Hangar palace.

Due zone all’interno del territorio.
Due zone a distinguere due coscienze con due colori differenti.
Le anime, narcotizzate da bidoni di parole, sognavano.
Tutti si facevano di Caldron,una droga artigianale,sotto il cui effetto, le immagini nei sogni apparivano tutte in mosaico.
Speravano di incontrare la solenne coscienza.
Apparve La Solenne.
Quella sera indossava l’abito del Carattere.
La sua energia era elegante, serena.
Le parole si cambiarono in Fatti che azzittirono.
I Fatti zittirono quelli dietro di loro e così via.
La Solenne esclamò << Su.Dai!>>.
A bocca aperta si tacque.
Un attimo.
10000 candele caddero ed aprirono le danze,ciccando gocce dappertutto.
L’elegantissima chiuse gli occhi, e dal termostato, portò il giusto clima nell’ambiente.
Nell’ hangar si continuò a fare festa .
Le mille candele, le anime ubriache di menti alambiccate, e gocce di cera rimaste liquide riflettenti l’incanto dell’atmosfera.
Blu,bordeaux e luce seppia.
La Solenne, allontanatasi dal bordello, iniziò a ingoiarsi.
La Luna se ne acccorge.Inizia a correre e si tuffa.
La Solenne non batté ciglio.
Nessuno notò nulla.
La Luna,spalle al muro, si ritrovò in un corridoio immenso, senza suoni ne movimenti.
Tutto in fondo,la Solenne sta già disponendo una scala nell’ angolo.
La Luna cominciò a rotolarsi lungo il corridoio.
La Solenne, nel frattempo, appoggia il piede sul primo gradino.
La Luna arrivò tardi.
La Sinuosa coscienza passò attraverso un solaio trasparente e chiuse la cerniera dietro di sé.
Seduta a terra, la Luna fu in grado solo di assistere, ma in maniera beata.
La Solenne chiuse i pugni e batté furiosamente un piede a terra.
Un botto fortissimo.
L’hangar in festa iniziò a tremare.
Si oltrepassarono i limiti tra territori.
Le anime si mischiarono tra loro, scivolando sulla cera liquida sparsa.
Nella calca si unirono i canti, le idee, le parole, i fatti, le 10000 candele,
le lacrime, le luci,i liquidi.
Un altro botto con un suono più grave.
All’interno dell’hangar esplose tutto.
Tornarono il silenzio e l’ordine.
La Solenne si vomitò e assieme a lei la luna.
Aprendo gli occhi, videro un seme a terra,tremolante,appena arrivato.
La Solenne raccolse il seme.
La Luna la guardò e spalancò la bocca.
La Solenne adagio il seme sotto la lingua della Luna.
Una lacrima cadde e sembra che da lì sia germogliato l’uomo.


Rain song

La città si separa dalla notte di carbone.
Usa un velo che la copre e la distingue.
Un manto di pulviscolo,argenteo di Luna,sui tetti,tutti.
Amanti, dalle fogne, escono e strisciano senza denti
mentre i letti intrisi di argomenti deboli, non fanno riposare bene.
Vado via e che mi va a succedere?
Mi hanno ripescato tra cubi di mare, mi hanno ritrovato cazzo!
Ho visto, prima che arrivassero, come si sta.
Ho scelto di nuotare e il mio corpo si è sviluppato
Ho ammirato nascosto dietro la superficie,senza emergere
La danza delle gocce,la canzone della pioggia

Non volevo proprio andarmene
Ora che iniziavo anche a prendere colore
I miei capelli come alghe,disegnavano movimenti di meditazione.
Mi avete portato qui e vi osservo sfiorarmi davanti a questa pietra.
Sono la goccia che danza sulle vostre dita
la canzone della pioggia.


L’uomo, l’acqua.

Sale la marea.
L’ uomo si tuffa in un volo conosciuto che lo conduce in acqua.
Sceglie di nuotare, e inizia a fortificare le braccia
che si rinvigoriscono, consumandosi in pinne.
Il tempo leale trasforma l’uomo in un pesce,
del colore dell’autunno e degli accordi in minore.
Impara a vivere in apnea ,
innamorandosi di quella dimensione sorda.
Intanto l’amica finestra, fumando una sigaretta,
lo osserva allontanarsi in tutte le direzioni profonde,
e con affetto riflette:
<< non riesce ad esitare,
un giorno si farà amico il tempo, che già gli vuole bene…>>.

Col suo nuovo corpo, l’uomo si muove nel blu esteso.
Bussa ed entra in una stanzetta per fumatori,
mentre la notte lo spia da un taxi poco distante.

L’uomo inizia a canticchiare:
<<erano emozioni,non capisco l’attesa,
non capisco chi attende, se attende,se capisce,se capisco>>.
Nota qualcosa in profondità che lo tenta.
Si avvicina,c’è una donna seduta sul bordo di un bicchiere inclinato.
L’uomo analizza con attenzione la vanità operosa.
Lei immerge i suoi capelli nel vino,
comincia a massaggiarsi la testa e il volto.
Lui osserva le mani della donna.
Le riconosce e sta, senza fretta.

La donna sale leggera su una medusa e va via.
Per l’uomo, un treno senza qualcuno da salutare.
Alza il polso verso la bocca,
si asciuga le labbra dal sorso di vino e affianca idee col suo pennino:

<<Da ogni singola personalità tracima energia, che ha bisogno di esatte quantità di libertà e controllo,di ali e di catene.
La verginità emotiva in evoluzione ( o età )
appare qualcosa di più prezioso perfino dell’intimità
e una condivisibile decifrazione
separa le anime per ciò che meritano,
ciò che hanno e che possono preferire>>.