PASSAGGIO A LIVELLO

 

Nella vita c’è sempre
un passaggio a livello…
un treno passa veloce,
e la meta è poi lontana.
La gente aspetta,
ansiosa e inviperita,
ci sono mamme in dolce attesa,
e studenti pronti a darsela via.
Poi c’è qualche buon tempone,
che dice “il treno ha bucato e qui muore”
e qualche parroco di periferia….
“fratelli la messa non è poi finita”.
Ma per prospero della Valsazia,
il tempo è oro e la vacca avanza,
perchè un odore d’uova marcia,
nelle grotte del Pelo, fa piatto e panza.
Un leggero venticello,
che suona come una pernacchia,
dice all’ignaro spettatore,
paga biglietto e partecipa alla danza.
Ma poi la leva si alza precipitosa,
e l’auto si danno tutte a gamba rotta,
c’è solo il ferroviere che disperato grida
“non pisciate sulle rotaie…è una mania”
Spericolati come sempre


IL GOBBO

 

Se la corsa abbandono, adesso,
Perché la strada è chiusa, e più non posso,
Lascio un ruvido percorso, sconnesso
Che l’anima non accoglie più, fermo.
Sull’onda l’ultima improvvisata, danza
Umana folla-violentata, dimenticata
Lascio un ruvido percorso, adesso
Che l’anima, l’anima, l’anima… lascio
Vortici, politica-avventurosa, folle
Spinse il popolo provato, stanco
Lascio un ruvido percorso, triste
Che l’anima noiosa, evade, stanca
E non la giusta persona, adesso
“Non hai più pensier tu, ora”,
Non te, ma il drone di te stesso, ripeti
le parole sfuocate di un cartello, mentitore.
Il gobbo t’insegue ovunque con una storia
Non la tua voce, ma il pensier di qualcun nascosto
La bianca scritta su fondo nero, ripeti e ripeti
Ossessionato da chi… non vuol sentire. Il Regista

 


Blu

Blu,

è il colore della notte, della pace, della tolleranza e della profondità dei sentimenti.

Il bisogno di amare, di tenerezza, di serenità.

Di sentirsi vicini e non distanti.

Separati dalle tempeste e dagli uragani.

Il blu è il colore della resurrezione.

Della vecchia e nostalgica passione, che la vita

ti ha fatto abbandonare.

Blu,

è il primo vecchio, incommensurato, irripetibile amore, della tua vita.

Amore indefinito, senza precisi confini,

che è fermo lì sul tuo cuore.

Che ti osserva da tempo lontano,

in ogni momento presente e futuro.

Che ti insegue di notte, nelle oscure vie,

anche quando il sole è alto e sovrano.

Vive!… Vive nelle cavità del tuo cuore,

custode di ogni piccolo e delicato tremore.


Camminando

Camminando…

Con la mano nella mano.

Con le scarpe girate sul collo.

Sulla spiaggia, piano piano.

Dove l’acqua ‘è fredda

e ha perso la sua allegria…

“Io non voglio vivere,

in uno spazio bidimensionale…

Dove la notte travolge

Le cose belle da guardare..

Luoghi, dove innamorarsi….

Luoghi, dove pregare…”

Seduto sul crespo collinare…

Accovacciato sulla fuga del mare…

Sull’onda irta e affusolata,

che trafigge il cielo in oscure danze…

Dove le cose incatenate, dal tempo avverso e nemico…

li uccide in un mare di lacrime…

Dove le idee incatenate, soffocate nella loro identità..

Non esistono più… rubate…

Camminando…

Con la mano nella mano.

Con le scarpe girate sul collo

Sulla spiaggia piano piano.

Dove l’acqua è fredda e insidiosa

e ha perso la sua allegria…

“Io non voglio vivere,

in uno spazio bidimensionale.

Dove la notte travolge, le cose belle da guardare..

Ma voglio vivere lì, dove innamorarsi….

Dove pregare, seduto sul crespo collinare…

Accovacciato sulla fuga del mare…”

Sull’onda irta e affusolata,

che trafigge il cielo in oscure danze…

Dove le cose arrotolate, avvinghiate,

dal tempo nemico, li uccide e li rende invisibili.

Spogliati della loro identità umana. Rubata.


