LA LIBERTA’

La libertà insegue
un sogno nel vento
ed è bella, fantastica, desiderabile
e, quando rincorre
un amore perduto
è dolce, immensa, lontana
e, mentre ascolta
la poesia del tempo
è sola, inquieta, vera
….come l’infinito


LA POESIA DEL TEMPO

L’ultima luce percorre la valle
e rischiara i contorni del tempo e dello spazio
il giorno attenua i suoi colori
e si dilegua veloce e furtivo
mentre richiama la voce della notte.
Attorno svanisce
il respiro profondo della vita;
la musica fugge lontana,
senza ritorno;
la mia felicità si perde
nell’armonia del tuo volto
e nel canto, libero, della sera.
E quando il vento
lambisce i silenzi
sulla tua pelle
e quando la pioggia
accarezza le parole
sulle tue labbra,
io mi sorprendo,
ancora,
a leggere nei tuoi occhi,
nel tuo sguardo,
l’incanto di una storia d’amore.


C O M E …………….U N A  G I T A  S C O L A S T I C A

Era da tempo che pensavo di organizzare una gita particolare, una gita diversa dalle solite visite a città d’arte note e conosciute . una gita con un percorso insolito, in una località sconosciuta e fuori dagli itinerari usuali.
Come una gita all’Orsigna, al confine tra l’Emilia e la Toscana, sul versante Pistoiese del Corno alle scale: nella valle che frequento spesso per raccogliere funghi. Qui all’Orsigna, per una casuale coincidenza, anche Guidi del Direttivo della CNA Pensionati ha collocato i suoi alveari per la raccolta del miele e , inoltre, vi risiede anche, dopo la scomparsa della sua compagna,Gigli Vinicio ex imprenditore attualmente pensionato e noto ed apprezzato pittore e scultore.
Insieme abbiamo concordato il programma della gita utilizzando e riscoprendo il mezzo di trasporto,ormai desueto,che meglio poteva valorizzarne il “senso” : il treno.
Il giorno previsto per la partenza, il 30 giugno, mi sono alzato particolarmente agitato( in verità anche nei giorni precedenti ero molto preoccupato per la buona riuscita della gita poiché un piccolo ritardo del treno non ci avrebbe consentito di prendere in tempo la coincidenza per Pracchia e…..sarebbe saltato tutto).Ho annotato tutto con scrupolo e attenzione:alle 8,20 passo a prendere la Loredana poi alle 8,40 sono alla stazione di Casalecchio di Reno.
Alla partenza, in perfetto orario, noto una insolita eccitazione nei partecipanti alla gita. Ci conosciamo quasi tutti, ci salutiamo con la sensazione che ci aspetti una giornata particolare da condividere con grande piacere e serenità. Alla stazione di Sasso Marconi salgono Giovanni con la figlia e il suocero, Marta e il gruppo di San Lazzaro di Savena e poi ancora, a Marzabotto l’Antonietta e a Vergato Attilio.Ci siamo tutti ed è gia un buon segno!!!!!!
In treno si parla, si scherza, …….il tempo passa veloce.
Paolo e Franco si scambiano opinioni ed esperienze sulla loro comune passione : la bicicletta; Valeria,Alberta e Marta sembrano particolarmente allegre e ciarliere; anche Onda, Carla , Anna e Laura,Emma,Renata, e…..tutti sono impegnati in animate discussioni.
Io ………..seguo con apprensione il percorso del treno e guardo con attenzione l’orologio.
Alle 10,14 arriviamo in perfetto orario alla stazione di Porretta Terme ( noto con sollievo che le Ferrovie dello Stato sono molto migliorate nella puntualità e nel “ confort” delle carrozze ).
Il percorso da Porretta a Pracchia è breve e molto suggestivo; si snoda lungo l’alveo del fiume Reno che scorre tra una vegetazione rigogliosa e lussureggiante di alberi di castagno ed abeti.
Per un attimo chiudo gli occhi…….”…..chiare e fresche e dolci acque ove le belle membra pose colei che solo a me par donna……”imbocchiamo un galleria e allungo inavvertitamente una mano e sfioro quella di Anita la mia compagna di scuola che non la ritrae, sento il calore di quella mano, trattengo il respiro che diviene affannoso e sento una forte emozione; poi usciamo dalla galleria e incontro i suoi occhi grandi, ardenti.,luminosi e sento forte il desiderio di stringerla fra le mie braccia con dolcezza e di baciarle la fronte, gli occhi e di sfiorarle le labbra. Anita era di un’altra classe, l’ho rivista casualmente un’altra volta ad una lezione di chimica in laboratorio, poi l’ho perduta per sempre senza sapere perché.
Renato!!!…Renato!!!!!… siamo arrivati a Pracchia;……. Sì…sì, siamo arrivati, mi sono distratto un attimo.Usciamo dalla stazione e puntuale ci aspetta Venturi che con il suo pullman ci porta ad Orsigna.Il percorso è breve su di una strada molto stretta ed a strapiombo sul greto del torrente Orsigna; il panorama , incontaminato, è stupendo e spettacolare. Eccoci sulla piazzeta di Orsigna:scendiamo.Alcuni persone ci guardano incuriosite quasi meravigliate di vedere tante gente all’Orsigna ( siamo in trenta ) considerando che in tutta la vallata vi risiedono in tutto 67 abitanti.Gigli ci sta aspettando sulla porta di casa e ci dà il benvenuto. Ci racconta la sua storia personale e ci descrive i suoi quadri e le sue sculture. Ammiriamo nudi di donne sensuali, solari, ritratti intensi e scene di vita familiare dove si esprime una forte sensazione di verità. di drammaticità,di serenità e dello scorrere del tempo e della vita con le sue passioni,le sue emozioni, le sue speranze.
Alcuni chiedono a Gigli il perché di questo insistere sulla nudità femminile in molte sue opere.
