Nelle tue mani

Mi sento piccola di fronte a un mondo che non ha tempo,
che non ha pazienza , che non ha limite…
Mi sento fragile di fronte alla vita che non riesco a vivere.
Mi sento inutile …mi sento spogliata di me stessa,
e mi nascondo nelle tue mani,
da li posso guardare quell’universo che vorrei
ma non mi appartiene.
Nelle tue mani …è li che so vivere…solo lì.


…E fu un addio

“Guardami!”
“ Ti guardo” …
“No non mi guardi ….Guardami!….”
Oh! la tua voce è bassa e mi emoziona
e tremo ancor più di quando sono entrata,
….ti allontano vorrei fuggire , e poi ti vorrei qui ora …..
Il tuo viso tra le mie mani,
vorrei piangere ma per te sorrido.
Ti spingo sul tuo letto , e ti bacio,
con l avidità di chi ha desiderato tanto e a lungo.
Ed ora per la prima volta in tanti anni,
sono io abbandonata il corpo ancora freme ,
gli occhi chiusi il sorriso sulle labbra,
e tu…..anche tu per la prima volta ,
vicino a me mi guardi in silenzio,
e la tua mano goffamente mi carezza il viso.
Adorata carezza !
La prima , l’ unica, dolce e dolorosa e ultima carezza,
anche tu sai che è un addio….
Ricordami così, con il sorriso ,
ricordami così, con la tua carezza sul mio viso.


IL FLIPPER …SOLO UNA FAVOLA

Un freddo giorno di dicembre, alle soglie del Natale, mia madre mi teneva per mano e mi diceva “Accosta bene la sciarpa e metti l’altra manina nella tasca ” ma io sfregavo il mio naso a patata che era gelato e anche la manina era gelata e i piedi in quelle scarpe ormai consumate , mia madre le guardava ” Dovremo ricomprarle …… ” i suoi occhi divvennero appena appena lucidi …. papà era morto da poco troppo giovane …. 31 anni… mia sorella ed io troppo piccole …. soldi non ce n’erano ….
La via del paese vecchio, passata la porta del castello mi sembrava così tetra, mi faceva paura … la manina strinse più forte quella di mamma , i vecchi sanpietrini grigi a terra erano scivolosi, i muri un po’scorticati, le luci nelle case fioche, i negozi con qualche lucina e qualche addobbo natalizio.
Passammo davanti alla vetrina dell’unico negozio d’abbigliamento e giocattoli del paese, rallentai il passo e mamma si fermò, la guardai grata , non eravamo abituate a chiedere, lei non voleva , sapeva di non poterci dare nulla di più e quindi il patto era …bimbe non si chiede nulla ….. e noi lo rispettavamo.
Quella vetrina era bellissima, ricordo ancora i vestitini esposti con in mezzo le bambole da collezione, e le macchinine, le costruzioni,e lui era li in mezzo, bellissimo tutto colorato con le lucine accese che lampeggiavano ….Il Flipper……..
Chi non lo ha amato e desiderato??!!!
Ero li con la faccia appiccicata al vetro, mia mamma strinse la mia mano era il segno che bisognava andare, rimase l’alone del mio respiro sul vetro e l’impronta del mio naso e delle manine…..e anche i mio cuore era rimasto li.
Facemmo il resto della strada e le compere in silenzio, non feci nemmeno un commento, e nemmeno mia mamma mi domandò nulla….
Venne il giorno di Natale , e la sera scartammo i regali sotto l’albero, due magliette di lana della salute, le mutande di ” bandone” così le chiamavamo…. e un lenzuolo per il corredo……..
” siete contente bimbe???” esclamò la nonna , “si!” la nostra risposta , ma gli occhi lucidi, e un senso di perduta fanciullezza nel cuore.
Arrivò il giorno dell’Epifania , l’ultimo giorno di Festa e poi di nuovo a scuola , ero contenta, finalmente avrei potuto uscire dalla solitudine della campagna ; tornare a scuola era, poter rivedere i compagni, giocare, ridere, correre…. La mattina ci alzammo, era tutto silenzio, non ci aspettavamo nulla , non avevamo lasciato nemmeno i biscotti per la Befana, fui la prima ad entrare in sala , non sapevo se ridere ,piangere urlare…. mamma e nonno uscirono dalla cucina, erano li fermi sulla porta e ci guardavano, nonno rideva con le lacrime agli occhi!!! era tutto rosso di gioia, e mamma con il suo visetto sempre un po’ pallido, i grandi occhiali spessi, e dietro due occhioni giganteschi che ci guardavano felici !!!!!
Aveva fatto un sacrificio enorme , non oso nemmeno pensarci a quanto gli fosse costato….. il Flipper era li, davanti alla grande finestra era acceso scintillante le luci accese la musichetta ci invitava a giocare festosa, l’albero era acceso , le palline sembravano più belle di sempre, erano le stesse che mamma metteva sull’albero quando era bambina e le candeline rosse che pendevano sempre un po’ e non si potevano accendere per non dare fuoco a tutto l’albero…Meravigliose!!!!!
Per una settimana non facemmo altro che giocare……. Ah quanto entusiasmo!!!!!!
Ricominciò la scuola,passò l’inverno, venne la primavera , l’estate….. il Flipper non suonava più le lucine non rallegravano più i nostri giorni, non ci accorgevamo nemmeno più che ci fosse……mamma lo spolverava ogni giorno…… ma sembrava più triste e scolorito ogni giorno di più!!!!!
L’estate era calda , e un pomeriggio, mentre le cicale cantavano dando quel senso di infinito , di solitudine, di calura tipico delle campagne, noi giocavamo sotto il grande faggio, quando entrò una macchina ….. ne scesero una coppia di amici di mia madre e i loro due figli; per noi fu festa grande , era così raro avere visite, e soprattutto di bambini della nostra età con cui giocare.
Si fermarono qualche giorno e furono i giorni più belli di tutta quella estate…..
Quando ripartirono tra abbracci baci lacrime , mi accorsi che sulla macchina c’era qualcosa di colorato , mi appicccicai al finestrino, era il Flipper ….Nooooooooooooooo!……..
Loro partirono noi salutavamo e io guardai mamma …. non ci fu bisogno di domandare ..” Non ci giocavate più, qualcuno è giusto che se lo goda!!!! ” e non ci fu bisogno nemmeno che ci dovesse dare ulteriori spiegazioni.
Imparai la lezione e la e ricordai bene .
Ma noi esseri umani siamo così, facili all’entusiasmo, vogliamo un bel gioco, e quando la vita ce lo dà , non ricordiamo più il tempo che in cui non lo avevamo, e quanto lo desideravamo, ci accorgiamo di quanto sia prezioso solo quando la vita prontamente ce lo toglie, per darlo a qualcun’altro che lo desidera più di noi e forse lo amerà più di noi.


