Poesia dedicata a mio padre, che ho perso all’età di 4 anni.

A TE PADRE, ANGELO MIO

Viaggerò in un sogno che non tramonta mai,
per ritrovarti in qualche dì.
Dipingi i cieli e li colori di stelle,
sazi i miei vuoti,
avvolgi le mie ferite.
Apro le nuvole per ricongiungermi al tuo petto
e torno al mio nido.

In un attimo, con le tue mani fermo l’infinito;
dipingo incantevoli orizzonti.
Se un figlio avrò partorirà il tuo seme,
lo porterò al mio seno per mirarti ancora.
Nella terra madre scorre il tuo sangue,
ti cullo nei miei pensieri e mi sazio di te.

Illumina i miei orizzonti e scalda le mie notti,
sollevami all’infinito, sospingimi incessantemente.
Angelo mio…
canta il mio grido,
rincorri la mia ombra!


LA LUNA PARLA DI NOI

Questa notte la luna parla di noi.
di uno specchio celato nelle pieghe più profonde della mia anima.
Chiesi agli angeli di vegliare,
di raccontarti il mio dolore,
di urlarti il mio amore.

Dirompente,
in me divora l’anima.
Raccontai ai cieli un amore incondizionato,
urlai disperazione alle onde del mare,
sperando la portassero via con se.
Ahimè, in me rimani.

Cosa rimane, se non amare questa follia e questo dolore?
Per sempre nei tuoi occhi il mio specchio sarai,
immobile al tuo sguardo,
incapace d’agire,
mi riservasti la più nobile illusione…

Ho voglia dell’odore penetrante dei tuoi passi,
ho voglia di te, delle tue labbra colme di sete,
di ogni minima essenza del tuo essere..
Sono solo capace di amarti
e poi piombare nel silenzio di un addio lacerante.

Sei in me e sarai fino all’ultimo sussulto,
così fu stabilito,
non posso farne a meno.
Meravigliosa,
splendida,
dannata illusione!


GOCCIA DI AMARO

Nel cerchio della vita,
si rincorrono lacrime amare.
Si fermano là,
dove un soffio di vento abbraccia il tuo ricordo!

Goccia di amaro…
sulle labbra scende il tuo sapore, color nocciola.
Le pupille ridono,
dipingono di scintille quella macchia scura.

E’ buio ancora per poco.
La mia mano, protesa al tuo respiro,
rincorre la tua ombra.
Mi imprigiona,
soffoco,
in assenza di aria la tua assenza rimbomba.
Sfuggi tra le righe di un diario,
nei fogli strappati a metà,
che non trovano parole.

Voglio fuggire lontano,
fuggire con te…
stanotte ancora noi!