Quando

Quando sarà il momento
di dirci addio
dipingerò
un urlo sinuoso
tra le nuvole d ‘ estate.
Traccerò col dito
una scia veloce e densa
che faccia rotta in alto
verso quella luce cosi bianca
che oltre non si guarda.
Per troppo tempo sai
ho vissuto
ad osservare solo
dove andava
la punta delle scarpe.


Vuoi giocare?

Musicisti per strada
mendicanti
poeti straccioni.
E uomini soli senza saperlo.
Questa sera,
in assoluto la più buia ,
vuoi giocare
a chi ha più rughe sul viso?
Io sono
il vento vagabondo,
soffio sull’edera che
-tra i mattoni rossi delle nostre rovine-
cresce sempre meno.
Entra anche tu
nel cono d’ombra
della mia malinconia.


Caffè nero

Chi mi conosce
mi chiama caffè nero,
ti racconto la mia frenesia.
Sono la pietra porosa tatuata dall’acqua
il letto ruvido del fiume ghiaioso
la brace violacea della mia sigaretta.
Non vivo in un campo di grano
ma in un angolo riposto
della mia mente inquieta
e solo ogni tanto mi faccio luce con un sorriso.
Se hai la faccia buona non ti credo
e ti grido la mia rabbia e un vaffanculo.
A volte però mi perdo
con una melodia d’arpa
che un ospite inatteso
suona dentro di me.

6/14