Alice riposa

(dedicato a Aylan e a tutti i bambini che ci hanno lasciato prematuramente)

Alice riposa. Alice è sul mare.

Alice è nel sole che sente inabissare.

Il sole che accarezza le stelle… Alice si perde…

Alice si ferma ad ascoltare la neve.

La neve che cade, sulle verdi colline…

Le colline che incantano e fanno sognare.

Alice che corre, sul volo dei falchi

Alice che ride nel gioco dei fiori.

Alice che scopre il nuovo sentiero e

le rose cangianti che profumano il vento…

Alice che ride ed è una casa sul prato.

e dorme sognando lì, distesa, le fate del cielo.

Ma poco distante tra le cose terrene.

Un vecchio orologio di notte, tuona violentemente.

E’ un motore spietato, dai misteriosi ingranaggi.

È un motore crudele dai battiti inesorabili

Lo fermi qualcuno, lo blocchi sul finale.

non finisca la corsa sul bordo del mare.

Lo fermi il mondo lo fermi Dio…..

non lascino una vita, così… finire così…

Alice riposa, Alice è lì che dorme..

Non c’è un segno del cielo, un segno della ragione.

C’è solo un fiore che lo abbraccia, una farfalla che l’accarezza,

un vento leggero che lo culla dolcemente,

in un sogno infinito, che ancora lo fa vivere.

Ed è un soffio del tempo, il tempo che ci fa sognare

che si copre di bianco…


 

Il senso del vero

Tessere impazzite,
colorate e confuse sul tavolo,.
Scatti di vita, sorrisi, sul muro,
incastonati l’un l’altro, addormentati.
Confusi in uno spazio breve, fugaci,
dopo una tempesta di vento, nel freddo addormentati.
Forze che esplodono dentro un inferno violento.
Che trascinano l’insopportabile dolore della sconfitta.
Ed è lì sul muro che muoiono tutti i vecchi sogni,
nell’atroce e tragico tormento,
di non comprendere più,
il senso del vero.


 

Nelle corde del tempo

Nelle corde del tempo
s’inseguono antiche vibrazioni.
Immagini che corrono veloci
e vibrano, nel volo delle rondini.
Tristi e indefinite parole incompiute.
Non c’era la libertà di sognare,
su quella terra arsa dal sole.
Sui tetti, aperti, nel cielo infinito,
si cantavano le nuove canzoni.
Tristi e indefinite parole incompiute.
Ed era il tempo della fuga
da quel corpo innocente e immaturo.
Si cercava la gioia di un sogno maturo
e si cercava la gioia di un uomo incompiuto.
Tristi e indefinite parole incompiute.
E fu un attimo ed esplose di luce.
Ogni cosa appariva impossibile.
Tra infinità floreali e mirto,
e le sacre colombe intorno.
E fu l’attimo che travolge gli uomini, mortali,
a cui nutre un irresistibile desiderio.
E tu dea celeste, terrena e marina,
diffondi così l’infinita potenza..


 

Finestra aperta nel cielo

Ed il vento soffiò nuovamente,
dopo un giorno caldo e calmo.
Scosse i lungi e lisci capelli ,
e le labbra traslucide e pallide.
Il tempo si era dolorosamente fermato
Dentro quel letto imperfetto
e le cose disposte intorno
fissavan Chiara… ostentatamente.
“In quale ossessione Dio mio….
son caduta qui… prigioniera del nulla.
Qui dove l’anima è travolta,
e la vita appare ormai finita.”
Ma infondo, in fondo ad ogni intenso respiro,
il battito acuto del campanile e l’emozione.
C’è il desiderio forte e maturo di un sorriso,
di vincere la guerra che intorno esplose.
“Cerco le mie cose, piccole e importanti,
Cerco le voci e i volti, affetti fondanti,
e cerco nel profumo che si diffonde, intenso,
di guardare fuori dalla finestra… aperta nel cielo”

 

(dedicato a Chiara Insidioso Monda)


COSI’ VADO

 