Ci spiega che il corpo femminile ci attrae sempre ed esprime ammirazione, perfezione,armonia. sensualità, desiderio e ci offre, quindi, sensazioni ed emozioni uniche e potenti.
Ci troviamo tutti d’accordo!!!!!
La visita alla mostra è finita e ci dirigiamo a piedi al ristorante “ da Berto “, un vecchio mulino ristrutturato e riadattato; il pranzo che ci viene servito è eccellente: tipico toscano, gradevole, sapido e saporito.Ringraziamo i gestori , soci della cooperativa che gestisce il ristorante, Leonardo, Alessandro e Francesca e ci ripromettiamo di tornare in autunno per gustare il loro speciale menu’ a base di funghi di stagione. Raniero scatta alcune foto di rito,ci salutiamo, quindi, con un arrivederci a presto.
Usciamo dal ristorante,ora Alessandro ci farà da guida sul percorso della castagna e del carbone. E, scendendo verso l’essicatoio delle castagne,ci coinvolge nel suo racconto del percorso che compiono dalla loro raccolta alla produzione della farina nel mulino “del Giamba” che visitiamo oggi completamente ristrutturato ed attualmente funzionante; siamo tutti attenti e “presi”dalla sua descrizione della vita e delle attività che si svolgevano in quei tempi e in quei luoghi.
I locali, ove si seccavano le castagne sui “cannicci”per la successiva sbucciatura e molitura, nei mesi di novembre e dicembre divenivano luoghi di incontri per gli abitanti che li utilizzavano per riscaldarsi e stare insieme: si dice che i giovani sbirciavano all’interno di una finestrella e se notavano una fanciulla che li interessava, entravano e, nella semioscurità e avvolti dal fumo,cercavano di intrecciare improbabili storie d’amore.
Cosi’ nelle campagne di pianura, a quei luoghi corrispondevano le nostre stalle.
Siamo anche impressionati dalla capacità che aveva il mugnaio di capire dal suono della mola se la farina aveva la finezza e corposità giusta cosi’ come il compositore dal suono dello strumento ne carpiva la melodiosa musicalità.
Ci aspetta l’ultima visita al percorso del carbone: vediamo , come ci descrive Alessandro, la capanna dove vivevano per mesi i carbonai mangiando solo polenta di farina di castagne e qualche pezzo di formaggio e dormendo su graticci di rami di albero e foglie secche; ci ha particolarmente colpito il racconto della vita che conducevano gli orfani ( “meli”) , bambini di 6/7 anni,che venivano consegnati ai carbonai per potere almeno sopravvivere e che venivano adibiti a lavori particolarmente duri come la veglia di notte alle carbonaie dove la combustione dei tronchi di albero veniva costantemente controllata per una buona resa del carbone di legna.
Arriviamo, infine agli alveari di Guglielmo che ci descrive il lavoro da svolgere per una loro buona manutenzione e, quindi, la scelta di collocarli in quella zona in quanto località attentamente monitorata per conto del Ministero dell’Ambiente.
Il percorso è finito, rientriamo adagio e a piccoli gruppi……..
Carla mi chiama e mi invita a guardare il cielo –“ guarda che nuvole bianche e luminose, non credo
di averne mai viste di cosi’ belle, che si stagliano contro il verde cupo dei boschi che si inerpicano sui pendii delle montagne”-
Mario mi prende un braccio e –“ nonostante la mia età( Mario ha 86 anni) non mi sento affatto stanco e affaticato perché ho sentito e visto cose che mi hanno piacevolmente fatto rivivere momenti importanti della mia vita e ne sono felice; le visita a città e ad altre iniziative non sono più in grado di affrontarle con questa serenità ed appagamento “-
Marta e Valeria incontrano un abitante del posto che propone loro di portarle a vedere. in anteprima, un vecchio lavatoio appena ristrutturato e accolgono l’invito con gioia e sollecitudine per poi descriverci quella esperienza che è stata loro offerta in quella occasione straordinaria e irripetibile-
Laura si intrattiene a parlare con una signora, che scopre essere stata una insegnante come lei, delle loro comuni esperienze; si scambiano ricordi e…sono già diventate amiche.
Gianni mi si avvicina e mi esprime con entusiasmo la sua soddisfazione per il buon esito della gita e mi parla delle sue idee e delle cose che gli piacerebbe fare: colgo nei suoi gesti e nella vivacità delle sue espressioni l’entusiasmo, la determinazione e la spensieratezza di un ragazzo.
Mi siedo un momento e penso a quanta poesia c’è ancora negli occhi e negli sguardi delle persone e nelle loro parole; nel respiro della natura, del tempo, della vita.
Rientriamo a casa ripercorrendo il tragitto a ritroso; non siamo stanchi: infatti Franco è ancora “ in vena”e intrattiene una amabile conversazione con una passeggera che, come noi, rientra a Bologna.Ciascuno scende alla propria stazione di partenza.
Ultima stazione: Casalecchio di Reno.Arriviamo con dieci minuti di ritardo ( comunque accettabile considerando tutti i percorsi effettuati in perfetto orario).Ci salutiamo e ci scambiamo affettuosi abbracci e strette di mano con un arrivederci alla prossima gita.
Un refolo di vento mi lambisce il volto, respiro profondamente, penso per un attimo che mi sembra infinito e mi si affastellano nella mente, nel cuore e nell’animo i ricordi, le emozioni e le sensazioni di questa giornata particolare e ringrazio tutti, proprio tutti, per averla condivisa con me.
Sono insolitamente felice e rivedo e rivivo tutto,propriotutto….. COME……….. UNA GITA SCOLASTICA.