A MODO SUO

A modo suo per ottant’anni
aveva vissuto quello strano signore
ormai canuto.
Già nel vestire era tutto un dire,
pantaloni al polpaccio anche con il ghiaccio,
dieci camice a coprire il torace
perchè il capotto non gli dava pace.
Lo conobbi un giorno di settembre
e senza tanto badare ci mettemmo a parlare.
Nella sua povera casa mi fece entrare (se così si poteva chiamare)
All’interno tra polvere e ragnatele,
celava del passato le cose più belle.
Non possedeva ne radio ne televisore,
nella sua vita non avevano valore.
L’unica sua ricchezza,
consisteva in un dente,
l’unico nella bocca ancora presente.
Per un intero anno ogni giorno parlammo.
Quanta ricchezza possedeva quel strano signore,
sempre vissuto rendendosi al mondo sconosciuto.
Nelle sue parole sincerità,saggezza e cortesia,
che mai avevo trovato in vita mia.
Compresi così che lui aveva appreso il segreto,
per costruirsi un mondo perfetto.


LACRIME DI VETRO

Vetro frantumato,
mille pezzi appuntiti,
luccicanti,
sparsi sul pavimento.

Vetro per sempre diviso,
ricordo di una bottiglia odorante,
fragranza dolciastra
imprigionata sotto un tappo.

Sguardi acidi,duri,
nell’odio ondeggiante,
non più urla,
non più parole.

China
raccolgo frammenti
di una storia ormai finita.


SEMPLICE COSI’

Era così
vero,limpido.
Era così
senza pretese,
ingenuo,rassicurante.
Era lungo la strada
in un giorno d’estate.
Era un sorriso
avrà avuto cinque anni.