“Ho sempre amato il mare d’inverno. Stare sulla spiaggia avvolto da un giubbotto, con lo sguardo fisso sul mare, perso in una qualche direzione a causa di un pensiero vago e con il vento che soffia gelido tra i capelli e sulla pelle, mi regala uno stato d’animo che non so definire. E’ una sorta di appagamento, senza avere ricevuto nulla; una sorta di riposo senza aver fatto alcuno sforzo. E’ un dilagare di pensieri senza soffermarsi troppo su qualcuno. E’ una quasi felicità senza motivo, solo la consapevolezza di essere lì, in un posto nel mondo, vivo.”
Robert Tarzia


 

“Mi hanno insegnato che il modo migliore per combattere la propria tristezza, è cercare di alleviare il dolore di qualche altra persona. Se condivisa, infatti, la sofferenza si dimezza. E può capitare che il tuo intervento, in quel momento, sia il sostegno più adatto per quella persona. Pensa, stavi male ed hai fatto la differenza.
Proprio tu, con il tuo dolore… che d’improvviso si è trasformato in soccorso.”
Robert Tarzia


 

Hai presente quando guardi il cielo di notte e lo trovi limpido con tutte le stelle che illuminano la terra e la luna splendente ti sorride, ma c’è qualche nuvola che disturba quello spettacolo?Nuvole, notte, freddo.
Cos’è questa sensazione di vuoto assoluto?
Cos’è questa mancanza fin troppo presente?
Cos’è questo macigno che sento addosso e preme sulle ossa?
Cos’è quel nodo che mi strozza il fiato, il respiro?

Mi sento un minuscolo essere vivente che osserva la maestosità e infinità del mare, capendo di non essere altro che niente.
Mi vedo piccolo come una formica e percepisco il peso di un mondo troppo grande addosso.
Mi credo inutile come un campo di grano sterile, come un albero che non da frutto.
Mi sento come se dovessi scappare, fuggire via. Ma non capisco da cosa devo allontanarmi. E la forza non arriva alle gambe, immobili e cementate al suolo.
L’inquietudine mi pervade. Sono ansioso. Cerco di tranquillizzarmi, ma niente.

E’ forse paura, forse terrore. A volte è tanto, altre volte meno, ma sempre, costantemente, in superficie. Sempre, costantemente, presente.
Cerco di distrarmi, cerco di confondermi per non pensare. Cerco di eludere i tormenti, ma è tutto inutile. Non è un qualcosa di solo mentale. Sento qualcosa nel petto, una preoccupazione forte, una pressione al cuore, una cinghia stretta quasi a comprimere i polmoni per non far circolare ossigeno.
La mente viaggia verso posti sconosciuti, verso pensieri che non riesco più a seguire. Dove sono??
Piano piano, mi allontano da me stesso, non seguo più nulla, non capisco più nulla. Chiudo gli occhi. Non sono più.
Arrivo nel posto che non c’è. Sono solo.

“Quando hai bisogno, sai dove trovarmi.” – mi disse.
Io sono passato. Ma tu non c’eri.