BREVE DIALOGO

venerdì 11 agosto 2000

“Dimmi amico, quando scrivi a che pensi?”

_A quello che vedo e ho poi concluso,
sempre confido e mi affido ai miei sensi,
rimo tutto, il mistero anche vi è incluso.
Strano artista, e tu cosa sperimenti?_

“Dalla mia scranna nulla vi è precluso,
i sentori li spingo nelle menti
dove le immagini son scolorite
ma le emozioni lasciano sgomenti:
si sentono conquiste e dipartite,
incomprensione e pure redenzione
siano anime infelici o divertite.
Le mie orecchie odono con attenzione
e gli occhi vedono ancor più lontano.
Tutto ciò non è frutto di finzione
né abiltà insegnata dallo sciamano
ma certezza raggiunta da me stesso,
da altri dapprima toccata con mano
e a tanti auspicata di riflesso.”


AL MERCATO DI LODI VECCHIO

venerdì 23 novembre 2001
Da Lodi Vecchio

Quella nebbia a permeare il sol fatica
ma lo stesso muovono i buoni astanti
alle merci là nella piazza antica.

Avvolti negli abiti un po’ ingombranti
il tempo impegnano a far loro il sunto
ed accontentar tra l’altro gli infanti.

Son gentili le anime in questo punto
il saluto porgono al forestiero
e da questo incoraggiar prendon spunto.

Il momento più avanti è veritiero
poiché la città è ancor di più affollata
così popolato è ogni suo sentiero.

Questa Lodi mi appare immacolata
non c’è alcun volto privo di sorriso
è una perla di gemme tempestata.

Sebbene non sia tanto dell’avviso
è giunta l’ora del partir altrove
ma di buon umore son condiviso.


L’ALBA BIANCA

giovedì 1 febbraio 2001

Sorge umor a mirar quei picchi bianchi
lassù giammai la volontà s’è arresa
nemmeno quando i pensieri eran stanchi
e non davano segni di ripresa.

Rammento il vento gelido sul viso
la neve che coglieva di sorpresa
il panico taciuto e condiviso
con chi vicino celava nei suoi occhi.

La bufera arrivava senza avviso
soffiando addosso quei pungenti fiocchi
ma ormai il coraggio s’era rinfrancato
e gli impedimenti apparivan sciocchi.

C’era un sole alla cima, era infuocato
e la sua bellezza dava il calore
pur avendo un po’ forse profanato
quel suolo ricoperto di candore.


IL BELLO DENTRO GLI OCCHI

Da Crema
giovedì 29 novembre 2001

Ancor nel grigio denso sono immerso
nel mezzo di una Crema sempre bella
seppur c’è da sentirmi un po’ disperso.

Pungente è il freddo e seda la favella
ricurva all’andar è la mia figura
e gli occhi sembran chiusi come in cella.

Così è che mi rifugio a prender cura
dentro un loco ove servon buon mangiare
e presto il tono sale di misura.

Da Speranza l’ore ascolto echeggiare
così esco e vedo l’opera del Nono:
la barocca Trinità è da inneggiare!

La Venti Settembre mi porta al Duomo
e l’antistante Piazza è sul sentiero
con il suo grande Arco che fa da trono.

Traverso il ponte in ferro sul Cresmiero
e con il cuor dolce all’uscita io m’avvio
con dell’altro sapere veritiero.


DA UN MOLO

Da Lecco
venerdì 11 gennaio 2002

Emergono i pesci dal quieto lago
frenetici sobbalzi e sotto ancora
sfida e gioco del sopravviver pago
di un ignota sorte e forse breve ora.

I rocciosi monti ornano il disegno
gli ulivi e le betulle la sua flora
creata dalla natura con ingegno
rispettata e ammirata dagli artisti.

Sole e quiete rinsaldano l’impegno
l’interesse e l’amore già previsti
a proteggere la grande galleria
dai dipinti naturali e mai tristi.

E’ gradito il tepore e mette allegria
aumenta il tono e il fremito di vita
e che mai si possa infliggere angheria
a un dono che nel benessere invita!


DA CASAL A BELGIOIOSO

Da Casale e Belgioioso
lunedì 10 dicembre 2001

L’Emilia di alberi con rami bianchi
mi conduce laddove c’è Casale
avvolto entro una fitta nebbia a banchi
e nel mistero che a tratti mi assale
per dubbi o incertezze più che mai reali.

Vi arrivo ed il morale mi risale
mi rinfranco e poi ritrovo gli ideali
torna sorriso e benessere amico
volgo fiero lo sguardo lungo i viali
le luci del Natale benedico.

Indi alla volta dirigo a Belgioioso
dal continuo investigar non abdico
seguir bellezze non mi appar noioso
così trovo il Castello ed il Casato
frutto di un antico intento ambizioso.

Metter ordine mi sento spaesato
quanti sguardi a preceder quelli d’oggi
mai troppi forse a farmi compensato
occorre anzi che su d’altri mi appoggi
non vorrei ritenermi riposato.