MEMORIA ANTICA

Volevo solo perdermi
nel tempio di un anima
per accarezzarne i suoi
sorrisi. Silenziosi come le
tenebre li ho visti perdersi
nelle luci dell’ombra e
ballare indifferenti tra un
amara gioia e un amara
sofferenza.I cantori
dell’aria li hanno
allontanati sfregiando
ricordi, e complici gli
incanti lunari hanno
dissolto i piani della
mia memoria antica.
Ora come vele bianche
i canti volano verso
il mare aspettando
lo stesso sole che
ogni mattino sorge.
Canterò finchè potrò
cantare dimenticando
le passioni umane
perchè la vita non l’ho
vissuta tutta.
Patrizia Rachele Rivaroli

 


 

DANZATRICE DI DIO

Anima silenziosa dai vezzi ombrosi
e dalle radici aggrovigliate, cercami,
raccontami i tuoi giorni che volgono
al tramonto.
Anima ondeggiante, ricordati di quella
crisalide timorosa, con le ali spezzate
dal vento che soffiava impetuoso, e
aveva paura di amare.
Il riflesso della tua ombra percorre
ancora la sua stessa strada, per poi
perdersi al crocevia che odora di morte.
Fermati ora,ascoltami,lascia che il sogno
possa continuare fino all’ultimo respiro.
Non parlare… pensami.
Prima o poi le nostre anime si
incontreranno e con gli occhi chini,
velati e appannati dai ricordi,
parleremo di ciò che siamo
stati e diventeremo danzatori
di Dio.Danzerò come una dea calando
le vesti e il ritmo del mio cuore per
sempre.Scioglierò onde di tenerezza
sulle rive delle nubi.
Sarà un passaggio dolce, dove la mia
immagine rilassata si rifletterà nello
specchio,il tuo specchio.
E’ così che voglio andarmene,
ed è così che il mondo finisce
quando non si impara ad amare.
Patrizia Rachele Rivaroli


 

L’AMORE NON È ALTRO CHE UN CANTO

Quando la sera si confonde
con il cielo, dormono le anime.
Stanche, si appoggiano, sulla riva
della luna dondolando sogni
e pensieri.Tremano le labbra,
come candide nuvole passeggere
sorvolano oceani alla ricerca
di una dimora dove poter
nascondere il peccato.
Ma dimmi quale fu il mio peccato?
l’averti amato?
Triste quell’amore,
portato dal vento e
nascosto ai piedi del monte
dove, improvvisamente si sono
innalzate le polveri
dimenticate in taverne malandate.
Quale fu la mia colpa?
non aver saputo portare
il mio corpo oltre, e spargere
il nettare sul tuo?
Quale fu la nostra colpa?
Aver ignorato l’ora della fine
di quell’amore legato da lacci
che continuamente si strappavano?
Il nostro vento ha velato voci
tintinnanti e si è nascosto al
chiasso del mondo.
L’amore non è altro che un
canto, a volte adornato di
ghirlande che deliziano il
cammino,a volte un inesorabile
destino.
Patrizia Rachele Rivaroli.

 


 

QUEL GIORNO DI PRIMAVERA

Guardo i il mio destino,
è come una vela pronta per
un viaggio senza ritorno.
E’ una strada la mia vita
che non ha città, non ha chiese
per pregare,si è fermata fianco
a fianco alla malinconia
intrisa di nostalgia.
Non aspettarmi domani,
ti sei portato via una storia
con frammenti di follia.
Stesi, sono i ricordi appesi
a fili invisibili, ho solo il vago
ricordo di essermi seduta
su una panchina in un
giorno di primavera
dove ora sotto la pioggia
cammina il mio sole,
quando la sera si avvicina
e scorgo lontana la tua immagine,
la guardo e capisco che IO SONO
E TU NON SEI.
Patrizia Rachele Rivaroli


 

TU CHE FACEVI CAMMINARE I TULIPANI
IN PRIMAVERA

A te che vivi di poesia
e corteggi quartine,
che con garbo trasformi
in anime fuggitive
trasparenti come il vetro.
A te che tieni sempre
accesa la lampada
aspettando il crepuscolo
del mattino.
A te che ti sei addormentato
nel mio giardino. e facevi
camminare i tulipani
in primavera.
A te araldo prigioniero
della vita che hai saputo
calare la nebbia,
rendendola infinita,
dimenticando gocce
di luce nell’incavo
del mio seno.
A te che volevi
colorare i fianchi
della mia anima
viandante, ora appesa
a un filo, e tremolante,
come un petalo di un fiore.
A te vorrei mandare
gli angeli per accarezzare
i sogni e il passeggio serale
dei pensieri che da tempo
tormentano il tuo cuore.
Patrizia Rachele Rivaroli