bolle di sapone

Quelle frasi bellissime che uscendo dalla tua bocca,
volavano dritte al mio cuore,
non erano che bolle di sapone lucenti e colorate,
l’alito stesso con cui le pronunciavi,
le faceva volare lontano,
e la tua mano crudele
come quella di un bambino capriccioso,
le faceva esplodere,
per non vederle arrivare alla loro mèta .
Le ho viste volare lontano,
ho cercato di riprenderle,
si sono dissolte, hanno perso la loro bellezza ,
di loro non resta che una macchia sul mio cuore.


il tempo senza tempo

Rannicchiata su un fianco le gambe raccolte al petto,
le ginocchia circondate dalle braccia,
le lacrime sgorgano e il pianto non si placa.
Vorrei gridare…gridare forte!
Tanto nessuno mi può sentire…..
Ho i tuoi occhi davanti ai miei ,
quegli occhi in cui leggevo amore,
immagino le tue braccia,
quelle che quando mi stringevano mi toglievano ogni paura.
Ritrovo i tuoi sogni, quelli che si agitavano con i miei….
Mi sembra impossibile!
Impossibile non vederti più ,
impossibile non averti più.
Si affievolisce il pianto ,
ed il respiro,
e poi arriva il buio…
e poi il nuovo giorno…
E ovunque sarò .
non sarò più!


I 111 quadrifogli

E dopo la pioggia che pulisce l’aria e la terra,
quando passano le nuvole nere e torna il sole,
percorrendo la stessa strada,
cercando tra vecchie emozioni nuovi pensieri,
tra fantasie e ricordi ,tutto si brucia in pochi istanti.
Lo sguardo si perde nell’ azzurro,
ra i fiori, dietro un volo di uccelli,
e poi quella voce che dice ……”fermati guarda!
…guarda dove nessuno vede ….ti sto aspettando
…sono qui da giorni, ti guardo passare assorta…..”
Ti volti e gli occhi cercano quella voce e lui è li,
ti apre le braccia e sfoggia il suo sorriso.
Nessuna domanda resta senza risposta,
…..e a me il cielo parla cosi.