la mia vita cominciasse da lì.
I segni sul mio corpo
Il bianco nei capelli,
mi hanno sorpreso prima di te.
Sei entrato in me,
quando l’estate declinava verso
la brina mattutina,
e le foglie che ricoprivano la mia anima
iniziavano a ingiallire e cadere.
Ho alzato gli occhi,
e d’improvviso ero in te,
e non volevo più perderti.
Ho paura sai….
Che questo mio lungo autunno,fatto di piogge ,di vento
Di brevi giornate tristi,
ti sfiori l’anima.
Sei fatto di amore puro,
che i tuoi giorni
scivolino tra le tue dita
senza ferirti.
Che la tua primavera,copra
L’inverno della mia anima.


Assenza

Mi sei mancata
Ogni volta che ti ho perso
Nella fatica del vivere.
Mi sei mancata tutti i giorni
Quando il sole
Era meno sole
Quando il vento portava
Maligni presagi.
Mi sei mancata
ogni volta che c’eri
e l’attimo dopo non più.
Quando alzando
Gli occhi al cielo
Un senso di morte
Mi assale
Allora tu mi manchi
E ti cerco
Invano.
E poi ti sento
In un raggio di sole più caldo,
in un refolo di vento benevolo,
in un fruscio
che passa
come un veloce temporale.
E poi
mi manchi.


Falco Pellegrino

Vola,
radente al cielo.
Vola dentro le nubi,
e oltre,fino a perdere
il limite del possibile.
Come una eterna lotta,
si spiega il tuo volo,
tra la vita e la morte
si dipana la sfida infinita.
Solca il blu e fionda
La tua purezza predatrice
Sull’inerme vittima.
Letale la tua picchiata
Sfiori la morte
Manchi il bersaglio
In attesa.
E ancora vola,
inesausto simbolo
della lotta per la vita,
a cercare altre prede,
a rinnovare il rituale
della vita contro la morte.


“Impervio viottolo”

Impervio viottolo
s’inerpica stretto
al di là del confine
tra sogno e realtà.
Rabbrividisco nel salire,
misterioso angolo,
bivio,
continuo dubbio.
Prima di respirare
l’aria brumosa
chiudo gli occhi
mentre di decide
il destino del mio passo
incerto.
Tace il bosco,
la nebbia sembra aspettare.
Una calma ovattata
culla la mia paura.


“Un giorno chiamandoci”

Un giorno, chiamandoci,
risponderà il silenzio.
Saranno stanze vuote,
coperti di polvere
i nostri antichi rimorsi.
Nel buio cercheremo
le nostre mani
tra il vuoto
della distanza eterna.
Sarà inutile
aprire quelle porte,
altre si sono aperte,
ormai.
Resta una sedia,
abbandonata,
a parlare di noi…


“Vorrei chiamarti amore”

Vorrei chiamarti amore,
ma il tempo passato
non me lo concede.
Se mille anni fa
ti avessi respirata
la mia sera d’ombra
si sarebbe fatta alba,
ma soffiarono venti,
caddero piogge
su di noi,
lontani,
sconosciuti l’uno all’altra.
Quando spianò
la strada,
oltre l’erta ripida,
fu come se tutte
le lacrime
si sciogliessero, nel cuore.
Vorrei chiamarti amore,
nelle praterie del cielo,
e correre con te
tra i fili d’erba.


“Ti aspetterò”

Ti aspetterò

ogni volta che

girerai quell’angolo buio,

ogni volta che

non saprò se tornerai.

Ti aspetterò

in silenzio,

giocando con i respiri

che hai lasciato

dentro di me,

e sfiorando la tua ombra,

che vive insieme alla mia.

Ti aspetterò

anche se forse sei solo

un sogno,

il disegno di una notte,

dipinto con la mia solitudine.

Il giorno che sorge

non potrà cancellarti,

mai.”


 

“Un giorno chiamandoci”

Un giorno chiamandoci

risponderà il silenzio.

Saranno stanze vuote,

coperti di polvere

i nostri antichi rimorsi.

Nel buio cercheremo

le nostre mani,

tra il vuoto

della distanza eterna.

Sarà inutile

aprire quelle porte,

altre, si sono aperte,

ormai.

Resta solo una sedia,

abbandonata,

a parlare di noi.”


 

“Di un amore”

“i tuoi silenzi,

le tue mani, piccole,

le domande

nei tuoi occhi.

L’abbraccio,

su un piazzale

di persone e vita,

il caffè,

e camminare,

un po’ incerti,

un po’ felici.

E vie,

mura,

sospiri d’aria,

il cielo che ci guardava.

finestre chiuse,

giri infiniti.

Resta la mancanza,

un dono di vita

e ancora strade, cammini

la voglia di crederci,

ancora,

in altri soli,

in altri orizzonti,

in mani di nuovo intrecciate.”


 

I fiori non colti

Alla fine resteranno
solo i fiori non colti,
quelli che sopravvissero
alla falce e alle mani avide.
Alla fine saranno le cose
non dette, gli strappi non dati.
Saremo campi di grano
indorati d’amore.”


Di questo mio fluire

 

Di questo nostro incessante,morire
Farò un giorno un falò.
Vi brucero’ tutte le mie paure
Riscaldero’l’anima e il corpo
Allora si illumineranno gli inverni
E le crepe sul mio viso.
Dalle chiese usciranno
Bambini festanti
Da cortei funebri sbocceranno
Fiori gialli.
Dal mio fuoco vorrei
Nascessero respiri di mani intrecciate
Di amici che suonano chitarre
Di amanti che si baciano
Di abbracci mai dati.
Alimento il mio fuoco
Ogni giorno
Lo ricerco sempre, negli occhi
Di chi incontro, vivendo.


 

“Non so cos’è l’amore”

“Non so cos’è l’amore
l’ho perso fuori,nei campi di neve
mi si è impigliato tra i capelli,
e il vento me lo ha strappato ,
per farne nuvole bianche,lontane.
Non so cos’è l’amore,
lo cerco ogni giorno,
sulle rotaie di un treno sfuggito,
dentro i mille ritorni ,
le mille sconfitte.
Non so cos’è l’amore,
perché troppo vorrei amare,
il sole che si affoga nel mare,
l’alba che dà speranza a chi ha paura,
il canto ingenuo del passerotto,
che non ricorda ieri
e nulla sa di domani.
In questa mia sete mi perdo,
e son solo un uomo tra gli uomini,
una solitudine mai rassegnata,
son braccia tese,a cercare la vita.”