Così vado,
Affondo i remi nell’acqua torbida e fredda.
Mentre la schiuma travolge le foglie arrotolate
E lascia frattali informi sul velo del fiume.
La barca è stretta e la vela è sul vento violento
Come posso scendere nel piccolo porto?
Accendere la lampara nel solco del mare?
bere ancora un calice di vino fresco, con te…?
Nulla, nulla è uguale al nostro tempo
vecchio e incommensurabile dono dell’universo
Nulla, nulla è come il nostro sogno
che non si è spento, non si è spento.
Freddo,
Il ramo che afferro cosi cadendo.
E la luce si diffonde bugiarda sulle cose incolore.
Gli occhi si riempiono di dolore..
ed il mare è uniforme e terso,
silenzioso fruscio dello scafo tra le finte onde,
luci ancor più piccole nella terra perduta,
che fisso sconsolato e smarrito…


 

UN’ISTANTE DI TE IN ME

Un biglietto,
un invito.
Per te che sei lontana, per te…
che sei poi così vicino.
Distante da questo muro immenso e fragile,
che ci ha fatto sognare,
da questa spiaggia deserta e fredda,
che ci ha fatto tremare,
da questo sole inebriante, silenzioso e mistico,
che ci ha fatto sperare e poi…
da questa nuvola, orfana e pigra, silente e cristallina,
che ci ha fatto scappare, scappare e scappare.
Accarezza il nostro animo,
la gioia della nostra vita insieme.
Con brevi, magiche e dolci parole
uniche di passione e di poesia.
Sfiora il tempo delle nostre piccole,
delicate e tormentate cose…
Disposte in ogni angolo del tempo,
nel nostro mondo disperso… oscuro universo.
E adesso laggiù…
Dove le rondini camminano dopo il volo di agosto,
e dove il tempo meccanico, assordante e impetuoso,
ha distrutto tutto, i luoghi eterni della nostra allegria.
Non ci sono più le nostre piccole e importanti cose.
Non ci sono più le nostre parole sul muro,
l’albero che ci oscurava dal sole, ne il biglietto affisso,
che solitario cantava con la brezza leggera del tempo…
Adesso quaggiù c’è solo…..
un’istante di te in me, nel mio tormento.
C’è solo….
un’istante di me in te, nel tuo risveglio.
Perché c’è…
un’istante breve, intenso, caldo, sereno…
intorno a noi…
per noi, tra di noi, con noi.


RADIO MITICA

Quando vien la sera, ti aspetto,
seduto sul vecchio e rigonfio sofà.
Guardo la tua foto e penso,
“In fondo sono il tuo papà”.
Ma tu… sei grande e diverso,
regole nuove, storie diverse…
Non c’è buio, non c’è sole ed io… son qui desto,
che fuori aspetto spiova e torni il sereno.
La porta è aperta e tu sei sempre quello,
“sei forte pà… che t’è successo?”
e poi veloce vai nella tua “grotta”
perché nessuno lì è ammesso.
“Ma senti… senti che poesia…
alla radio cantano i Rolling Stone,
Musica magica, è storia mia,
dei mitici del Rock.”
Ma niente, nulla è come lo smartphone,
i tuoi contatti, i tuoi post.
Nessuno è come Clementino,
che in fondo poi… gli assomigli un po’.
E la radio lascio a scaricarsi,
mentre seduto fuori ancor stento.
Sento ancor il tuo dolce abbraccio e
“sei forte pà… che t’è successo?”.


RADIO MITICA

Quando vien la sera, ti aspetto,
seduto sul vecchio e rigonfio sofà.
Guardo la tua foto e penso,
“In fondo sono il tuo papà”.
Ma tu… sei grande e diverso,
regole nuove, storie diverse…
Non c’è buio, non c’è sole ed io… son qui desto,
che fuori aspetto spiova e torni il sereno.
La porta è aperta e tu sei sempre quello,
“sei forte pà… che t’è successo?”
e poi veloce vai nella tua “grotta”
perché nessuno lì è ammesso.
“Ma senti… senti che poesia…
alla radio cantano i Rolling Stone,
Musica magica, è storia mia,
dei mitici del Rock.”
Ma niente, nulla è come lo smartphone,
i tuoi contatti, i tuoi post.
Nessuno è come Clementino,
che in fondo poi… gli assomigli un po’.
E la radio lascio a scaricarsi,
mentre seduto fuori ancor stento.
Sento ancor il tuo dolce abbraccio e
“sei forte pà… che t’è successo?”.


