Poesie
Guerra al rimpianto
Perché tu sai cosa fluisce
nella mia testa affranta,
perché sbiadisce una preghiera
e rimane sospesa.
Perché fisso una luce e perdo
le tracce d’un’idea soffocate da
mutismo che conserva e conta
gli anni senza mani.
Perché intreccio il ritmo poetico
fra i capelli e creo disappunto mentre
gioco con la coscienza.
Lasciami quieta, dunque non scuotere
le fronde della mia nebulosa impazzita
fra i gorghi di un torrente o nel pozzo
dei desideri.
Lasciami godere della pace meritata
dopo la corsa verso le domande che
mi deridevano.
Sei un cerchio serrato, la porta dell’assurdo,
quel tratto di terra dove s’estende la
valle degli sconfitti.
Sparisci, affoga il tuo soffio mortale
a chi cerca vita dentro sé.
P.Pallotta
A Margherita Guidacci
Scrivevi per cucire gli strappi
delle ore, per richiamare la
poesia dal giro del vuoto.
Partecipe al tuo impegno
innalzo un canto doveroso.
Un foglio breve e intenso
veloce come lama d’inverno
che taglia la legna e ne fa
dono a tanti.
Così vado a ritroso e apprezzo
il tintinnio delle tue rime per
chi non le rammenta, a mò di
poetica giustizia.
Per te, Margherita nel cielo del
perdono, spezzo il vento, perché
una parte di esso sia il mio Mercurio.
Patrizia Pallotta
Commiato
Sono di fronte a te : labbra aride,
suoni inarticolati, simili ad un balbettìo.
Mi disconosco, eppure mi specchio
nell’avarizia di dolcezze, di movenze
represse spinte fino al rossore e
confluenti dentro mani intrecciate,
spasmo d’un dolore fisico.
Con una spina rubata ad altra
hai spento il mio corpo, sebbene
fosse una calda sera agostana.
Bastava un passo per darmi respiro,
ma fu soltanto vertebra d’ortica,
parentesi chiusa, fiore dell’impassibile.
Patrizia Pallotta