TUTTO IL MONDO FUORI (IL GIORNO IN UN SOGNO ANOMALO)

 

12-03-2010 h. 9,30. Milano è contaminata dai mostri della società.

 

Cervelli inclini al pensiero tossico camminano convulsi grattando le solite disperate direzioni della città. Facce grigie e denti digrignanti serpeggiano il perimetro dei palazzi, tenendosi disperatamente fuori dal gregge più spietato e virulento.

 

Qualcuno arranca pure la strada misurandosi in prove di coraggio con mezzi ormai restii al movimento e mentre una 500 rosso fuoco tenta una manovra di sfondamento dentro il fluire viziato della città, Patti sfiora il cemento dirigendosi con aria beata all’Inps di Via Silva.

 

Sguardo da ‘ricerca quadrifoglio’ e sigaretta al filtro, ripassa mentalmente gli appuntamenti del giorno fino all’entrata dello stabile dove una gomitata in pieno volto le toglie l’ultima deliziosa boccata di nicotina. Sorridendo e salutando lascia passare l’arzilla signora e avanza dietro di lei nella calca gassosa dell’atrio.

 

Nella fila indiavolata il fumo delle narici plebee nasconde gli spazi ai corpi in movimento e la meta al numero di attesa si allontana ad ogni spintone e calcio negli stinchi. Patti cerca di discorrere con un uomo dalla faccia marcia ma si ritrova presto quasi a carponi davanti al distributore di numeri. Ne toglie circa una decina prima di ottenere il suo senza che mani altrui ne prendessero possesso.

 

N° 263. Persone in attesa allo sportello: 199. “Bene! Ho tutto il tempo per spostare gli appuntamenti della giornata!”. Seduta sul calorifero del grande salone, con la schiena scricchiolante appoggiata alla vetrata, Patti annaspa alla ricerca del suo Blackberry ma senza risultato. Decide quindi di attendere di poter muovere meglio le braccia accontentandosi di ruotare la testa verso l’esterno del vetro. Una ruspa strappa la 500 rosso fuoco piegata sulle due ruote laterali dal groviglio delle auto starnazzanti mentre alcuni cervelli contaminati, intanto, entrano all’Inps per trovare riparo e cercare un po’ di rissa.

 

Il tempo passa e il salone si gonfia di violenza e insulti. La signora arzilla della gomitata ritenta la performance con l’impiegato dello sportello e un rumeno, disoccupato, l’accompagna ammorbidendo l’atto con degli sputi.

Patti pensa che sia il momento di dedicarsi ad una buona lettura, ritenendo l’atmosfera adatta al suo nuovo libro. Ma per fortuna il signore che aveva accanto e che da un po’ si stava dedicando alla pulizia del proprio naso, preso da un’esuberanza emotiva, le strappa di mano il libro lanciandolo contro una figura fatta di sole labbra in movimento. “Biiiipp! 263 sportello 5”.  Patti nota appena l’improvviso silenzio e, ringraziando il signore del naso per averla sradicata da una deprecabile distrazione, si avvia, incespicante e un po’ scorticata, allo sportello.

 

L’impiegato è un mucchio di pelle molle con sguardo assente e senza suoni che ascolta Patti alzando ritmicamente le spalle e il mento. “…e quindi non ho potuto presentare domanda in quanto mi serve anche questo modulo, perciò…”. Mucchio di pelle le apre un giornale in faccia. La Repubblica. Titolo: Gruppo di spensierati evocano il complotto. Patti non ricordava così la prima pagina del giornale. In dubbio su questo pensiero, ringrazia l’impiegato e, sbattendo più volte contro pose plastiche, esce dall’intimità dello stabile.

 

La luce del giorno è ormai sfumata. L’aria è ancora un po’ contaminata dai cervelli tossici. Patti prova un senso di smarrimento. Si siede al tavolo di un bar per bere un caffè e per dare un significato alle sue sensazioni. Raccoglie il quotidiano stroppicciato della sedia accanto. La Repubblica. Va subito alla prima pagina. Titolo:Berlusconi evoca il complotto. Il cameriere le porta il caffè ma una signora, piuttosto arzilla, glielo rovescia addosso. Patti si alza ripulendosi nervosamente. Le lancia addosso il giornale. “Ma vaff….!! Vecchia stordita!!!E sta’ attenta!!!”

 

12-03-2010 h. 17,00. Milano. Patti al risveglio da un sogno anomalo.