 

IL NOSTRO PARADISO

Il nostro paradiso è qui,
su questa collina tra le nuvole,
tra questi alberi, vallate
e fiori che tremano e bisbigliano.
Il nostro paradiso è qui,
nello scintillante sole sul prato,
e le gocce di rugiada che cadendo
vibrano una dolce melodia.
Il nostro mare è il paradiso
mutevole, immenso dio,
che afferra i nostri sogni,
trastulla e ci libera dal male.
Il nostro paradiso è il cielo,
specchio della nostra percezione,
mantello che ci riscalda,
fuoco ardente del sorriso.
Il nostro paradiso siamo noi, con
i nostri figli e i nostri animali,
gli amici che se ne sono andati,
e nel cuore vivono, non dimenticati.


 

LIVIA E’ MIA MADRE!

Livia mi accarezza,
mi guarda,
mi abbraccia,
mi ama…
Livia ha paura per me,
mi protegge…
Soffre per me,
mi cura..
LIVIA E’ MIA MADRE!

Livia è dolce e comprensiva,
capisce e perdona,
prega il Signore,
mi protegge dal male…
Livia aspetta alla finestra,
vuole scappare e scappare…
muove le braccia al cielo …
è una stella brillante.
LIVIA E’ MIA MADRE!

Dorme sul letto di marmo,
ascolta il mio lamento,
è bella e sorridente,
la prendo per mano…
Accarezza il mio respiro,
è aria del mio cammino….
E’ luce viva nella mia mente…
è nella mia follia.
Perché…
LIVIA E’ MIA MADRE!


 

Uno strano sogno (Tripoli 1/9/1969)

Se non fosse stata la Luna,
immensa e meravigliosa nel cielo.
Non fossero state le stelle,
così brillanti e massicce nel firmamento.
Se non fosse stato quel silenzio,
così irreale, imperturbabile e calmo,
e non fossero state le urla
che dal fuori giungevano…
Se non fossero stati gli spari
a farci nascondere sotto il cuscino,
e non fosse stata la bottiglia del latte,
ormai finita e urgente.
Se non fosse stato papà….
che rientrò a casa velocemente…
e non fosse stato l’inferno
che fuori era scoppiato… inaspettatamente.
Avrei allora pensato che quello…
quello non era un giorno vero,
come non era vera la nave che ci portò via,
e non era vera la nuova vita… nostra nel nuovo mondo…
Non era neanche un giorno quello,
ma semplicemente un sogno…
Uno strano sogno…
diverso!


 

IL NOSTRO PARADISO

Il nostro paradiso è qui,
su questa collina tra le nuvole,
tra questi alberi, vallate
e fiori che tremano e bisbigliano.
Il nostro paradiso è qui,
nello scintillante sole sul prato,
e le gocce di rugiada che cadendo
vibrano una dolce melodia.
Il nostro mare è il paradiso
mutevole, immenso dio,
che afferra i nostri sogni,
trastulla e ci libera dal male.
Il nostro paradiso è il cielo,
specchio della nostra percezione,
mantello che ci riscalda,
fuoco ardente del sorriso.
Il nostro paradiso siamo noi, con
i nostri figli e i nostri animali,
gli amici che se ne sono andati,
e nel cuore vivono, non dimenticati.


 

Mistico, assurdo, sismico

Cosi…
il campo dopo l’onda di fumo.
I canneti ricoperti dalla cenere,
giù sulla rugiada soffocandola.
Intorno…
fango su rovine del cemento antico
Un mondo vivo sommerso dal tutto e..
le piazze, i ricordi, l’allegria.
Spenti,
dal faro oscuro della notte
Spenti,
da inutile assurda, realtà.
Adesso tremano appollaiati dal freddo
Tremano per un viaggio senza ritorno
Tremano per quei vagoni di sfollati.
E tremano per le genti dimenticate.
Qualcuno finge però,
impotente.
Con la rabbia per una giornata storta,
Le labbra scolpite dai morsi.
E per quella luce soffocante e inutile
e sulle spalle portano un peso infinito.
Per una vita di ricominciare,
Per una terra da ricostruire.