C’E’

 

C’è un laggiù anche nel deserto, la paura di non aver paura, dove il vino

vale meno dell’acqua.

C’è un istante da sfogliare nelle pagine di memorie, i balbettii delle

parole scritte e delle emozioni tradotte.

Ci sono nuove dita tra le mani, nuovi segni tra i disegni, nuovi odori tra i

letami.

Ci sono nuove trame, tra gli arbusti e tra il cemento, tra le rive e tra le

onde.

Ci sono le carovane che chiudono le carovane, inseguite dalle stelle al

tramonto.

C’è il quando, c’è il dove e c’è il sole che chiude un giorno,

ogni giorno di nuovo.

Ma poi è sempre una sola, la vita, prima della morte.


 

REGISTA DI ISTANTI

 

Lontano.

Ma presente.

Assente e contemporaneo.

Strati percettivi accumulati.

Interni esterni immaginati, ricordati, profetizzati, strappati.

Toppe di conclusioni universali liberate.

Dimenticate in nuovi stralci di immaginazione, frammentaria realtà.

La vita era come se cantasse.

Cieco, con un cappello in testa, ti attendo alla fermata dell’autobus.

Ogni sera.

Vorrei amarti tra le stelle.

senza saper volare.

Accarezzerò le tue piume di cenere

senza saper cantare

in silenzio, come piace a te,

e se ritorni è perchè riparti.

quante notti restano per dormire?


 

ERRORI

 

Marasma superficiale di linguaggio visivo impoverito,

come uranio penetra la roccia più profonda

Bagliori nel profondo, crepe nel silenzio.

Non puoi osservare il caos diventare calmo

Icone di stile, oclocrazie allo sbaraglio, riletture di riletture,

come le periferie delle città

anche l’immaginario di tutto il mondo

deride deresponsabilizzato del proprio deserto.

per me non puoi premere pausa per l’eterno.